Capitolo [part not set] di 39 del racconto Spy cam

di Claudia Effe

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Capitolo 14

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Martina cercò di mantenere la calma, anche se sentiva il cuore batterle sempre più velocemente.

Agnello era uscito e non sarebbe rientrato, sia perché non lo aveva lasciato intendere, ma soprattutto perché non aveva le chiavi.

Lui aveva dato per scontato che sarebbe rientrata Sara, la quale, però, era probabilmente in volo per una destinazione sita a migliaia di chilometri e non sarebbe tornata per parecchi giorni.

Chi altri possedeva le chiavi?

Sua madre, ma non passava mai a trovarla senza prima avvisare e quando lo faceva non le portava comunque con sè.

Luca le aveva, ovviamente.

In teoria avrebbe potuto anche essere collegato alla webcam proprio in quel momento e vedere in che pasticcio si era cacciata.

Anzi, magari era già in arrivo e avrebbe aperto la porta di lì a qualche minuto.

Martina si sentì subito meglio, anche se la postura era scomoda e il vibratore dentro di lei era tutt’altro che discreto.

La stimolazione le risaliva il corpo sia partendo dall’ano che dalla vagina e non era abituata a sentirsi così “piena”.

Il primo orgasmo quasi la sorprese e, senza accorgersene, lo accolse con un leggero urlo prima e con un sorriso soddisfatto dopo.

Circa duemila persone sorrisero con lei.

***

Alberto osservò la scena sorridendo.

Agnello si era dimostrato un ottimo alleato anche se, bisogna riconoscerlo, gli stimoli erano molto alti.

Si era dimostrato molto fantasioso scegliendo di portare il nipote con sé, Alberto non gli aveva dato nessuna disposizione in merito.

Ora Martina era lì, legata e indifesa, esposta al pubblico sguardo e impossibilitata a liberarsi, almeno per qualche ora.

Forse lei si stava illudendo che Luca sarebbe giunto a salvarla, ma non sarebbe successo per un po’.

Era incredibile quante cose si potessero fare da una stanza di albergo usando solo una casella di posta e un telefono.

Un paio di ore prima, fingendosi un potenziale cliente interessato a un preventivo su un imponente impianto di allarmi, Alberto aveva convocato Luca nella sua villa di fantasia in aperta campagna, e in quel momento il ragazzo era ancora per strada.

Ci avrebbe messo un po’ a capire che l’indirizzo era totalmente inventato e a rassegnarsi a tornare indietro.

Luca sarebbe stato impegnato per ore, e nel frattempo la bella Martina avrebbe verificato se il corpo umano ha un limite agli orgasmi che può provare.

***

La ragazza deglutì.

Non aveva un orologio a portata di vista, ma la sensazione era che almeno mezz’ora fosse trascorsa da quando Agnello era uscito da casa sua.

Nel frattempo aveva avuto due orgasmi molto intensi e la postura stava cominciando a diventare scomoda.

Oltre a questo, stava cominciando a sentirsi a disagio: una cosa era offrire alle telecamere uno spettacolo di nudo, un’altra era la posizione oscena in cui era legata.

Saggiò per l’ennesima volta la resistenza delle corde, ma inutilmente: quel ragazzino aveva fatto dei nodi robusti, e non era la sola cosa che aveva fatto bene.

Ripensò al corpo del ragazzo e al sapore del suo seme, rammaricandosi che avesse scelto di godere nella sua bocca e non nella sua vagina.

Stava scopando con Loredana, la romena che stava al quarto piano, così come aveva detto Agnello prima di andarsene?

Scacciò quell’immagine dalla mente, mentre un formicolio al basso ventre la avvisava che il terzo orgasmo non avrebbe tardato.

Dove era Luca?

L’aveva spiata per ore quando non avrebbe dovuto, possibile che proprio in quel momento non fosse connesso?

***

Massimo imprecò sottovoce.

Era una decina di minuti che stava cercando di acquistare i biglietti per il prossimo tour degli U2 on line e l’accesso alla sua carta di credito sembrava inibito a causa di una password di cui non ricordava neppure l’esistenza.

Aveva avviato il procedimento di azzeramento della password e un messaggio gli aveva comunicato che di lì a qualche minuto gli sarebbe arrivata una mail con quella nuova, solo che non arrivava.

Doveva fare in fretta, o i biglietti sarebbero finiti in pochi minuti.

Perché non arrivava? Era un procedimento automatico, mica dovevano scriverla a mano!

Gli venne il dubbio che il suo provider di posta l’avesse dirottata nello spam.

Aprì la cartella: era effettivamente lì.

Cliccò due volte sulla mail di CartaSi, ma proprio mentre si apriva, il suo occhio cadde su un altro messaggio arrivato qualche ora prima.

Proveniva dal suo amico Sandro e il titolo era semplicemente “Fw: Spy Cam Italiana”.

Lo aprì. Era il forward di un’altra mail, e a giudicare dai messaggi sottostanti era almeno al terzo inoltro.

La mail originale invitava a cliccare su un link, promettendo visioni celestiali di una bionda tettona sotto la doccia.

Esitò qualche secondo prima di premere il tasto sinistro del mouse. Normalmente avrebbe diffidato di un messaggio come quello, ma sembrava autentica.

L’antivirus era aggiornato, avrebbe corso il rischio.

Premette sul link e attese che la nuova finestra si caricasse.

Rimase stupito quando l’inquadratura mostrò una stanza da letto e non la doccia che si sarebbe aspettato.

Però il letto non era vuoto: una ragazza nuda vi era distesa, i polsi e le caviglie erano legati ai quattro angoli e un vibratore le sporgeva dalla vagina.

Teneva gli occhi chiusi, la testa reclinata e la bocca spalancata sembravano suggerire stesse avendo un orgasmo.

L’immagine non era nitidissima poiché le luci erano spente, ma da quel che si vedeva Massimo potè distinguere un gran bel paio di seni e un fisico prorompente.

L’orgasmo doveva essere terminato, perché la ragazza riaprì gli occhi e guardò verso la telecamera.

Fu in quel momento che Massimo riconobbe sua sorella.

***

Martina riprese fiato dopo il quinto orgasmo.

I tempi tra uno e l’altro si stavano riducendo e si domandò quanto a lungo avrebbe ancora potuto essere un piacere e quando invece sarebbe diventato sofferenza.

Non aveva mai usato un vibratore in vita sua, ma doveva riconoscerne l’efficacia.

Usava solitamente masturbarsi con le dita, ma alla lunga – se l’orgasmo non arrivava subito – lo sfregamento poteva essere fastidioso; lo strumento meccanico, invece, la stava preservando da quel problema.

Quanto sarebbe durato?

Non se ne intendeva, ma supponeva che anche quello funzionasse a batteria; si sarebbe scaricata prima o poi, no?

Presto o tardi qualcuno sarebbe arrivato a liberarla, confidava.

Avvertì nuovamente un formicolio al basso ventre.

Il sesto orgasmo stava arrivando.

***

Alberto era in ginocchio sul letto, il computer era appoggiato davanti a lui ed era completamente nudo.

Era appena venuto per la seconda volta e ancora stringeva il pene in mano.

Avrebbe voluto seguire lo stesso ritmo di Martina, ma evidentemente le stimolazioni della ragazza erano superiori alle sue.

Soprattutto, lei non aveva bisogno di far passare del tempo tra uno e l’altro.

L’uomo guardò il volto della ragazza, esprimeva sofferenza e godimento allo stesso tempo.

Una volta tornato in Italia avrebbe cercato di contattarla e di portarsela a letto, ne era certo.

Il messaggio che sua moglie gli aveva mandato poco prima, con cui gli annunciava l’improvvisa partenza per il Qatar, trasudava freddezza e distacco.

Non sarebbero stati più assieme comunque, anche se lui fosse stato disponibile a dimenticare quanto aveva scoperto poco prima.

Martina avrebbe potuto essere un ottimo rimpiazzo, se non altro a letto.

***

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