Capitolo [part not set] di 10 del racconto Alessandra

di Monsterdark

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5. Il patto

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Per diversi minuti regnò il silenzio.

Entrambi dovevamo riordinare le idee e le emozioni prima di iniziare una discussione che, lo sentivamo, avrebbe potuto mettere la parola fine alla nostra relazione.

– Marco, dobbiamo parlare. – esordì lei – vorrei se fosse possibile che tu mi ascoltassi senza interrompermi, così ti potrò spiegare cosa è successo e perché è successo. Sono sicura che, visto che mi ami, la nostra unione uscirà più forte di prima da tutta questa storia.

– Non ne sono così convinto. Ma va bene Ale, dimmi quello che mi devi dire. Non interromperò.

– Innanzi tutto vorrei che capissi una cosa: Carlo non è più bravo di te a letto, non ha il cazzo più grosso e fisicamente non mi piace più di te. Non provo nessun sentimento per lui. Mi sono concessa a lui, perché ne avevo voglia. Vedi, sto scoprendo in me una natura porca, vogliosa, continuamente desiderosa di provare forti emozioni sessuali; non è una necessità fisica, ma psicologica, ho voglia di trasgredire e continuo a farlo, è più forte di me. Vuoi degli esempi? Prima di partire, a cena dai tuoi, mentre eravamo a tavola, mi sono masturbata strusciandomi contro la gamba del tavolo. Così, perché ne avevo voglia, era eccitante l’idea e l’ho fatto. È da un po’ che sento queste continue pulsioni e spesso le ho dovute soffocare per amore tuo o per senso morale. Ma adesso basta. Scoparmi Carlo davanti a te è stata un’esperienza forte, fortissima e a emozioni così non voglio rinunciare mai più. Lo so che ti sto dicendo qualcosa di scioccante e che potrebbe distruggere il nostro amore, ma c’è un alternativa: puoi partecipare. Se vorrai restare con me, ti amerò sempre, anche più di prima, e la nostra vita cambierà solo quando io avrò dei “pruriti” che vorrò togliermi; in quei momenti, ci organizzeremo in modo che tu possa partecipare attivamente e divertirti anche tu, ma mai, in nessun modo potrai dirmi di no. Voglio seguire a tutti i costi la mia natura.

– E ti aspetti che io accetti serenamente la cosa? Sapere, anche vedere, la mia donna che si fa sbattere da altri dovrebbe andarmi bene?

– Basta combinare bene la cosa e anche tu avrai altre donne con cui andare… vedi, io ho questa necessità ma ti permetto di seguire le tue senza limiti, basta che facciamo le cose insieme!

– Ale, ma io non ho bisogno di andare con altre per seguire le mie necessità!! Certo, anche a me piace trasgredire, non lo nascondo, ma non mi interessa farlo con altre, voglio trasgredire con te!

– Che diavolo Marco, sei così dannatamente egoista! Ti costa così tanto fare qualcosa per rendermi felice?

– Per far sì che tu sia felice, dovrei essere infelice io?

– Non essere melodrammatico, ti propongo di scoparti altre donne con il mio consenso, non ti sto dicendo di spararti in un piede!

– A me sembra che tu sia impazzita, ma come ti vengono in mente certe cose? Sei fuori di testa!

– Sarò anche fuori di testa, ma so cosa voglio!!! E quello che voglio è seguire la mia natura, senza se e senza ma, e se non ti piace quello che voglio fare, beh, tra noi È FINITA!!!!!!

Era rossa in viso, le vene del collo gonfie, era veramente fuori di sé mentre mi sbraitava contro. Mi zittii, troppo sorpreso per replicare, stupito della convinzione con cui aveva espresso i suoi desideri e soprattutto dalla portata della sua ultima minaccia. Forse anche lei si rese conto di quello che aveva detto e silenziosamente si sdraiò sul letto piangendo piano.

Che dovevo fare? Da un lato avrei voluto mandarla a fare in culo, aveva rovinato tutto per del banale sesso, che andasse a farsi fottere da chi voleva, io mi sarei rifatto una vita. Dall’altro lato, però… non nascondo di essere stato, per un attimo, incredibilmente eccitato dal vederla posseduta da Carlo; e con Giulia mi sarei potuto divertire parecchio, era una bella ragazza e sembrava sapere decisamente il fatto suo a letto. Avrei potuto farlo senza rimorsi e sensi di colpa, anzi, tornando poi a casa con Alessandra felice ed appagata.

Cosa avreste fatto voi?

Io ci rimuginai su un bel po’. Poi, mi sdraiai vicino ad Alessandra abbracciandola da dietro. Lei stava ancora singhiozzando leggermente e quando l’abbracciai trattenne il fiato come in attesa del verdetto.

– Non mi piace l’idea di condividerti. Mi fa ingelosire che qualcun altro possa accarezzarti, toccarti, farti godere. Ma non ti voglio perdere. Ti propongo un patto: ci proviamo, ma io devo essere sempre presente, devo approvare sempre la coppia e devo poter fare sempre quello che mi sento. E se per caso non dovessi farcela, proverai tu a rinunciare a queste trasgressioni? Io sono pronto a sacrificare qualcosa, se anche tu sei disposta a farlo.

– Ok amore!!! Tutto quello che vuoi!! Faremo le cose insieme e le decideremo insieme e ti prometto che se vorrai smettere riconoscerò il tuo tentativo di venirmi incontro e smetteremo, promesso!! – mi disse baciandomi poi con entusiasmo da ragazzina.

Facemmo l’amore dolcemente, delicatamente, quasi con la paura di spezzare quel nuovo equilibrio che si stava formando.

Avevo ceduto, ma non l’avevo persa.

Rientrammo a casa e pian piano ci lasciammo alle spalle la nostra crisi. La routine quotidiana ci riassorbì interamente e non affrontammo più l’argomento per un mese e mezzo circa. Poi, una sera che eravamo al cinema, Alessandra mi stuzzicò durante la proiezione facendomi eccitare fino al limite per poi, complice la sala semi-deserta, prendermelo in bocca e farmi godere ingoiando tutto il mio piacere. Tornando a casa le chiesi cosa avesse scatenato quel raptus.

– C’era una coppia al cinema, sembravano innamorati, ma lui non smetteva di fissarmi, mi spogliava con gli occhi; ho immaginato di abbordarli e proseguire la serata a casa loro, così mi sono eccitata e ho deciso di fargli vedere qualcosa di più interessante del film!

– Povero, starà tornando a casa con gli ormoni a mille… speriamo che lei lo lasci sfogare!! – ridemmo insieme.

– Amore ho voglia di scatenarmi… perché non invitiamo Carlo e Giulia da noi per il weekend?

-Ok amore, quattro chiacchiere con loro le faccio volentieri!

Carlo e Giulia furono felicissimi dell’invito, non erano mai stati a Torino e ne avrebbero approfittato volentieri per fare del buon turismo… e non solo! In più, un’entusiastica mail che mi scrisse Giulia nella quale si definiva “già un lago al pensiero di riprendere il discorso interrotto tra noi” mi mise di ottima propensione per il weekend. Sistemammo la camera per gli ospiti e organizzammo un paio di uscite enogastronomiche nei dintorni, ma non pianificammo molto per il resto del tempo in modo da essere liberi di divertirci; il venerdì Alessandra passò la mattinata dall’estetista e a fare shopping, io dopo una veloce capatina in studio andai in palestra e poi incontro ai nostri ospiti.

-Ciao ragazzi e benvenuti a Torino!- li salutai.

Qualche veloce convenevole sul tempo, mentre dal binario li accompagnavo nell’atrio della stazione verso il bar per offrir loro un caffè ristoratore. Giulia colse l’occasione per andare ai servizi, io e Carlo per parlarci un attimo in territorio neutro:

– Marco, grazie mille dell’invito! La vostra compagnia ci è piaciuta tantissimo e speravo sinceramente di rivedervi. Vorrei solo capire le vostre intenzioni, per non ricadere negli equivoci dell’ultima volta e perdere la vostra amicizia. Vedi, io e Giulia siamo scambisti da diversi anni e quella sera, quando ho visto che Alessandra mi si concedeva, ho pensato che per voi fosse lo stesso… ma credo di essermi sbagliato!

– Già Carlo, in effetti non avevamo mai fatto nulla del genere, ne avevamo parlato durante la vacanza dopo quel pomeriggio in spiaggia, ma non avevamo preso una decisione, per quello rimasi assolutamente sorpreso e scioccato e reagii in quel modo. Ora ne abbiamo parlato, abbiamo messo alcune regole e deciso di provare questa esperienza, per cui stai tranquillo, non vi caccerò di casa!

– Lieto di sentirlo! Vedrai, sarà un weekend indimenticabile per tutti e quattro!

Partimmo alla volta di casa mia, con un’eccitazione crescente, corroborata dal ricordo di quanto dettomi da Giulia a Lanzarote riguardo alla sua abitudine di non portare mai l’intimo. Arrivammo a casa e, se ci fosse ancora stato qualche dubbio su cosa sarebbe successo quel weekend, l’abbigliamento scelto da Alessandra per accogliere gli ospiti li fugò tutti; era in sala, seduta sul nostro divano in pelle bianca. Bellissimi sandali dorati tacco 15 fasciavano i suoi piedi nudi. Risalendo con lo sguardo sulle gambe accavallate, si incontrava una tuta in microrete con effetto trasparente che ricopriva totalmente il suo splendido corpo, lasciandolo non nascosto ma solamente velato. La totale assenza di intimo la rendeva una superba, erotica e conturbante visione.

Carlo è qui al mio fianco, ora. E se gli chiedessi cosa pensò quando vide Alessandra vestita così, beh direbbe: “Ho pensato che eri fottutamente fortunato ad avere una donna così sexy, ma io di più, perché me la sarei scopata col tuo permesso!”. Ora non la pensa più così, anzi potrei dire che senza di lui, non sarei riuscito a superare quello che mi è successo.

Ma andiamo per ordine, e torniamo a quel weekend…

***

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