Capitolo [part not set] di 39 del racconto Spy cam

di Claudia Effe

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Capitolo 11

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***

Martina sentì il respiro dell’amica a pochi centimetri dal suo viso.

Era buio pesto, ma lei doveva essere molto vicina.

“Mi dispiace – disse – Sei molto triste?”.

“Triste no – rispose Sara – Sono più delusa, ho perso stimoli. Vedi ad esempio ora: Alberto è partito, ma a me non me ne frega nulla”.

Martina si spostò di qualche centimetro verso l’amica e si trovarono naso contro naso.

Sara distese le braccia e avvolse l’amica, che si lasciò abbracciare.

La pelle calda di Sara sfregò su quella di Martina, provocandole un brivido, quindi Sara diede un bacio sulla guancia alla ragazza.

Martina sentì la coscia di Sara insinuarsi tra le sue gambe.

Ora aveva il cuore che batteva forte.

Cosa stava capitando?

Sara magari era triste, ma non poteva ignorare che Martina era nuda e che quella gamba, di fatto, le stava sfregando la vulva.

Così come non poteva non sapere che quell’abbraccio così stretto aveva portato i loro seni a toccarsi.

Martina sentì un nuovo bacio su di lei, questa volta sul collo.

Un brivido le attraversò il corpo.

“Sara…”, disse.

Non era sicura di voler andare avanti per quella strada.

Non era mai stata con una donna e non era tra i suoi progetti, né immediati né futuri.

“Cosa c’è?”, domandò l’amica.

“Cosa sta succedendo?”, chiese Martina.

Sara le diede un altro bacio, questa volta dietro all’orecchio.

“Lo sai benissimo cosa sta succedendo, e non fare l’innocente”.

Martina deglutì.

“Cosa vuoi dire?”.

“Che tu ti sei spogliata nuda accanto a me solo perché ti dà maggiore senso di libertà? Che è tutta la sera che giri con una scollatura vertiginosa solo per caso?”.

Un altro bacio sul collo.

Chissà in quanti le stavano guardando in quel momento?

Avrebbe potuto ritrarsi? Cosa avrebbero pensato di lei?

Poi Sara era molto bella e sicuramente non era lesbica; una distrazione di una notte poteva capitare, no?

Anzi, forse era una delle poche, tra le sue amiche, a non aver neppure mai baciato una ragazza.

Spostò la testa e poggiò le labbra su quelle di Sara, che rispose aprendo la bocca e insinuandole la lingua in bocca.

***

Alberto uscì dalla pagina di Google.

Aveva trovato quello che cercava, anche se per attuare la sua vendetta avrebbe dovuto aspettare fino al mattino dopo.

Tornò alla pagina di Martina, rimanendo esterrefatto.

Sua moglie e l’amica erano avvinghiate assieme, accarezzandosi il corpo a vicenda e baciandosi con passione.

Cosa stava capitando quella sera?

Sara, oltre che zoccola, stava risvegliando una seconda natura lesbo?

Il suo membro si fece meno problemi e si sollevò all’istante, mentre con lo sguardo Alberto provò a leggere i commenti.

Erano connessi in ottocentocinquanta, quasi tutti iper eccitati da quanto stava capitando e da quanto, forse, sarebbe successo a breve.

La mano di Alberto si portò quasi da sola sul suo pene.

***

Martina allargò le gambe, lasciando che la coscia di Sara le frizionasse l’inguine.

I baci la stavano eccitando ma aveva bisogno di qualcosa di più fisico per lasciarsi andare.

Allungò la mano verso il seno di Sara e lo avvolse con il palmo, stringendole quindi il capezzolo tra i polpastrelli.

L’amica si lasciò sfuggire un gemito.

Martina abbassò la testa e con la punta della lingua tracciò una riga lungo il seno di Sara, fino ad arrivare al capezzolo, quindi lo prese tra le labbra e lo succhiò.

Sara sospirò nuovamente e si sdraiò sulla schiena.

Martina si slacciò dall’abbraccio e si mise a cavalcioni di Sara, poggiando il pube su quello, ancora coperto dalle mutandine, di Sara, quindi si abbassò verso l’amica.

I suoi capezzoli sfiorarono quelli dell’altra ragazza, quindi si coricò su di lei.

Aprì la bocca e – con perfetta sincronia – la lingua di Sara vi entrò dentro.

Martina rimase con la bocca aperta, mentre la lingua dell’amica le accarezzava l’interno delle labbra e i denti.

Senza neppure accorgersene, il suo bacino prese a sfregare contro quello dell’amica.

Sara inarcò la schiena per accentuare il contatto.

“Toglimi le mutandine!”, le disse a bassa voce.

Martina si appoggiò su un gomito e con l’altra mano cercò l’elastico dell’ultimo indumento indossato da Sara; lo afferrò e lo abbassò con prepotenza.

Sara, come se aspettasse quel momento, abbracciò nuovamente Martina e, ruotando sul letto, la portò a sdraiarsi sulla schiena, quindi prese a baciarle il collo.

Martina era già parecchio eccitata, ma il cuore accelerò ancora di più quando sentì i baci dell’amica scendere lungo il corpo.

Le baciò i seni, quindi la pancia, l’ombelico e l’interno coscia.

Allargò le gambe; ora voleva solo sentire la lingua di Sara sul suo sesso.

***

Alberto si strinse il membro mentre sua moglie, con un atteggiamento che mai le aveva visto, passava la lingua sulla passera di Martina.

Milleduecento persone le stavano guardando, e ognuno di loro desiderava poter mettere le mani su quei corpi formosi.

Lui, l’unico che poteva dire di averlo fatto, le avrebbe invece ammazzate.

Il suo organo però non sembrava portare rancore, perché gli chiedeva con insistenza di venire.

Fece scorrere la mano su e giù, certo che non sarebbe durato a lungo.

***

Martina si abbandonò al piacere che la attraversava, forse per la prima volta senza pensare alla telecamera che, a poco più di due metri da lei, immortalava ogni suo gemito.

Teneva gli occhi chiusi e stringeva tre dita tra i denti, come per impedirsi di urlare.

Sara, in ginocchio, continuava a passare la lingua tra le labbra dell’amica mentre, contemporaneamente, con l’altra mano si stimolava il clitoride.

Il suo corpo, sinuoso per i brividi che l’attraversano, era già stato fotografato dagli ottocento utenti quando sollevò la sua mano e cercò quella dell’amica.

Martina si lasciò guidare verso il pube di Sara e, non appena i suoi polpastrelli entrarono a contatto con il suo clitoride, prese a stimolarla ritmicamente, cercando di adeguare la frequenza a quella che Sara stessa stava impartendo a lei.

Non sarebbe durata ancora a lungo, questo le era chiaro.

***

Alberto venne quasi senza preavviso, tanto che dovette compiere una rapida rotazione per non colpire lo schermo del computer.

Era un portatile aziendale, non sarebbe stato opportuno portarlo in assistenza coperto di sperma.

***

Sara, senza saperlo e a migliaia di chilometri di distanza, venne assieme a suo marito.

Paradossalmente, forse era la prima volta che avveniva in oltre tre anni di matrimonio.

Martina sentì l’amica gemere e lasciò che il suo corpo reagisse spontaneamente, raggiungendo anche lei l’orgasmo.

Non si produsse in suoni, ma spalancò la bocca e lasciò che i brividi la percorressero interamente.

Sara si lasciò cadere sul letto accanto a lei.

“Sara…”, disse Martina.

L’amica le posò ancora una volta le labbra sulle sue.

“Ora è meglio non parlare – disse – Domani devo lavorare”.

***

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