Capitolo [part not set] di 14 del racconto Le coinquiline

di Letstry

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10. Insegnami

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-Ehi, Anna, devo chiederti una cosa… anche se mi vergogno da matti-, disse pensierosa Lucia, alzandosi dalla scrivania e andandosi a sedere sul letto, di fronte alla sorella.

-Perché? Così mi fai paura, di cosa dovresti vergognarti?- domandò Anna preoccupata.

-Beh sai, lunedì mattina dovevo essere a lezione ma il prof non c’era, così avevo le ultime due ore libere e mi seccava stare fuori senza nulla da fare fino alle due… – iniziò.

-E quindi?- la invitò a continuare Anna d’un tratto sbiancata in viso.

-… beh, ho pensato che avrei potuto pranzare a casa, così ci sono venuta.-

-Oddio, che cosa hai visto- si disperò Anna poggiandosi il capo sulla mano -avevamo la porta aperta, vero?-

-Beh, sì… scusa An, però potevi avvisare- disse quasi a scusarsi -ti avrei lasciato in pace. Ho sentito rumori e mi sono incuriosita, non avrei mai pensato che potesse essere qualcuno che scopava. Poi sono arrivata lì e, a dirla tutta, ci sono rimasta di merda.-

-Stavamo già scopando? O sei arrivata prima? Dimmi che sei arrivata prima… –

-No, direi che sono arrivata dopo, eravate a buon punto… quando mi sono avvicinata, ho visto sparire tutto il suo coso nel tuo culetto- continuò, allungandosi a sculacciare leggermente la sorella per sdrammatizzare.

-Oddio che vergogna!-

-E perché? In fondo credevi di essere sola. E poi ti stavi divertendo, no?-

-Cazzo se mi stavo divertendo!- disse Anna risollevando lo sguardo da terra per guardare la sorella, abbozzando un sorriso.

-Ma scusa, tu non eri vergine?-

-Beh, sì, fino all’altro ieri sì… –

-E quindi era anche la prima volta che lo prendevi nel culo?- chiese Lucia strabuzzando gli occhi -che talento, io l’ho visto sparire dentro con una sola spinta e non mi pare sia messo male Paolo.-

-Ah, ma sei arrivata proprio dopo allora!- ormai sull’imbarazzo era prevalsa la voglia di raccontare -è stato bravissimo, abbiamo provato per un bel po’ e mi faceva pure abbastanza male, poi una volta che è entrato tutto era fatta, poteva spingere e non sentivo nulla, anzi… comunque sì, ce l’ha bello lungo ma non molto grosso… –

-Beh, che ne sai? Quanti ne avrai mai visti?-

-Due. Il suo e quello di Alessandro, e quanto a grossezza era messo molto meglio. Che poi si dirà grossezz… –

-Hai visto il cazzo di Alessandro?- la interruppe Lucia -Ma siete stati insieme due settimane!-

-Non siamo stati insieme solo due settimane… e comunque gli ho fatto un pompino, niente di più.-

-Giusto quello volevo chiederti… –

-Un pompino? Volentieri, e come farei a fartene uno?-

-Ma no scema è solo che… –

-Che… ?- la incoraggiò nuovamente Anna.

È solo che come diavolo fai a prenderlo in bocca in quel modo? Paolo sarà sui venti centimetri e tu ce lo avevi tutto in bocca, ti ho visto chiudere le labbra sulle sue palle!-

-Ah, ma allora ti sei fermata a guardare un bel pezzo!-

-Ma no, sarà stato un quarto d’ora!- precisò Lucia tutta rossa -Quando stava per venirti nel culo, ti ha avvisato, vi siete girati, gli hai tolto il preservativo e l’hai mandato giù tutto, una roba impressionante.-

-Beh, non è normale?- Anna continuava a non capire.

-No che non è normale! Io non ci riesco a prenderlo tutto, ma come fai?-

-E che ne so io! L’ho visto fare nei porno, ci ho provato e mi riesce, non ci vedo nulla di complicato.-

Si fissarono per un paio di minuti in silenzio.

-Beh, mi-mi insegni?- balbettò timida Lucia.

In quel momento sentirono la porta aprirsi e il passo leggero di Valeria avvicinarsi alla stanza.

-E come farei io a insegnarti?- domandò Anna sottovoce.

-Ciao ragazze! Che fate lì sedute?- chiese Valeria rovistando dentro una borsa appena posata -e perché parlate sottovoce?-

-No, no niente… – risposero entrambe, come se stessero discutendo di una cosa di nessuna importanza.

-Ma come niente- disse parlando con la bocca piena -voi non me la raccontate giusta. Beh, perché mi guardate così? Perché ridete? Volete un po’?- continuò offrendo loro un pezzo di banana.

-No, grazie- rifiutarono l’offerta ridacchiando -Ma ne hai ancora nella borsa?-

-Beh sì, ne ho prese sei, erano in promozione e poi non sono molto mature. Ma la piantate?- le riprese, vedendo che non riuscivano a trattenere continue risatine -Che mi state nascondendo voi due?-

-Vabbè, hai vinto. Glielo dici tu o glielo dico io, Lu?-

-Diglielo tu… –

-Allora, Lucia vuole che le insegni a fare un pompino.-

A Valeria andò di traverso il boccone: -Mi prendete per il culo?-

-No, dice che io riesco a prendere completamente in bocca venti centimetri e lei no e che allora le devo insegnare.-

-Tu riesci cosa? Ma sei impazzita?-

-Perché? Nemmeno tu ci riesci?-

-No che non ci riesco! E che c’entrano con questo le mie ba… ah, giusto… che idiota…  non vorrai mica?- continuò estraendo con gesto teatrale un frutto dal sacchetto e portandoselo alle labbra.

-Beh, tu hai un’idea migliore?-

-No, in effetti no- rise Valeria porgendo ad Anna la banana -dai, forza, facci vedere.-

-Siete matte?!-

-Che c’è, adesso che ci sono io ti vergogni?-

-No! Io così non la metto in bocca, chissà quante porcherie ha sulla buccia!-

-Oddio, ma cosa vuoi che abbia? La sbucciamo allora… –

-No, poi si rompe. Dai Lu prendi un preservativo, per favore.-

-Non ne ho qui io, li porta Marco di solito.-

-Che palle che siete voi due, se non ci sono io a portarvi le cose qui- disse Valeria cercando tra la sua biancheria. -Ecco-, porgendo poi la bustina a Lucia.

-All’ananas?- osservò divertita aprendola.

-Uno vale l’altro no?- chiosò risentita Valeria, arrossendo vistosamente.

In pochi secondi Lucia srotolò sull’asta improvvisata il preservativo all’ananas. Non era sufficiente a coprire tutto il frutto, però avrebbe fatto il suo lavoro e il risultato era davvero buffo. Risero tutte e tre insieme osservando quel dildo artigianale. Poi Lucia, piena di aspettative, lo passò ad Anna, che sentiva su di sé anche lo sguardo di Valeria: un conto era farlo a un ragazzo, un altro era farlo di fronte a sua sorella e alla sua migliore amica, con una banana per giunta. Comunque ormai non poteva tirarsi indietro così, senza pensarci troppo, alzò la testa a guardare il soffitto, un respiro profondo e, nella tipica posa di un mangiatore di spade, lentamente, si fece sparire tutto il frutto in gola, ne uscivano solo un paio di centimetri di picciolo.

Tenne in bocca la banana qualche secondo e poi la estrasse, osservando compiaciuta l’espressione di ebete stupore sulle facce delle altre due ragazze.

-Oddio An, fai impressione- commentò Valeria sinceramente ammirata.

-Che ti dicevo, vedi che non vi prendevo per il culo… –

-Dai, passate a me, devo provare!-

Lucia prese il frutto e se lo portò alle labbra diffidente.

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