Capitolo [part not set] di 14 del racconto Le coinquiline

di Letstry

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9. Continuiamo? (parte seconda)

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

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I letti non erano ancora fatti, la mattina erano uscite tutte di fretta e comunque capitava spesso che venissero semplicemente tirate su le coperte. È proprio quello che fece Anna con le sue: erano dopotutto vestiti e non le andava di sporcare le lenzuola. Con certe cose era proprio fissata. Notò che in un momento di perversione si ritrovarono entrambi a osservare il letto di Valeria, un’occhiata e si capirono al volo: sarebbe stato fantastico scopare sul letto della bella coinquilina, tanto per farle vedere che ci erano riusciti. Si trattennero tuttavia:

-No, dai- spiegò Paolo -secondo me si incazzerebbe come una bestia.-

-Però sarebbe carino-, ribatté Anna che non aveva ancora spostato la mano dal pacco -dì che non ci hai pensato.-

-Appena l’ho visto, ma non mi pare simpatico, metti che glielo sporchiamo… e poi questo è più vicino. Ahh… che fai… – disse sorpreso, infilando una mano in mezzo ai capelli di Anna. Gli aveva appena slacciato la cintura e, abbassati in un solo colpo pantaloni e boxer, aveva impugnato il cazzo già in piena erezione da tempo. Lentamente gli aveva spinto indietro il prepuzio fino a scoprire completamente la cappella paonazza, molto più grossa del resto. Riusciva facilmente a stringere il cazzo nel pugno, ma ora che la mano era scesa fino a toccare il pube, ne sbucavano dieci centimetri buoni. Una goccia di liquido trasparente aveva fatto capolino sulla punta, roteando l’indice della mano libera Anna la sparse sulla cappella. Questo fece gemere Paolo che rafforzò la presa sui suoi capelli.

Con un altro movimento di mano Anna produsse una nuova gocciolina. Guardando il ragazzo negli occhi, avvicinò la testa e la sparse nuovamente, questa volta con la lingua. Poi inserì la cappella completamente in bocca e, mulinando la lingua, con entrambe le mani cercò le palle del ragazzo, dure, grosse, e iniziò a massaggiarle.

Invitata da una leggera spinta, smise di dedicarsi solo alla punta e pian piano iniziò a scendere con le labbra lungo l’asta. Si sentiva piena. Alzando lo sguardo vide il viso di Paolo carico di piacere e di soddisfatto stupore, quando realizzò che si era fermata solo quando le sue labbra erano arrivate in fondo all’asta: era riuscita a ingoiarlo tutto! Lentamente come era scesa, risalì, fece uscire dalle labbra l’asta pulsante e iniziò a segarlo rapidamente. Paolo ancora impressionato dalle capacità di ingoio di Anna, non si era nemmeno reso conto di essere al limite e dopo pochi colpi venne, sporcandole i capelli e la maglietta che ancora indossava.

Con poche passate di lingua Anna ripulì il cazzo, poi si sdraiò sul letto e Paolo, disfatosi dei pantaloni che aveva ancora arrotolati alle caviglie, fece lo stesso. Li sfilò anche ad Anna. Era completamente depilata. Si avvicinò alla fessurina inviolata e le infilò dentro la lingua. Da quanto aveva aspettato quel momento! Finalmente era riuscito a raggiungere la meta tanto agognata.

Iniziò un frenetico andirivieni attorno al clitoride, appena aiutato da sapienti movimenti con il pollice. Anna sentiva le scosse di piacere percorrerla tutta. Paolo non era così bravo come Valeria, i suoi tocchi erano meno studiati, ma più rozzi, vogliosi, impazienti. E poi anche il fatto che a farle tutto ciò fosse un ragazzo che di lì a poco l’avrebbe scopata contribuiva notevolmente a farle perdere la ragione.

Quando Paolo vide che Anna alzava il bacino per favorire la penetrazione della sua lingua e che quando provava ad allontanare le dita lei spingeva il ventre per ritrovarle, capì che era giunto il momento. Senza smettere di stuzzicare Anna con un dito, cercò i preservativi con la mano nella tasca dei pantaloni, che erano rimasti ai piedi del letto. Ne prese uno, lo aprì e se lo srotolò rapidamente sul cazzo ritornato durissimo.

Da quando Anna aveva iniziato il pompino non si erano più parlati e non lo fecero ancora. Paolo si sistemò sopra e sistemò il cazzo all’ingresso della fessura, lei lo guardò in modo significativo, come per pregarlo di fare attenzione, ma in preda al desiderio non poteva e non voleva fermarlo. Il ragazzo raccolse il messaggio e, con prudenza, iniziò a spingere. Prima qualche colpetto leggerissimo che strappò solo pochi sospiri ad Anna, poi, quando sentì che la cappella era entrata completamente, lasciò che il suo peso facesse il resto: si lasciò andare e, superata una minima resistenza, la sua asta scivolò dentro.

Sentì che era entrato, anche se parzialmente, e si fermò. Anna non si era lamentata, aveva solo chiuso gli occhi e ora che l’invasione si era arrestata, li stava riaprendo e osservava languida Paolo. Lui, invitato da una mano, si avvicinò al suo viso, lei gli infilò la lingua in bocca e roteando leggermente il bacino lo invitò a proseguire la penetrazione. Paolo ritrasse un po’ l’asta e riprese a spingere in modo un po’ più sostenuto. A ogni minimo avanzamento Anna tremava come una foglia, non riusciva a trattenere i muscoli delle gambe, si stringeva con forza a Paolo, le mani attorno alle spalle e la testa poggiata sull’incavo del collo. In quella posizione sospirava vicino al suo orecchio e questo non faceva che eccitarlo ancora di più. Faticava a mantenere il controllo della penetrazione, che proseguiva ancora piuttosto superficiale, ma a ritmo intenso.

Quando Anna sollevò la testa e prese in bocca il lobo dell’orecchio di Paolo, lui con una spinta decisa piantò il cazzo per quanto riusciva a entrare. Un urlo di Anna e le contrazioni che sentì attorno al cazzo gli fecero capire che era venuta. Passarono qualche minuto avvinghiati sul letto, Anna era inerme, con i capelli sudati sparsi sul viso, il cazzo ancora duro infilato.

-Che figata!- sussurrò dopo un po’.

-Vero? Avresti mai detto che fosse così?-

-No, davvero sono senza parole. Ehi! Che fai? Vedo che qualcuno è ancora sveglio.-

-Perché, tu no?-

-Mmmh… sì, direi proprio di sì, però ora lì mi dà fastidio… –

-Noo… davvero?- disse Paolo fingendosi dispiaciutissimo con un broncio esagerato.

-Hahaha che scemo… certo che se tu fossi disponibile… avrei sempre l’altro buchetto… –

-Mamma mia che affare ho fatto a mettermi in gruppo con Valeria!- rispose Paolo baciandola, e, senza pensarci due volte, si sfilò da lei, la fece girare a pancia in giù e si avvicinò al secondo buchetto. L’aveva fatto solo un’altra volta con la sua ex e sapeva che bisognava fare con calma. Raccolse un po’ di umori da davanti e iniziò a stuzzicare il buchino con un dito.

-Prima sei stato bravissimo, ma se mi fai male ora ti ammazzo… –

Paolo per tutta risposta iniziò a infilare l’indice. Anna si zittì, decisa ad assaporare tutte le sensazioni che ne sarebbero derivate. Sentiva il dito, le faceva un po’ male, ma nell’insieme era un dolore che aveva ridestato in lei il desiderio. Paolo inseriva piano il dito poi lo estraeva, raccoglieva un po’ di umori e riprovava, a ogni passata sentiva Anna rilassarsi e il forellino diventare sempre più elastico.

Ben presto le dita diventarono due, quando provò la terza sentì che Anna era pronta anche per il culo. Le porse il cazzo in modo che lo insalivasse per bene e iniziò a spingere sul buchetto: non ci fu alcuna resistenza. Rassicurato dal lungo sospiro di Anna continuò a spingere fino a che non fu completamente dentro. Quella ragazza era un portento. Pian piano lo estrasse e iniziò a pomparla. Non sentendo ammonimenti si sentì libero di aumentare il ritmo.

Anna era ormai presa dalla scopata e stava godendo come non mai, anche perché, per accentuare il piacere, aveva portato una mano sotto di sé e stava massaggiandosi il clitoride. Fu proprio una carezza troppo audace a farle perdere il controllo una seconda volta: venne soffocando un urletto sul materasso. Voleva però far godere anche Paolo che ormai era al limite. Scese ai piedi del letto, lo fece sedere sul bordo, gli sfilò il preservativo e si fece sparire l’asta tra le labbra. Lo ingoiò completamente un paio di volte, poi lo impugnò alla base e con una rapida sega lo portò all’orgasmo. Si sentì riempire la bocca dal suo sperma caldo e, senza pensarci troppo, mandò giù.

Rimasero fermi così, appagati, per minuti che parvero interminabili a entrambi: Anna si faceva accarezzare i capelli da Paolo con la testa posata sul suo ventre, mentre accarezzava a sua volta il cazzo ormai moscio.

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