Capitolo [part not set] di 10 del racconto Alessandra

di Monsterdark

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6. Scambiandoci

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Alessandra, vestita in quel modo, avrebbe resuscitato un morto.

I capelli biondi erano raccolti in un’elegantissima coda alta, i capezzoli rosa puntavano la tuta come a volerla strappare e il sesso completamente depilato si intravedeva già lucido di umori.

Io, Carlo e Giulia, riavutici dall’iniziale sorpresa, le saltammo letteralmente addosso. In breve le donne restarono nude tranne le scarpe e fu naturale, fin da subito, che Giulia si impossessasse del mio membro e che Carlo affondasse la lingua nel sesso della mia Alessandra. Presi com’eravamo dall’eccitazione, nessuno durò molto. Giulia venne mentre la possedevo a pecorina, Alessandra a smorzacandela su Carlo. Noi uomini poi regalammo una maschera di caldo seme uno alla compagna dell’altro.

Dopo, fu come se ogni barriera tra noi fosse crollata. Non c’erano imbarazzi né gelosie, nessuno perse tempo a rivestirsi, solo una calda doccia ci rese presentabili gli uni agli altri, pronti per i prossimi round. Dopo il pranzo veloce, ci rivestimmo per fare una passeggiata in centro, nella quale spesso ci stuzzicavamo a vicenda con battute e doppi sensi neanche molto velati, mentre Carlo, bravo fotografo, immortalava Torino in cento fotografie; pian piano, le due ragazze iniziarono a fargli da modelle, con pose sempre più ammiccanti e velate di saffico erotismo, finché non iniziarono a farsi fotografare alzandosi la gonna o aprendo le scollature e mostrando all’obbiettivo l’ormai familiare assenza di intimo. Io e Carlo non reggemmo molto a questa provocazione e le riportammo di corsa a casa per dedicarci totalmente a loro.

Fu una serata incredibile.

Successe e provammo di tutto, il sesso anale, orale, le ragazze si regalarono uno splendido 69 lesbo che eccitò tutti oltre misura, ma credo che la doppia penetrazione su Alessandra mentre Giulia penetrava con due dita il culo di Carlo sia l’immagine migliore per riassumere un pomeriggio in cui sborrai quattro volte, tutte in un orifizio diverso.

Poi, dopo circa quattro ore dal nostro rientro, esausti, sudati e indolenziti da tanta ginnastica ci trascinammo fino alla vasca idromassaggio che abbiamo sul balcone per riposare le stanche membra.

– Cazzo ragazzi, m’avete distrutta!!- commentò languida Alessandra.

– Ne chiedevi sempre di più… ti abbiamo accontentata!!- rise Carlo.

– Però la prossima volta voglio stare io al centro dell’attenzione. Non vale, lei l’avete riempita e io venivo trascurata! – si lamentò con finto broncio Giulia – meno male che stiamo qua ancora domani… dovrete farvi perdonare!

Ridemmo tutti e quattro, lasciandoci poi rilassare dalle carezze dell’acqua calda. Mi assopii anche per una mezz’oretta, tant’è che quando mi risvegliai ero solo nella vasca. Uscii silenziosamente e rabbrividii per la carezza dell’aria fresca sul mio corpo nudo e bagnato, raccolsi un asciugamano e rientrai cercando i tre compagni di avventura. Sentii delle voci provenire dal bagno e mi ci diressi, sentendo la voce ovattata di Giulia che diceva:

– Me ne hai fatta bere troppa, sto scoppiando!

– Dai tesoro è solo acqua… e poi è quello l’obbiettivo, no?

– Ale muoviti che non resisto più!

Scostai la porta del bagno e spiai la scena. Alessandra era distesa nella vasca a gambe aperte e si stava lentamente accarezzando il sesso, leggermente rossa in viso per l’eccitazione. Giulia era in piedi, nella vasca, con le gambe a cavalcioni di Alessandra leggermente piegate. Proprio nel momento in cui stavo per chiedere cosa stava succedendo, ad un “via!” di Carlo, Giulia si rilassò visibilmente e lasciò andare un potente getto d’urina trasparente che colpì in pieno viso Alessandra. Guardai meravigliato la scena della mia donna che si masturbava mentre Giulia le pisciava addosso.

Incredulo e un po’ stranito dalla scena, me ne tornai silenziosamente nella vasca idromassaggio ripensando agli eventi della giornata; era stato tutto molto intenso e soddisfacente, non potevo negarlo, ma questa improvvisa impennata di trasgressione un po’ mi spaventava, ebbi la sensazione che fosse fuori dal mio controllo, prova ne era che nell’ultimo gioco non fossi stato minimamente coinvolto. Mi chiesi se Alessandra avrebbe condiviso con me l’esperienza; sentendola tornare, feci finta di dormire ancora per vedere cosa sarebbe successo. Invece di Alessandra, però, a riscuotermi fu Giulia. Mi svegliò con un bacio giocoso sul collo, bacio che pian piano divenne sempre più sensuale, finché le nostre labbra non si incontrarono mangiandosi fameliche. Appena ci staccammo, salì in piedi sul bordo della vasca accovacciandosi sui talloni e mi porse il suo sesso da leccare; sapendo cosa era appena successo, ero restio ad accontentarla, ma la voce perentoria, fredda, quasi cattiva di Alessandra mi sorprese:

– Leccagliela. Mi ha appena regalato un orgasmo pazzesco pisciandomi addosso, il minimo che tu possa fare è pulirgliela per bene. Avanti, muoviti!

Obbedii controvoglia. Ammetto che la situazione mi avrebbe potuto eccitare, ma il dover obbedire ad un ordine mi tolse ogni entusiasmo. Per fortuna Giulia era abbastanza eccitata da quanto fatto nel mio bagno quindi in pochi minuti venne sulle mie labbra ansimando rumorosamente. Appena Giulia scese dalla mia faccia, Alessandra dichiarò che era ora di pensare alla cena e rientrò, accompagnata dall’amica; Carlo rimase fuori porgendomi l’asciugamano mentre uscivo dalla vasca e con un cenno mi chiese se era tutto a posto; feci cenno di sì e rientrai con lui.

Il resto del weekend, come potrete immaginare, proseguì con un equilibrato mix di allegro turismo e sesso scatenato. Pian piano le fatiche si fecero sentire, quindi il ritmo diminuì ma non la qualità né la focosità degli amplessi. Quando i nostri ospiti se ne andarono, ci promettemmo di vederci al più presto, magari da loro a Mantova.

Nei mesi successivi, non successe granché. Carlo e Giulia erano impegnati con dei lavori in casa e non li vedemmo quasi mai, ogni tanto Alessandra sosteneva di voler trasgredire ma dopo un paio di giorni il suo entusiasmo calava, bocciava tutte le coppie che trovavamo disponibili su siti specializzati adducendo scuse e sabotando ogni minima possibilità di incontro. Pian piano non ne parlammo più.

La vigilia di Natale di quell’anno, in un ristorante della collina, di fianco ad un gigantesco albero addobbato, le chiesi in ginocchio di diventare mia moglie. Fu un momento incredibilmente romantico, ci baciammo teneramente e fui l’uomo più felice della terra.

Iniziammo i preparativi per il matrimonio che si sarebbe svolto a giugno, eravamo elettrizzati ed entusiasti, non c’erano tempo né energie per altre distrazioni. Giulia sarebbe stata testimone di Alessandra per cui li rivedemmo spesso ma senza possibilità di divertirci.

Il giorno del matrimonio, Alessandra era radiosa. Lo splendido vestito di alta moda era perfetto su di lei, le calzava meravigliosamente esaltandone il fisico snello e le curve sinuose; per il ricevimento, poi, uno stratagemma sartoriale permetteva di rimuovere la parte che copriva le spalle, lasciandola con una sensualissima scollatura posteriore che arrivava a lambirle i glutei. Era una dea, era la mia dea ed io ero follemente innamorato.

Ero.

***

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