Capitolo [part not set] di 14 del racconto Le coinquiline

di Letstry

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4. Il compitino

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Il primo mese passò molto tranquillo, in casa andava tutto bene e la timidezza di Valeria, che rimaneva con gli estranei, era del tutto sparita verso Anna e Lucia. Anzi, uno che l’avesse conosciuta per solo un’ora, non avrebbe mai pensato che fosse una ragazza così allegra e di compagnia. Di questo Anna soprattutto era contentissima e le due, che avevano la stessa età e gli stessi problemi da matricole, cominciarono presto a confidarsi. Tra loro si instaurò da subito un rapporto piuttosto intenso. Anche Lucia era soddisfatta ed era sicura che la presenza di Valeria rafforzasse anche la sua complicità con la sorella, che sembrava più serena e più sicura di sé.

Venne il tempo dei primi compitini, gli esoneri parziali che in alcuni corsi permettevano di evitare, se superati, l’esame finale o almeno la parte scritta. Tutte e tre le ragazze ne avevano uno nella stessa settimana, quindi passarono giornate lunghissime cercando di prepararsi al meglio. Un pomeriggio Anna, di ritorno da lezione, trovò Valeria stesa sul letto a pancia in giù, con la testa infilata sotto il cuscino: tremava. Poi sentì i singhiozzi. Si avvicinò all’amica facendo un po’ di rumore, in modo che non si spaventasse al suo tocco, e le posò una mano sulla schiena.

-Che succede Vale?-, le chiese in tono preoccupato.

-Sono una scema, ecco che succede!-, rispose Valeria urlando in preda alla rabbia.

-Ma dai, non dire cavolate!-

-Sì invece, ho studiato come una matta per il compitino di mate e ho preso diciotto! Di-ciot-to!-, sillabò disperata senza togliere la testa da sotto il cuscino.

Anna rise di gusto. -Se è per quello, cosa dovrei pensare io che non ho passato chimica? Ero sicura di aver fatto bene. Ma tanto c’è l’appello ufficiale poi, no?- Le levò il cuscino dalla testa. -Vieni qua-.

Si sedette sul letto, addosso al muro. Valeria le si sistemò contro il petto di schiena, poggiandole la testa sul collo. Aveva la faccia tutta rossa e rigata di lacrime, ma sembrava si stesse riprendendo.

-Allora?,- chiese Anna iniziando ad accarezzarle i capelli umidi.

-Un po’ meglio, però mi secca, come fai a essere così tranquilla?-

-Ma è il primo, no? Bisogna capire come si fanno gli esami, cosa vogliono i prof, e tutto il resto. Non è neanche un mese che siamo all’università, vedrai che a gennaio andrà tutto bene!-

-Vabbè, farò finta di crederti… -, si rassegnò Valeria stringendosi nelle spalle e rilassandosi tra le braccia dell’amica.

Passarono lunghi minuti di silenzio in cui Anna, totalmente rapita, continuava ad accarezzare i capelli di Valeria, se li faceva passare tra le dita, glieli sistemava dietro le orecchie, continuava a sfiorarle il viso, anche se non piangeva più, e a cingerle il collo. Valeria completamente rilassata da quelle attenzioni voltò la testa, in modo da poter guardare Anna. Vista la posizione si trovò a sfiorarle il mento con le labbra.

-Senti An, è un po’ che voglio chiederti una cosa, però non so, giura che non mi prendi per il culo e che non ti offendi-.

-Spara… -, concesse Anna un po’ allarmata.

-Beh, sai… mi sembra che… –

-Si?-

-An, ma io ti piaccio?-, buttò fuori tutto d’un fiato imbarazzatissima.

Sì, ad Anna piaceva molto, però la risposta non le usciva dalle labbra. Passarono pochi secondi in cui Valeria scrutava curiosa negli occhi l’amica e Anna osservava da vicino Valeria. Da quella distanza riusciva a contare le lentiggini che le punteggiavano il naso, i capelli rossi che le scendevano scompigliati sulle spalle, le labbra a pochi centimetri dalle sue. La baciò. Un solo bacio morbido, mordendole il labbro.

-Sì-, le sussurrò finalmente staccandosi. Si guardarono per un attimo sorridendo, poi fu Valeria a prendere l’iniziativa. Si baciarono ancora, questa volta fu un bacio vero, voglioso, le labbra incollate le une sulle altre, le lingue intrecciate. Valeria si girò anche con il resto del corpo, erano una di fronte all’altra. Le si sistemò sulle cosce, con le gambe stese dietro la schiena. Fu facile per Anna, da quella posizione, insinuare una mano sotto l’elastico della tuta di Valeria e massaggiarle il culo. Si fece più audace e, senza mai smettere di baciarla, insinuò un dito dentro le mutandine. Si fermò un po’ a solleticare la rosellina e proseguì lungo il solco, trovando le labbra sorprendentemente eccitate e umide. Da quel lato non poteva raggiungere agevolmente il clitoride, quindi spinse. Il dito scivolò completamente dentro il solco di Valeria, che si staccò dal bacio e sospirò, -Aaah!-

Valeria spingeva il suo culo indietro, puntellandosi con la testa sulla spalla di Anna per assecondare i movimenti del dito e sentirlo entrare più in profondità. Non le era mai capitato così in fretta, ma venne gemendo in pochi secondi. Si staccarono, Valeria in un solo movimento tolse felpa e canottiera ad Anna e la spinse supina sul letto, la testa poggiata sul cuscino. Notò con piacere che non portava il reggiseno. Si tolse la maglia a sua volta e si fece trascinare sul letto da Anna. Iniziò a baciarle il collo, le guance, spostandosi sempre più su. Quando le intrufolò la lingua dentro l’orecchio, sentì un brivido percorrere il corpo dell’amica che le prese dolcemente la testa per portarla sulle sue labbra. Così sdraiate una sull’altra si baciarono ancora, sentivano il caldo contatto dei loro seni, delle loro intimità ancora coperte che quasi automaticamente si cercavano. Si stavano spingendo una contro l’altra, ruotando impercettibilmente i bacini per approfittare di quelle piacevoli scosse che i clitoridi davano a entrambe quando si strofinavano. Valeria, che continuava a prendere iniziative, scese giù, si soffermò sulle morbide tette di Anna prendendole in bocca, succhiandole. Poi scese ancora e le sfilò i pantaloni. Le mutandine avevano una chiazza più scura, lucida. Si stava bagnando. Le tolse gli slip e vide l’intimità mai violata di Anna. Sapeva che non poteva usare le dita, ma sapeva anche che l’avrebbe portata all’orgasmo più inteso che avesse mai provato solo usando la lingua. La muoveva velocemente lungo lo spacco, lambiva il clitoride e ricominciava, più lentamente. I cambi di ritmo portarono presto al limite Anna, che spingeva la testa di Valeria contro la propria figa. Quando sentiva la lingua entrarle appena nello spacco sollevava il pube, tentando di farsi penetrare più in profondità. Intanto Valeria non mollava, sentendo sotto di sé contrazioni decise nei muscoli delle gambe dell’amica, segno che si stava avvicinando all’orgasmo. Insistette fino a che Anna non piegò le gambe in alto, con piedi poggiati sul suo collo a premerla in giù.

-…Oddio… non respiro… fermati… -, ma Valeria non si fermò.

-Valee… che fai… -, ansimò concitata.

Valeria si avvicinò di nuovo al clitoride, lo prese tra le labbra e succhiò, come per fare il vuoto. -Aaaah… -, Anna venne con un urlo in preda a un orgasmo intensissimo, che la lasciò distrutta sul letto.

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