Capitolo [part not set] di 39 del racconto Spy cam

di Claudia Effe

Capitolo 21

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***

Luca condusse Loredana verso la parete di destra del magazzino, alla quale aveva fissato, con dei robusti tasselli, quatto anelli di metallo.

“Te la senti?”, le chiese.

La ragazza annuì.

Aveva ancora i brividi lungo il corpo e non sarebbe stata in grado di rivestirsi e andarsene.

Oltre al fatto che un nuovo video le avrebbe portato più soldi.

Si sfilò la mantellina e appoggiò la schiena alla parete, rabbrividendo a contatto con il muro freddo.

Luca le prese il polso e lo legò ad un anello utilizzando un laccio, quindi fece lo stesso con l’altro polso e le caviglie.

Loredana si trovò bloccata con le gambe divaricate e le braccia aperte.

Ogni punto del suo corpo sarebbe stato accessibile per Luca.

Luca puntò la telecamera verso la donna, chiese ancora conferma e – al cenno positivo della donna – avviò la registrazione.

“Se prima la sfida della nostra bella Loredana era resistere al solletico – disse rivolto all’obiettivo – ora i suoi sforzi saranno mirati a resistere all’orgasmo. Anche ora, dieci minuti di sofferenza!”.

Avviò nuovamente il timer e rimase ad un passo dalla donna.

Era veramente bella, e così, nuda e immobilizzata, gli stava procurando una immensa eccitazione.

Si avvicinò e le pose le mani sui seni.

Loredana sospirò, ma scostò la testa in modo da non guardarlo.

Si sentiva sbagliata a sottoporsi a quelle pratiche, e si sentiva ancora più sbagliata poiché le stava piacendo.

Lasciò che Luca giocasse con i suoi capezzoli. Non che avrebbe potuto sottrarsi, ma non provò neppure a evitare il tocco.

Era qualche mese che un uomo non le metteva le mani addosso e non le dispiaceva.

Il ragazzo le passò le dita lungo i fianchi, con delicatezza.

Ora che non doveva temere un improvviso attacco di solletico, Loredana si rilassò e lasciò che i brividi le coprissero la pelle.

Lo scopo del gioco era resistere all’orgasmo?

E perchè avrebbe dovuto?

Le mani di Luca le percorsero la pancia e si spostarono verso l’inguine.

Si stava bagnando e lui se ne sarebbe accorto, ma non era nella condizione di evitarlo.

L’uomo insinuò un dito tra le sue grandi labbra e prese subito a strofinarla.

Loredana chiuse gli occhi e aprì e labbra, cercando istintivamente un bacio che non sarebbe arrivato.

Il ragazzo raggiunse il clitoride e lo strofinò tra i polpastrelli, provocandole una specie di singhiozzo.

“Ti piace, eh?”, le chiese sottovoce.

Loredana annuì in silenzio, quasi si vergognasse di quello che provava.

Luca continuò a frizionarla per circa un minuto, quindi bloccò la mano e si allontanò di un passo.

La ragazza lo guardò interrogativo.

“Abbiamo dieci minuti, perché arrivare subito al dunque?”, chiese lui.

Prelevò uno zainetto che aveva appoggiato accanto al treppiede della telecamera e, una volta aperto, vi estrasse un recipiente simile a quegli irroratori che si usano per rendere umide le foglie delle piante.

Si avvicinò a Loredana, lo puntò verso di lei e premette il grilletto.

Una miriade di goccioline fredde le colpirono il busto, strappandole un gridolino.

Premette di nuovo, questa volta all’altezza della pancia.

“Ah, è fredda!”, si lamentò lei.

“Lo so”, rispose Luca, e la colpì di nuovo, questa volta tra le gambe.

Loredana ridacchiò, scuotendo gli anelli di metallo in un istintivo – quanto inutile – tentativo di liberarsi.

“Dai, smettila!”, gli disse.

Luca sorrise sotto al passamontagna.

“Va bene; cambiamo genere allora”.

Tornò allo zainetto e vi prelevò un altro oggetto.

Loredana non ne aveva mai usato uno, ma era perfettamente in grado di riconoscere un vibratore.

Deglutì.

Luca si avvicinò a lei e appoggiò la punta dell’oggetto di plastica sul clitoride della ragazza.

“Vedrai che ti scalderai in fretta”, le disse, e azionò il vibratore.

Loredana sentì immediatamente la vibrazione trasferirsi al suo punto più sensibile e quasi le mancò il fiato.

Luca mantenne la mano ferma e aumentò leggermente la frequenza.

La romena aprì la bocca in cerca di aria.

“Tutto bene?”, le domandò sottovoce.

Lei annuì e deglutì saliva.

Luca prese ad effettuare un movimento circolare con l’oggetto che aveva in mano, ruotandolo in maniera lenta attorno a un centro costituito dal clitoride della ragazza.

Lei sentì la sua temperatura salire oltremodo.

Era capitato ovviamente che qualche uomo la masturbasse, ma mai da legata e mai con un oggetto.

Mai era stata ripresa, oltre tutto.

Luca fece fare un ulteriore scatto al selettore della velocità, provocando un ulteriore gemito nella ragazza.

Sogghignò sotto al passamontagna, quindi allontanò il vibratore da Loredana.

Lei lo guardò interrogativa.

Luca frugò ancora nello zaino e questa volta estrasse una lunga piuma.

Loredana capì cosa aveva in mente e scosse la testa.

“No, ti prego, non più!”, disse scuotendo la testa.

L’accento slavo era decisamente marcato.

Luca ignorò la supplica e appoggiò la piuma all’altezza dell’ascella della ragazza.

Legata alla parete, non aveva possibilità di sottrarsi al tocco.

Solleticò leggermente la pelle della donna, che subito prese a ridere.

“No, veramente, potrei morirne!”, lo implorò.

Luca le passò la piuma sulla pancia e sul pube, accompagnato dai risolini della donna, quindi sollevò lo strumento di tortura.

“Piuma o vibratore?”, le chiese.

Loredana arrossì. Non aveva mai pensato di compiere una scelta del genere.

“Vibratore”, disse sottovoce.

“Non ti sento!”, la canzonò Luca.

“Vibratore!”, urlò lei, mettendosi poi a ridere per l’imbarazzo.

Luca impugnò l’oggetto e lo accese, portando il selettore della velocità al massimo.

Le mise una mano dietro alla schiena e avvicinò il corpo di lei al suo, quindi lasciò che la punta del vibratore scivolasse dentro la vagina di lei.

Loredana strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca, sorpresa dal turbine delle sensazioni che l’aveva appena colpita.

Sentì l’oggetto di plastica penetrare dentro di lei, mentre Luca la stingeva a sé.

Era impossibilitata a muoversi, l’umica cosa che poteva fare era permettere al suo corpo di godere.

Chiuse gli occhi e lasciò che i brividi la accarezzassero un’altra volta.

Stava per venire.

Luca le avvolse un seno con una mano, mentre con l’altra continuava a guidare l’oggetto dentro di lei.

“Sto per venire….”, disse lei con un filo di voce.

“Vieni! Voglio sentirti godere!”, disse lui.

Tenne ferma la mano, mentre il corpo di Loredana veniva attraversato da un violentissimo orgasmo.

Aprì la bocca e inclinò la testa in avanti, producendosi in una specie di ululato in falsetto.

Durò qualche secondo, quindi Luca estrasse il vibratore da dentro di lei.

Si allontanò di qualche passo e la ammirò.

Bellissima, nuda, legata e ancora accaldata per l’orgasmo.

Si domandò se lei potesse notare l’erezione.

Prese il timer e lo avvicinò al volto di lei in modo che potesse vederlo.

Mancavano cinquantasei secondi.

Loredana sorrise alla telecamera, quindi Luca interruppe la registrazione.

“Tutto bene?”, le domandò slegandole il polso.

“Tutto bene. Una cosa grandiosa”, disse lei ancora affannata.

Lasciò che Luca la liberasse, quindi si passò una mano tra i capelli.

“Lascia un ultimo messaggio ai tuoi spettatori”, disse Luca prendendo in mano la telecamera.

Loredana sorrise, portò le mani dietro alla schiena e disse: “Ciao a tutti. Per me è stata un’esperienza indimenticabile, fatemi sapere se volete vedermi ancora. A presto!”, quindi lanciò un bacio verso l’obiettivo.

Luca spense l’apparecchio e le fece un piccolo applauso.

“Sei stata fantastica, farai impazzire tutti!”, disse.

Loredana annuì mentre recuperava gli indumenti dallo sgabello.

“Cosa si fa ora?”, chiese allacciandosi i pantaloni.

“Ora monto i filmati, ci metto una piccola sigla e, se non ci sono problemi, li carico on line. Penso che per stasera dovrebbero esserci”.

La ragazza si infilò la maglietta.

“Questi due te li pago cinquecento euro, li scalerò dalla fattura del sistema di allarme, come da accordi – proseguì – Ti manderò una mail con il riepilogo”.

Loredana prese una spazzola dalla borsa e si aggiustò i capelli.

“Visto che ti sei rivolta agli spettatori, metterò un tastino attraverso il quale potranno scriverti. Non so a cosa servirà, ma magari ti farà capire se sei piaciuta. Io sono convinto che sei stata fenomenale”.

Loredana gli rivolse un sorriso un po’ forzato.

“Ora è meglio che vada, devo farmi una doccia e fare un paio di commissioni”, disse.

Luca annuì, un po’ sorpreso da quella freddezza.

“Va bene. Ci sentiamo, ok?”, disse.

Si diedero la mano e Loredana lasciò il magazzino.

***
Lungo la via di casa si fermò qualche minuto a sedere su una panchina.

Le spiaceva aver trattato così Luca, ma aveva voglia di andare via in fretta.

Era turbata.

Se da una parte continuava a ripetersi che lo stava facendo per la sua famiglia, dall’altra non poteva negare di aver passato due esperienze memorabili.

Lo avrebbe rifatto?

Temeva di sì.

***

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