Capitolo [part not set] di 14 del racconto Le coinquiline

di Letstry

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11. Progressi

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Ad Anna servirono un paio di giorni per insegnare a Lucia a ingoiare completamente la banana e, nonostante tutti gli sforzi, la sorella rimaneva comunque molto impacciata. Si erano anche attrezzate con un fallo di lattice.

-Ma stai tranquilla Lu, stai andando bene, se non ti rilassi però vomiti-, le stava spiegando paziente per l’ennesima volta.

-Ma va? Non lo sapevo!- ribatté Lucia esasperata mentre estraeva completamente il dildo per reprimere un conato. -Passami un po’ d’acqua per favore. Proprio io dovevo capitare in casa con due come te e Valeria, più piccole e più brave!-

-Sei tu che mi hai chiesto di provare, e poi anche Valeria ha imparato con noi, mica lo sapeva fare prima.-

-Sì, un’altra malata di sesso, lei ci riesce però. Scommetto che adesso è a sfogarsi con Federico.-

-Sì, credo proprio sia a casa sua, se va avanti così perderà tutte lezioni questa settimana…beata lei.-

-Per fortuna che non è qui, ci avrebbe sicuramente fatto perdere il pomeriggio!-

-Beh, dì che non ti è piaciuto venerdì… –

– – –

Tre giorni prima, per rendere le loro esercitazioni più comode (le banane marcivano e comunque qualcuno poi le doveva mangiare) avevano deciso di acquistare un cazzo finto. Erano andate insieme in un sexy shop non distante da casa, avevano passato diverso tempo a curiosare tra i vari oggetti e dopo venti minuti erano passate alla cassa con un fallo flessibile da venti centimetri, scambiandosi sorrisini e lanciando sguardi imbarazzati alla commessa. Ne scelsero uno non troppo grosso e nero visto che a Valeria quello rosa faceva senso e quello violetto ricoperto di brillantini aveva ricevuto il no categorico di Lucia. Fu la rossa a farsi coraggio, a chiedere una borsa e a pagare. La commessa, abituata a quelle scenette, rimase impassibile, non contribuì al sarcasmo generale e le salutò con un sorriso non prima di aver inserito nella borsa un paio di omaggi. Poi, ritornò a sfogliare, quasi rassegnata, il settimanale che stava leggendo. Le ragazze salutarono e uscirono gasatissime con il loro pacchetto.

-Dai Vale, guarda cosa ci ha messo dentro!-

-Allora, ci sono un campione di gel lubrificante alla ciliegia e nooo! Che figata! Tre preservativi fluo!-

Arrivate a casa, Valeria prenotò il bagno per una doccia mentre Lucia scartò il dildo dalla confezione e prese a esaminarlo. Anna, che nel frattempo si era messa a studiare come al solito distesa sul letto, in pigiama, stava tenendo d’occhio la sorella e a un certo punto dovette intervenire: nonostante i suoi consigli non stava facendo bene. Si era avvicinata, le aveva nuovamente spiegato e poi, per mostrare che i suoi consigli effettivamente funzionavano, aveva preso il fallo con fare pratico e se lo era fatto sparire in bocca un paio di volte.

Dopo qualche minuto era entrata in stanza Valeria, avvolta nel suo accappatoio turchese, intenta a strofinarsi i capelli con un asciugamano. Era rimasta un attimo interdetta nel vedere Anna in pigiama che teneva il dildo all’altezza dell’inguine mentre Lucia stava facendo pratica. Aveva fatto progressi. Si sedette sulla sedia imbottita per guardarle. Era una cosa stupida, ma si stava eccitando, anche perché Anna aveva tolto una mano dal dildo per scostare i capelli dalla faccia di Lucia: erano sciolti e si stavano appiccicando all’asta finta. Anna continuava ad accarezzarle i capelli proprio come avrebbe fatto un uomo. Si era accorta che, tenendo la base del cazzo solo un po’ più in giù, quando Lucia spingeva, la leggera pressione della plastica sul clitoride le dava piacere. Nessuna delle due si era accorta che, da qualche minuto, Valeria aveva smesso di strofinarsi i capelli, aveva allentato la cintura del suo accappatoio e aveva fatto scivolare due dita sulla sua fessura resa umida non solo dalla doccia recente. Dopo pochi tocchi si lasciò sfuggire un gemito che fece voltare di scatto le sorelle.

-Che fai Vale?-, chiese Anna.

-Cioè, vediamo bene cosa stai facendo… ti pare il caso?-, precisò Lucia.

-Dovreste vedervi, mi fate sesso come poche cose. E poi Anna, se andate avanti ancora un po’ tu vieni, te lo vedo in faccia-.

-Ah sì… ?-

Anna appoggiò il dildo sul letto, si inginocchiò di fronte alla sedia di Valeria e, scostato l’accappatoio, le affondò la lingua nella figa. Valeria con un sorriso soddisfatto si lasciò andare sullo schienale. L’accappatoio, aprendosi leggermente, fece uscire un seno, una goccia d’acqua scese dai capelli umidi e corse giù, fino all’ombelico. Lucia, dapprima un po’ imbarazzata dalla situazione, pian piano si fece coraggio. Ricordava quel che le aveva raccontato Anna. Si avvicinò alle due, prese in mano delicatamente un seno di Valeria, le scostò i capelli bagnati e posò le proprie labbra sulle sue. Un tocco dolce, incerto, interrotto solo dallo schiudersi delle labbra di Valeria, si trasformò presto in un bacio ricco di desiderio. Le cinse la testa con le mani e si lasciò prendere dal ritmo delle lingue e dal sapore dell’amica. Anna intanto ci dava dentro, aveva già inserito due dita tra le labbra della coinquilina che faticava sempre più a rimanere ferma sulla sedia. Un brivido più forte degli altri la costrinse a interrompere il bacio per gemere.

-Aaa… no, non togliere le dita An-, protestò Valeria quando Anna pur continuando a massaggiarle il clitoride tolse una mano. Ma la coinquilina si stava solo allungando verso il letto per afferrare il dildo. Ricominciò un leggero massaggio, questa volta usando la punta dell’attrezzo per inumidirlo un po’, poi, con un solo gesto lento e fluido spinse tre quarti del dildo dentro Valeria la quale si irrigidì un po’ e rimase senza fiato, sorpresa.

-Oddiooo-, disse infine. – Che figata! È lungo… aaah…-

Anna aveva iniziato a muoverlo molto lentamente, mentre Lucia era scesa a baciare il collo e le stava delicatamente solleticando i capezzoli. Con una mano Valeria stava cercando di aprire il pile di Lucia per raggiungerle il seno e teneva l’altra stretta al polso di Anna per imprimerle il ritmo giusto. Pochi minuti di quel trattamento e Valeria perse completamente il controllo, venne con un solo urlo, che la lasciò inerme sulla sedia.

Anna e Lucia erano eccitatissime, soddisfatte per aver ridotto in quello stato l’amica che aveva osato masturbarsi davanti a loro. Entrambe si sentivano bagnate, e sapevano che Valeria, almeno per un po’, non avrebbe potuto aiutarle. Finirono per guardarsi e, rosse in viso, vincendo l’imbarazzo si baciarono. Lasciandosi dietro ogni inibizione iniziarono a spogliarsi a vicenda lasciando cadere a terra i vestiti, a liberare quei corpi che bene conoscevano, che avevano guardato più volte ma mai sotto quell’aspetto. Anna spinse la sorella sul letto, una mano già scesa ad accarezzarle l’inguine, la sua fessura premuta contro la coscia. Non sarebbero durate molto, perciò Anna si voltò. Si sistemarono a sessantanove. Era una sensazione indescrivibile dare piacere ricevendolo allo stesso tempo. Gemiti sommessi riempirono la stanza. Valeria ripresasi dal torpore le guardava: erano veramente belle.

-Aaan, più veloceee! Godooo… –

Fu Lucia a venire per prima inondando di umori la bocca di Anna che a sentire il corpo fremere sotto di sé e la lingua di Lucia perdere il ritmo ed entrarle sempre più in profondità venne a sua volta, tremando.

Ripresesi un po’, si sistemarono vicine, abbracciate. Poco dopo vennero raggiunte da Valeria.

Si accorsero solo due ore dopo, quando dalla cucina proveniva la sigla del meteo, di essersi addormentate tutte e tre insieme. Abbracciate.

***

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