di Letstry
7. La minigonna
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-Aah, ma sei scemo? E se ci vedono?- protestò appena Lucia.
-Non pensarci!- sibilò Marco mentre spingeva con forza la sua ragazza contro il muro e le infilava la lingua in bocca.
Non riuscirono a resistere, avevano cominciato a scherzare e a stuzzicarsi già dentro il negozio, ora erano sul pianerottolo del condominio, di fronte alla porta d’ingresso dell’appartamento.
-Lo sai che quella minigonna mi fa perdere la testa…- proseguì infilandole nuovamente la lingua in bocca. Lucia da parte sua non oppose alcuna resistenza, la piaceva fare quell’effetto al suo ragazzo. Già sentiva il cazzo premerla contro il muro con forza e le piaceva tanto. Provò ad ascoltarlo, non doveva pensarci, così prosegui con l’intreccio di lingue. Quando sentì la mano inserirsi nella minigonna, scostare l’elastico delle mutandine e due dita infilarsi prepotentemente nella sua intimità, capì che era giunto il momento di fare un giusto sforzo e entrare, non potevano farsi vedere dalla signora del piano di sopra! Spinse via Marco, lui la lasciò andare senza però spostare di un millimetro la mano. Attaccata al ragazzo in un curioso trenino cercò nella borsetta le chiavi, ma non era semplice con i brividi che le due dita dentro le provocavano. Le trovò, con una mano riuscì a stento a inserire la chiave giusta nella toppa, a dare il primo giro, il secondo e finalmente a spalancare la porta. Aveva il respiro affannoso e le ginocchia davano segno di non sorreggerla ogni volta che il pollice le sfiorava il clitoride.
Lanciò le chiavi sul tavolino in ingresso e voltò la testa per avere ancora la lingua di Marco. Avvinghiati, si avviarono verso la camera, urtarono il portaombrelli che cadde, ma non se ne curarono, e finirono ancora contro il muro. Marco ritrasse la mano dalle mutandine, ma solo per portarla sulla nuca di Lucia e avvicinarla, sentire l’odore dei suoi capelli. Scese con la lingua sul collo, lo percorse tutto prima a piccoli colpi, poi fingendo di mordere la compagna, che gemeva a occhi chiusi. Risalì fino all’orecchio.
-Ti voglio- sussurrò.
-Sì amore…prendimi…scopami!- ribatté una voce rotta dall’eccitazione. Marco si sbottonò i pantaloni, il suo cazzo svettava già nel pieno dell’erezione, le abbassò insieme minigonna, leggings e mutandine solo per lo stretto necessario, impugnò il cazzo, lo indirizzò sulla fessura e con un colpo di reni deciso penetrò Lucia in un sol colpo.
-Sii…amore…continua-.
Marco pompava già a ritmo sostenuto, Lucia addossata lungo la parete mugolava tutto il suo godimento. Erano entrambi completamente vestiti, ma se fosse entrato qualcuno sarebbero stati comunque i movimenti inconfondibili e lo sciacquettio osceno a rivelare tutto.
-Dai così, scopami…oddio…-
Lucia sottolineava ogni colpo con una parola, con un gemito, il viso paonazzo ma i capelli ancora perfetti, legati stretti in una coda che sobbalzava a ritmo.
-Maa…più velocee…sto venendooo!- Strinse le braccia attorno al collo di Marco e sollevò le gambe da terra per intrecciarle attorno al suo culo. In quel modo sentì il cazzo violarla completamente, era entrato in tutta la sua lunghezza e lei venne soffocando un urlo liberatorio stringendo tra i denti la felpa del ragazzo. Le contrazioni dell’orgasmo costrinsero Marco a cedere e riempirla con il suo seme.
-Amore quando sei vestita così mi fai impazzire.-
-Lo so, li metto apposta. Quando mi scopi così godo come una maiala!-
-Porcellina- le rispose, dandole un buffetto sul naso e accarezzandole la testa.
La faccia sudata aveva ripreso il suo colorito. Marco adorava gli occhi grigi di Lucia, la sua pelle bianca e i capelli nerissimi. Si baciarono ancora, più dolcemente questa volta, le lingue vorticavano intrecciandosi, entrambi allungarono una mano sulla schiena del compagno e si accarezzarono. Fu Lucia, quasi per caso a sfiorare il cazzo ancora a riposo, lucido di umori. Qualcosa le colava lungo le cosce e le inzuppava i leggings, si sentiva sporca, eccitata di nuovo. Si staccò dal bacio e si inginocchiò ai piedi di Marco, iniziò a lappare la cappella, poi inserì il cazzo tutto in bocca, era esperta in questo, le piaceva poterlo lavorare tutto senza sosta e sentirlo crescere dentro di sé ogni volta che la lingua lo sfiorava, fino a che lo sentiva premere sulle guance e allora, quasi a malincuore, lo lasciava uscire. In meno di cinque minuti il suo lavoro portò all’effetto desiderato: il palo che Marco aveva tra le gambe era pronto per lei, possente, lucido della sua saliva.
Al solo pensiero si bagnò ancora. Iniziò un attento lavoro di mani, nulla era casuale, impugnò l’asta a metà e la scappellò più volte con un movimento esasperatamente lento. Poi aumentò il ritmo e usò anche la seconda mano, lo aveva insalivato così bene che riusciva a farlo scorrere dentro i suoi pugni quasi come una vera scopata. Marco, che si stava godendo quelle attenzioni quasi trattenendo il fiato, si tolse la maglietta e i pantaloni per sentirsi più libero. Quando Lucia infilò di nuovo l’asta in bocca emise un gemito di piacere:
-Luuu…- ormai accompagnava gli affondi della ragazza con il bacino. Nonostante le sue misure non proprio ordinarie lei riusciva a prenderlo completamente in bocca. Le sciolse i capelli corvini, gli piaceva di più così, sembrava tutto più sconcio. Gli piaceva vedere i capelli che pian piano si rigavano di sudore e di umori raccolti dall’asta. Dalla massa scompigliata poi ogni tanto facevano capolino la lingua e gli occhi soddisfatti di farlo godere e di averlo in pugno. Stava per venire.
-Amoree…fermati!- Lucia lasciò uscire il cazzo dalla bocca e lo fissò con sguardo imbronciato. Marco la fece alzare in piedi, le sbottonò la camicetta e le tolse la gonna e i leggings. Il tempo di raggiungere il letto velocemente e Lucia si sistemò dandogli la schiena, poggiata con i gomiti sulla scrivania di Valeria. Lui le si posizionò dietro. Non voleva darle la soddisfazione di condurre il gioco, impugnò il cazzo saldamente e lo indirizzò sulla fessura strusciandolo più volte, poi lo ritrasse e lo strofinò ancora. Si chinò, le passò la lingua sulla schiena, su fino la collo. Il cazzo pronto a entrare.
-Cosa aspetti? Che scemo che sei…mettimelo dentro!- lo sgridò divertita.
-E se non lo facessi?- Continuò Marco prendendola in giro.
-Beh, pazienza, per questa volta…proverò a perdonarti- e senza preavviso spinse all’indietro infilandosi il cazzo dentro fino alla radice. La scenetta aveva eccitato entrambi, non si controllavano più, si stavano scopando a vicenda con tutta la loro passione, andavano avanti e indietro cercando di non perdere nemmeno un centimetro a ogni affondo. Nonostante fossero venuti entrambi poco prima, resistettero pochi secondi. Lucia, quando si sentì pervadere ancora dai fiotti di liquido caldo, venne insieme a Marco, questa volta senza riuscire a nascondere l’urlo di soddisfazione.
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