Capitolo [part not set] di 39 del racconto Spy cam

di Claudia Effe

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

Martina andò verso la porta di ingresso cercando di dissimulare l’inevitabile nervosismo.

Nelle ultime ore si era chiesta più di una volta se quello che stava per capitare avrebbe sancito il suo definitivo ingresso nel mondo della prostituzione.

Sandro era una specie di amico, e forse avrebbe potuto ingannare se stessa e dirsi che aveva semplicemente approfittato della voglia di lui e della necessità sua, ma questi due?

Non li aveva mai visti prima di quel momento ed era evidente che la sua molla fossero solo i soldi.

Come se fossero poco.

Come se per soldi la gente non uccidesse, non tradisse, non rinnegasse la propria religione….

“I soldi fanno girare il mondo – disse tra sé – e stasera mi faranno girare nel letto”.

Aprì la porta e si trovò davanti Valentina sorridente con un mazzo di margherite in mano; il marito stava un passo dietro di lei.

“Entrate, prego”, disse loro facendosi da parte.

Li fece accomodare nel tinello e si affrettò a cercare un vaso per i fiori.

“Sono molto carini, non dovevate disturbarvi”, disse.

Notò che i suoi ospiti si stavano guardando attorno.

“Sembrava più grande in video”, spiegò Mauro.

Sistemò le margherite in un vaso rosso e lo appoggiò sul tavolo.

“Come vogliamo organizzarci? – domandò – Andiamo di là?”.

Mauro prese un pacchetto di Camel dalla borsa della moglie.

“Cominciate ad andare voi – disse – io nel frattempo mi fumo una sigaretta”.

Martina prese Valentina per mano e la condusse in camera da letto.

“Cosa preferisci che facciamo?”, le chiese.

Valentina si passò una mano tra i lunghi capelli corvini.

“Non lo so. Sono un po’ agitata, lo confesso”, rispose.

Martina sorrise e le fece una carezza.

“Sai, la fantasia di andare con un’altra donna è un po’ che ce l’ho – spiegò – però non credevo l’avrei mai messa in pratica. Perché sai, le lesbiche vere sono tutte mascoline e virili e sinceramente non mi sono mai piaciute. Quelle che vedi nei filmini in rete, invece, sono pornostar siliconate e talmente improbabili che non mi interessava neppure guardarle. Invece quando ho visto te e la tua amica mi sono detta, e ho detto a mio marito, che con te o con lei avrei potuto andare”.

Valentina si sedette sul letto e sorrise a Martina.

“Sono quelle cose che una dice così, non pensavo che ci saremmo mai incontrate. Sapevo che eri italiana ma nulla di più. E così quando oggi ti abbiamo vista in spiaggia non ci potevo credere, sembra quasi uno scherzo del destino”.

Martina si sedette sul materasso accanto a lei.

“Posso confessarti una cosa?”, le chiese.

Valentina annuì.

“Per me quella con Sara è stata la prima volta – spiegò Martina – Io non sono lesbica, neppure bisessuale. E’ capitato, non so neppure perchè”.

Valentina sorrise: “Quindi con me sarebbe la seconda volta?”.

“Se non cambi idea, sì”.

Valentina la abbracciò.

“No, certo che no. Credimi, mi fa piacere sapere che anche per te è una cosa inconsueta. Non mi sarebbe piaciuto andare con una professionista. Cioè, senza nulla togliere a te, voglio dire…”.

Martina stoppò il suo imbarazzo dandole un bacio sulle labbra.

“Ci aiuteremo a vicenda e sono sicura che sarà bello”, le disse.

Valentina ricambiò il bacio, che questa volta durò un po’ di più.

“Non vedo l’ora”, le sussurrò nell’orecchio.

Martina afferrò i lembi della polo dell’altra ragazza e gliela sfilò dalla testa, quindi si liberò anche lei della maglietta.

Si scambiarono un altro bacio.

Martina passò una mano sulla schiena di Valentina, e la sentì rabbrividire.

“Hai una bella pelle”, le disse.

Le diede un bacio sulla spalla. Aveva il buon sapore della pelle abbronzata.

Un altro bacio, questa volta sul collo, mentre con le mani cercava la chiusura del reggiseno.

Lo slacciò con un movimento rapido e lo fece scorrere lungo le braccia di Valentina.

Aveva un bel seno, una terza circa.

“Dovresti prendere il sole in topless, staresti meglio”, le disse.

Valentina fece per coprirsi, ma Martina le bloccò la mano.

“Ferma. Solo io sono autorizzata a toccarti le tette”.

A ribadire il concetto, le posò una mano sul seno sinistro.

Valentina emise un sospiro.

“Hai un bel seno”, le disse, accarezzandolo con la punta delle dita.

Valentina aveva gli occhi chiusi.

Martina la prese per le spalle e, delicatamente, la guidò fino a farla coricare sul materasso.

“Stai rilassata e non pensare a nulla. Ci sono qui io”, le disse.

Si protese su di lei e poggiò le labbra sul suo capezzolo.

Lo sentì irrigidirsi, così lo mordicchiò con la punta degli incisivi.

Spostò l’attenzione sull’altro seno, mentre con la mano con cui non si sorreggeva aprì la chiusura del proprio reggiseno.

Si liberò dell’indumento intimo e si adagiò su Valentina, portando i suoi seni a combaciare con quelli della ragazza.

Si baciarono ancora, questa volta di un bacio più appassionato.

Sentì alle sue spalle la porta aprirsi e udì Mauro portarsi al lato del letto, silenzioso.

Non lo guardò, ma dedicò qualche lunga carezza al corpo della moglie.

Aveva una pelle morbida e vellutata, sicuramente un dono di natura.

Chissà quanti uomini l’avevano accarezzata? Sicuramente era la prima donna.

Si mise in ginocchio accanto e prese a baciarle il torso, spostandosi verso l’ombelico.

Lo solleticò con la punta della lingua, quindi riprese a baciarla, spingendosi verso l’inguine.

Slacciò il bottone degli shorts e li abbassò, scoprendo un perizoma di pizzo bianco che spiccava sulla sua carnagione scura.

Accarezzò con la punta del dito quella zona di pelle toccata dall’elastico.

Le diede ancora un bacio sulle labbra, quindi si liberò a sua volta dei pantaloncini.

Si adagiò nuovamente sulla ragazza, lasciando che ogni centimetro della sua pelle aderisse con quella di lei.

Era calda.

Intrecciò le gambe con le sue, circondandole il corpo con le braccia e sentendo le braccia di lei attorno alla sua schiena.

Le loro labbra erano a contatto, le loro lingue si intrecciavano come serpenti.

Si ribaltarono sul letto e Martina fece scorrere la mano lungo la schiena di Valentina, interrompendo la corsa quando incontrò l’elastico del perizoma.

Lo agganciò con il pollice e spinse verso il basso.

Valentina sollevò il bacino per facilitarle il compito e lasciò che l’ultimo suo indumento scorresse lungo le gambe.

Martina portò subito la mano sul pube della sua nuova amica, e non poté non sorridere quando la ritirò bagnata.

Anche a lei stava facendo lo stesso effetto.

Lanciò una veloce occhiata a Mauro e constatò come l’uomo si fosse liberato nel frattempo di quasi tutti i vestiti ed era in boxer.

Martina non perse tempo e si privò anche lei dell’ultimo indumento.

Era eccitata dall’imbarazzo di Valentina e dal fatto che suo marito fosse lì con loro.

Era eccitata dal sapere che quei due l’avevano spiata e avevano fantasticato su di lei.

Era eccitata da tutto quello che le stava capitando, ed era preoccupata di essere eccitata.

Però si sarebbe preoccupata dopo: ora stava lavorando.

Martina accostò il viso al pube di Valentina.

La ragazza portava una sottile striscia al centro, molto curata e molto eccitante.

Sembrava fresca di estetista e questo gratificò molto Martina.

Accostò le labbra al pube della ragazza e le elargì un bacio, poi un altro.

Guardò verso di lei: sorrideva, ma era evidente come fosse un sorriso nervoso..

“Tranquilla e rilassati – le disse – ci penso io a te.

Con la delle dita Martina allargò le grandi labbra di Valentina.

Tirò fuori la lingua e la passò sul clitoride della ragazza. Lo vide ingrandirsi subito.

Lo prese tra le labbra e lo succhiò dolcemente, come fosse un gelato.

Sentì arrivare una specie di gemito dalla ragazza.

Continuò a giocare con il clitoride, stuzzicandolo alternativamente con la lingua e con le dita.

Allungò le mani e raggiunse i seni di Valentina, avvolgendoli nei suoi palmi e strizzandoli leggermente.

Aprì con due dita le grandi labbra della ragazza e vi infilò la lingua, cercando con questa di esplorare le cavità di Valentina.

Dalla ragazza arrivarono ulteriori gemiti, così tolse una mano dal suo seno e con un dito le solleticò l’ano.

Non conosceva i gusti sessuali di Valentina, ma quella era una stimolazione che lei gradiva e sperò piacesse anche all’altra ragazza.

La nuova mossa venne accolta con favore da Valentina, che intensificò i gemiti.

Martina, sempre continuando a leccarla, introdusse la prima falange nell’ano della ragazza.

Entrò senza difficoltà: evidentemente non era una novità per lei.

Martina lasciò che scivolasse dentro fino alla base, nel frattempo continuava a leccarla con frequenza sempre più intensa.

Diede uno sguardo al volto della ragazza aveva gli occhi chiusi, la bocca aperta e con una mano si toccava il seno che Martino non stava palpando.

Come se avesse letto nel pensiero di Martina, a bassa voce disse: "Sto per venire”.

Martina interpretò quella frase come una richiesta di intensificare la stimolazione, e così felice: la sua lingua esplorò ancora più a fondo nell’intimità di Valentina, dall’altra parte il dito prese a torcersi dentro l’ano.

Martina sentì la mano di Valentina afferrarle i capelli, quindi, mentre questa si chiudeva in una stretta salda, udì un gemito prolungato provenire dalla gola della ragazza.

Mancava poco.

La leccò ancora più velocemente, sino a quando Valentina, con un movimento brusco, non allontanò il pube dalla portata della di Martina e lasciò che l’orgasmo la attraversasse completamente.

Vide il volto della ragazza distendersi finalmente per il piacere provato; si mise in ginocchio, le fece una carezza e le diede un bacio sulle labbra.

Non disse nulla, ma era contenta di aver ben svolto il suo compito.

“Martina, posso chiederti una cosa?”, chiese Mauro alle sue spalle.

“Certo”.

“Abbiamo visto che l’altro giorno sei stata legata con un vibratore doppio. Ce l’hai ancora? Valentina era curiosa di provarlo”.

Martina non rispose, ma si allungò verso il comodino e aprì il cassetto, da cui recuperò l’oggetto.

Fece per porgerlo a Mauro, ma l’uomo indicò verso la moglie: “Usalo”,

Martina tornò vicino Valentina e accostò l’oggetto al suo inguine.

La ragazza era già decisamente lubrificata e anche analmente sembrava non avere problemi.

Lo accostò all’imboccatura della vagina di Valentina, che aprì subito le gambe per facilitare la penetrazione.

Trovò il punto giusto, quindi lo introdusse lentamente, facendo attenzione a non farle male.

Valentina aveva nuovamente gli occhi chiusi e si mordicchiava il labbro inferiore, in un misto di preoccupazione ed eccitazione.

Martina non si interruppe sino a quando il vibratore non penetrò a fondo, quindi lo accese alla velocità minima. Valentina quasi sobbalzò, ma tenne gli occhi chiusi e cercò di prendere confidenza con il corpo estraneo.

Martina la lasciò abituarsi per qualche secondo, quindi intensificò la vibrazione fino al punto in cui Valentina, alzando una mano, non le indicò di aver raggiunto il suo limite.

Martina tolse la mano e rimase in ginocchio a guardare la ragazza.

Sembrava molto presa dalla situazione in cui si trovava.

La padrona di casa sentì una mano passarle sulla schiena nuda: era Mauro, che le sorrideva.

Era il primo contatto fisico che avevano.

“Valentina, ora tocca a te soddisfare Martina”, disse il marito.

Martina non disse nulla, ma si sdraiò accanto alla ragazza posizionando il proprio pube all’altezza del volto di lei.

Valentina, pur impedita nei movimenti dal doppio vibratore dentro di lei, strisciò sul materasso, appoggiò la lingua tra le gambe Martina e la passò lentamente dal basso verso l’alto.

Martina si concesse un sospiro.

Valentina ripeté il movimento, guardando poi verso il volto della sua nuova amica, quasi cercando approvazione.

Martina le elargì una carezza sulla testa, gesto con il quale voleva anche indicare il suo desiderio che la ragazza continuasse.

Valentina interpretò correttamente il gesto, o forse l’avrebbe fatto comunque, e prese a leccare Martina con ritmo sostenuto.

Sembrava che, dopo un paio di tentativi di prova, avesse acquisito padronanza di quanto stava facendo e desiderasse dimostrare di essere in grado.

Martina chiuse gli occhi e assaporò quel momento, chiedendosi se avrebbe dovuto fare qualcosa.

In un rapporto paritario si sarebbe semplicemente goduta quel momento, ma ora era lì per dare piacere a loro, non per riceverne.

Tuttavia sembrava che quello fosse il desiderio della coppia: Valentina continuava a leccare in maniera molto convinta, il marito guardava la scena visibilmente soddisfatto.

Martina sentì un movimento alle sue spalle.

Spostò lo sguardo e si accorse che Mauro si era liberato dei boxer e il suo membro eretto puntava verso il viso di lei.

Martina ruotò la testa verso l’uomo e aprì la bocca; pochi istanti dopo sentiva il pene di Mauro entrarle dentro.

Lo avvolse con la lingua, cercando di concentrarsi su di lui a dispetto delle sensazioni che stava ricevendo tra le gambe.

L’uomo non rimase fermo, ma prese a entrare e uscire dalla bocca di Martina, la quale strinse le labbra attorno all’asta.

Un sospiro uscì dalla gola di Mauro.

Martina portò la mano sotto allo scroto di Mauro e, con la punta dei polpastrelli, lo accarezzò con delicatezza.

Mauro emise un nuovo sospiro, ma un gemito più forte provenne dalla gola della moglie che, sollecitata dal doppio vibratore, stava venendo.

Aveva gli occhi chiusi e per un attimo smise di leccare Martina, ma quando il suo corpo smise di essere percorso dall’orgasmo riprese a lavorare con la lingua.

Anche Martina era al limite, sia per la stimolazione fisica che per la situazione.

Non poté non pensare che, se le telecamere fossero state ancora in funzione, i suoi spettatori sarebbero impazziti.

A quell’idea strinse le dita alla base del pene di Mauro e intensificò il lavoro.

Sua moglie era appena venuta, ora era giusto che toccasse a lui.

Sollevò lo sguardo verso l’uomo, che aveva gli occhi chiusi e continuava a deglutire.

Martina estrasse il pene dalla bocca e, con la punta delle dita, prese ad accarezzarli il glande.

Il volto di Mauro si contrasse in una smorfia.

“Rimettilo in bocca!”, le disse con voce roca.

Martina eseguì, appena in tempo per essere colpita sul palato dal seme dell’uomo.

L’orgasmo di Mauro durò qualche secondo, e al termine di questo fu la stessa Martina a venire.

Non nascose l’emozione che la stava attraversando; allargò le gambe per ricevere un ulteriore leccata, quindi un gemito le scaturì dalla gola.

Estrasse il pene dalla bocca e la spalancò, per prendere aria e godersi finalmente quel momento.

Anche Valentina smise di leccarla e si sdraiò accanto a lei, mentre il marito, con delicatezza, le estraeva il vibratore dalla vagina e dall’ano.

Le due donne si guardarono e si diedero un bacio sulle labbra, quindi anche Mauro baciò la moglie.

“Baciamoci anche io te, a questo punto”, disse rivolto a Martina, e lo fecero.

Rimasero sdraiati sul letto, nudi, per almeno cinque minuti, quindi fu Mauro a rompere gli indugi.

“Vale, dobbiamo andare”, disse alla moglie.

Si alzarono all’unisono e recuperarono i loro vestiti; anche Martina fece per alzarsi.

“Rimani nuda, per piacere”, le chiese Mauro.

Martina non obiettò e si sdraiò nuovamente.

La coppia terminò di vestirsi, quindi Mauro prese una busta e la appoggiò sul comodino.

“Qui ci sono i soldi – le disse – Siamo stati molto bene, te li sei guadagnati”.

Martina sorrise, chiedendosi se avrebbe dovuto controllare la busta.

Decise che non era il caso.

“Anche io sono stata bene – rispose – Potremmo rivederci”.

“Magari sì”, rispose Mauro.

Valentina le diede ancora un abbraccio, Mauro le strinse la mano.

Martina avrebbe voluto precisare che, quando aveva detto che avrebbero potuto rivedersi intendeva anche per una pizza o un gelato, ma rimase in silenzio.

Lei era una puttana e la gente non frequenta quelle come lei, se non quando ha bisogno.

Li sentì percorrere il corridoio e uscire.

Si accese una sigaretta, si protese verso la busta e la aprì: i soldi c’erano tutti.

Stava diventando una brava professionista.

***

[Un nuovo capitolo viene pubblicato ogni pochi giorni! Torna all’indice]

[Ti è piaciuto questo racconto? Contatta l’autore!]

Vai al capitolo...