Capitolo [part not set] di 39 del racconto Spy cam

di Claudia Effe

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

Alberto si staccò dal
corpo di Loredana e si infilò i boxer.

Oltre alle braccia, aveva
dovuto legarle anche le gambe per possederla, e la ragazza non
l’aveva mai guardato in faccia per tutta la durata dell’amplesso.

Anche in quel momento
stava tenendo la testa ostentatamente rivolta alla finestra.

Una scopata orrenda –
disse Alberto, pur non pensandolo – Mi chiedo per quale motivo Luca
si sia messo nei guai per una figa di legno come te. Capirei per tua
sorella….”.

Loredana voltò la testa e
gli rivolse uno sguardo carico d’odio.

Lascia stare mia
sorella!”, sibilò.

Tua sorella sa quello
che fa, credimi – rispose Alberto con una risatina – e lo sa fare
molto bene. Sembra che abbiamo scoperto una vocazione. Riposati,
ingenua, che la giornata è ancora lunga”.

Si allacciò la camicia e
uscì dalla stanza, diretto verso il seminterrato.

***

Due piani più sotto la
temperatura era più bassa, ma l’atmosfera sicuramente più torrida.

Alberto entrò mentre
Ramona stava massaggiando il glande di Luca con la punta dell’indice.

L’uomo, ancora legato,
tradiva dalla sua espressione una grande sofferenza e i muscoli del
suo corpo erano tesi nel tentativo di contrastare lo sforzo.

Bene, vedo che tutto
funziona alla perfezione”, commentò Alberto avvicinandosi.

Alberto, perché tutto
questo? – chiese Luca – Cosa ti ho fatto?”.

Perchè mi diverte –
rispose Alberto – e perché questo doveva essere una due giorni di
sadismo e sofferenza, non di coccole e amore. E allora ho deciso di
cambiare le carte in tavola, visto che tu non mi sembri dello stesso
parere”.

Luca fece una smorfia
mentre Ramona gli solleticava i testicoli con le unghie.

Va bene, però ho
scontato la pena. Da quanto sta andando avanti?”, chiese.

Alberto guardò l’ora.

Sono quattro ore e
qualcosa. Non è ancora finita. Tieni duro!”, disse ridendo.

E si allontanò.

***

Il sonno leggero di
Loredana venne interrotto dalla porta che si apriva.

Voltò la testa, sperando
non fosse nuovamente Alberto.

Non era lui, infatti,
bensì Lorenzo, Neil e – lo riconobbe solo dopo qualche istante –
il ragazzo del catering della sera prima.

Quello che era venuto
nella bocca di sua sorella e che probabilmente se l’era scopata nella
notte.

Evidentemente aveva
gradito la compagnia.

I tre ragazzi si
accostarono al letto e senza dire una parola le liberarono polsi e
caviglie.

La nudità non la metteva
più in imbarazzo.

Si alzò in piedi,
domandando cosa stesse per capitare, ma non ricevette risposta.

In compenso, Neil estrasse
un paio di manette e con quelle le bloccò i polsi dietro alla
schiena, quindi uscirono in corridoio.

Percorsero in silenzio due
piani di scale, quindi entrarono nel sotterraneo.

Lì Loredana realizzò
come tutti stessero aspettando lei: sua sorella e Martina erano nude
e legate a due sedie poste vicino alle pareti, Luca era fissato ad
una parete, mentre Ramona era inginocchiata accanto a lui.

Loredana notò come la
donne gli stesse passando le unghie sul membro, anche se
l’espressione del viso di Luca non tradiva piacere, anzi, sembrava
soffrire.

Un materasso era posato a
terra proprio davanti a Luca.

Ben svegliata,
Loredana!”, disse Alberto con tono falsamente allegro.

La ragazza non rispose
neppure.

L’uomo si rivolse alle
telecamere, come un esperto presentatore:“ Dovete sapere che
questa notte la nostra bella Loredana ha conosciuto una cosa
fantastica, cioè l’amore. Lei e il nostro amico Luca si sono
accoppiati con passione, scambiandosi promesse e bacetti”.

Loredana sì irritò
subito a sentire il tono canzonatorio con cui Alberto ne stava
parlando.

“Ho voluto subito
stabilire le regole – proseguì Alberto, simulando disappunto – Mi
è dispiaciuto, ma qualcuno doveva pur farlo, e così ho provveduto
personalmente a scoparmi Loredana. Forse mi sono dimenticato di
dirtelo, Luca”.

Si rivolse all’uomo
legato: “Se posso permettermi, sicuramente non una delle
migliori scopate della mia vita. Ma, come si suol dire, contenti
voi….”.

Sghignazzò.

Luca lo guardò con
disprezzo, mentre Ramona continuare ad accarezzargli il pene
mantenendolo eretto.

“Poi questa mattina
ho ripensato e ho capito che se questo è vero amore, è giusto
nutrirlo, assecondarlo e faro crescere. E’ per questo che ci
troviamo qui, per capire se è vero amore.

Qual è, amici e
amiche, il test più impegnativo per una relazione di coppia? In
quale momento il legame tra due persone vacilla maggiormente?”.

Si avvicinò a Loredana e
le passò una mano sui seni.

“Non so voi –
proseguì – ma per me sarebbe molto difficile sopportare la vista
della mia donna che va con altri uomini”.

Estrasse dalla tasca una
piccola scatola di metallo e da quella estrasse tre pastiglie. Le
mise nel palmo della mano e ne diede una ad ognuno dei tre ragazzi,
che inghiottirono in silenzio.

Passò alle spalle di
Loredana e le diede un piccolo schiaffo sulla schiena.

Piegati in avanti, a
novanta gradi”, le ordinò.

Loredana eseguì,
consapevole che non sarebbe servito a nulla opporre resistenza.

Piegò la schiena in
avanti.

Alberto con l’indice le
sfiorò l’ano, provocandole un istintivo brivido.

Cominciamo a colmare
questa lacuna”, disse, ed estrasse da un’altra tasca un un piccolo
vibratore; ad un’estremità c’era un oggetto che sembrava un diamante
ambrato.

Loredana sentì la punta
dell’oggetto di plastica – reso caldo dalla permanenza all’interno
della tasca di Alberto – puntare contro il suo ano, quindi la
spinta energica di Alberto lo fece penetrare a fondo dentro di lei,
lasciando in vista solo il diamante.

Loredana non potè
trattenere un gemito.

Alberto premette il
diamante e il vibratore prese a ronzare, trasmettendo il movimento
all’interno di Loredana.

La rumena sospirò,
chiedendosi cosa Alberto avesse in mente.

Aveva parlato di sesso con
altri uomini, sicuramente non si sarebbe fermato lì.

Neil – disse Alberto
– spogliati e sdraiati”.

Il ragazzo di colore si
liberò dei boxer e si coricò sul materasso. Il pene era già in
erezione e le dimensioni erano tutt’altro che modeste.

Alberto diede uno schiaffo
sul culo di Loredana.

Su, montaci sopra!”,
le disse.

La ragazza tirò un
sospiro e si posizionò sopra al ragazzo.

Allargò le gambe, chiuse
gli occhi e si piegò, fermandosi solo quando sentì la punta del
pene toccarle le grandi labbra.

Muoviti, puttana!”,
le urlò Alberto.

Tirò un altro sospiro e
si lasciò andare, lasciando che quel grosso membro entrasse dentro
di lei.

Non si era mai sentita
così “piena”, e la sensazione era acuita dalla presenza del
vibratore nel sedere.

Neil la prese per le
spalle e fece in modo che il seno di Loredana toccasse il suo petto.

Lorenzo, tocca a te”,
disse Alberto alle spalle della rumena.

Il ragazzo si privò dei
boxer e si inginocchiò sul materasso all’altezza del bacino di
Loredana.

Mettiglielo dentro!”,
disse Alberto.

Come faccio? Nel culo
c’è il vibratore, devo toglierlo?”, obiettò il ragazzo.

Il vibratore resta dove
è. Mettiglielo nella fica, sono certo che troverai ancora dello
spazio!”.

Loredana spalancò gli
occhi.

Per piacere! Ti prego,
mi farà male!”, disse.

Alberto non fece una piega
ed esortò il ragazzo a eseguire l’ordine.

Lorenzo appoggiò le mani
sulla schiena di Loredana e inserì il suo membro tra le natiche,
quindi lo fece scorrere verso il basso, cercando la vagina.

Loredana sentì l’organo
di Lorenzo eseguire quella breve esplorazione e chiuse gli occhi
quando lo sentì fermarsi all’imboccatura delle grandi labbra.

Vai, entra!”, urlò
Alberto.

Lorenzo compì un
movimento rapido con il bacino e fece scorrere il suo pene sopra
quello di Neil, entrando dentro Loredana.

La rumena non riuscì a
trattenere un urlo.

Fa male, eh? Pensa che
non abbiamo ancora finito”, la derise Alberto.

Schioccò le dita e anche
il ragazzo del catering si liberò dei vestiti.

Lo so che te l’ha già
succhiato ieri sera – disse ironicamente Alberto – ma dopo che
hai scopato sua sorella magari vorrà dimostrarti che è più brava
lei”.

Il ragazzo accostò il suo
pube al volto di Loredana, che aprì la bocca.

Prima sarebbe finito
quello schifo, meglio sarebbe stata.

Un po’ di movimento,
ragazzi!”, disse Alberto battendo le mani.

I ragazzi presero a
muoversi all’unisono, sconquassando il corpo di Loredana.

La sua vulva era percorsa
da due membri, nessuno dei quali piccolo, e il movimento era reso
ancora più difficoltoso dal vibratore dietro di lei.

Nonostante il dolore,
doveva anche ricordarsi di leccare il terzo pene, quello dentro alla
sua bocca.

Chiuse gli occhi e pregò
che tutto finisse presto.

Alberto si rivolse verso
Luca.

Ti stai divertendo? Ti
piace vedere la tua ragazza penetrata in ogni buco?”.

Non è la mia ragazza,
però tu sei un pezzo di merda”, gli rispose rabbioso.

Sarà. Però mi pare
che lo spettacolo ti stia piacendo”, rispose sarcastico indicando
l’erezione di Luca.

Il ragazzo divenne rosso.

E’ normale, siamo
esseri umani”, lo canzonò Alberto.

Si avvicinò ad Alina,
ancora legata, e la trascinò assieme alla sedia di fronte a Luca.

Mi chiedevo una cosa –
continuò Alberto – Magari dopo sei ore ininterrotte di erezione il
tuo corpo sentirà il bisogno di sborrare un pochino, soprattutto
alla vista di uno spettacolo così sexy. E già che devi venire,
perché non sulla faccia di Alina? Dopotutto siete in famiglia, no?”.

Alberto rise, mentre Alina
guardava la punta del pene di Luca, distante non più di qualche
centimetro dal suo volto.

***

Loredana era già allo
stremo.

Aveva dormito poco, era
stata violentata, e ora quello.

Si chiese se non fosse
arrivato il momento di interrompere tutto, e vaffanculo ai soldi.

Sentiva tutti quei corpi
dentro di lei, l’odore dei ragazzi, il sapore del pene nella sua
bocca…

Se per caso ti stai
impegnando per farli venire in fretta – disse Alberto – Sappi che
dovrai essere molto brava, perché la pillola che ho dato ai ragazzi
pochi minuti fa è un ritardante. Dureranno almeno mezz’ora,
purtroppo per te!”.

Loredana si sentì
mancare.

Ce l’avrebbe fatta così a
lungo?

***

Luca non riusciva a
staccare gli occhi dalla composizione umana davanti a lui.

Loredana sembrava
soffrire, ma allo stesso tempo si muoveva perfettamente, e i volti
dei ragazzi testimoniavano quanto stesse loro piacendo.

Non gli dava fastidio
vederla con loro, sapeva bene che vi era costretta; però vederla
muoversi in maniera così sinuosa lo turbava.

Lo eccitava, e si sarebbe
messo un blocco di ghiaccio sul pene per farlo abbassare, e invece
non sembrava rilassarsi, anzi.

Guardò verso Alina, che
gli sorrise di rimando.

Ecco, lei era stata
veramente sorprendente. Una zoccola nata, si trovò a pensare.

La ragazza sporse la
lingua dalla bocca e ne appoggiò la punta sul glande di Luca.

Voltava le spalle alla
sorella e sapeva che non l’avrebbe vista.

Cazzo fai? – le
sussurrò Luca con un’occhiataccia – Lascia stare!”.

Alina continuò a
sorridere, ma non si interruppe, anzi.

Sporse leggermente la
testa, quel poco che le corde le permettevano, e elargì una seconda
leccata al pene di Luca.

Il ragazzo sentì i
testicoli contrarsi.

Sarebbe venuto, ormai era
questione di secondi.

Non vedeva l’ora, anche se
avrebbe preferito un contesto differente.

Alina lo leccò ancora, e
un attimo dopo il seme di Luca, trasformato in un geyser umano, le
colpiva il volto.

L’uomo, rosso in volto e
con i muscoli contratti, le colpì la faccia almeno cinque volte,
senza che la giovane facesse nulla per evitare gli schizzi.

Quando finalmente terminò,
Luca si abbandonò, rimanendo in posizione eretta solo grazie alle
corde che lo tenevano legato alla parete.

Alina sorrideva.

***

Loredana non capì per
quale motivo l’attenzione si fosse spostata su Luca, ma non se ne
curò.

Doveva continuare a
muoversi, e farlo bene per farli venire il prima possibile.

La vulva le doleva e il
vibratore stava diventando una presenza molesta.

Decise di concentrarsi su
quello che aveva in bocca.

Prese a percorrerlo con la
lingua, cercando di stimolarlo maggiormente.

Non sembravano esserci
risultati.

Loredana si chiese se le
pastiglie ingerite dai ragazzi potessero essere così precise da
spaccare il secondo.

Se lo chiese quando tutti
e tre i ragazzi vennero quasi contemporaneamente.

Il primo fu Neil: chiuse
gli occhi, la afferrò per i fianchi e le piantò le unghie nella
pelle.

Ansimò per qualche
secondo, quindi fu la volta di Lorenzo.

Lui si produsse in una
specie di urlo, pompò ancora per qualche secondo quindi si sfilò.

Neil, ancora dentro, lo
imitò subito, procurando un immediato sollievo a Loredana.

Sentiva le pareti della
vagina come se si fossero dilatate e si chiese se non le avessero
procuraato qualche danno.

Quel pensiero fu
interrotto dal movimento del ragazzo dentro alla sua bocca: non
appena Neil e Lorenzo si sfilarono, gettò Loredana a terra.

La rumena, ancora
ammanettata e sorpresa, non fece in tempo ad opporre resistenza.

Il ragazzo le allargò e
la penetrò senza difficoltà.

Evidentemente era già
prossimo, perché duro solo qualche secondo, quindi venne anche lui.

Si sfilò da Loredana e la
lasciò da sola, sudata e distesa sul divano.

Tre sborrate in figa,
Loredana! – commentò Alberto – Secondo me la vita di coppia non fa
per te”.

***

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