Capitolo [part not set] di 12 del racconto Il filo di L

di Alba6990

Spiare.
Osservare.
Capire.
Sono tre verbi diversi fra loro. Tre significati diversi. Tre parole usate in contesti differenti. Ma qui sono tutte e tre connesse da un sottile filo. Un filo sottile e delicato, ma allo stesso tempo così importante e fondamentale. Come il filo tessuto, misurato e tagliato dalle tre Parche.
Sono diversi fra loro coloro che spieremo, osserveremo e capiremo. Sono esseri umani che vivono la loro vita incuranti dell’esistenza degli altri. Passeggiano per le strade della stessa città, magari imbattendosi anche fra loro. Si possono incontrare in una chat, in una palestra, davanti ad un caffè.
Eppure non hanno niente in comune fra loro. Niente che li leghi. O forse invece sì?
Un filo sottile e delicato, allo stesso tempo così importante e fondamentale. Come quello tessuto, misurato e tagliato dalle tre Parche.

Me.

— – – ELISA – – —

Vanità.
In assoluto il peccato che contraddistingue questa ventenne. Sono le 20.30 di un giovedì sera come tanti.
Davanti allo specchio di camera sua, si pavoneggia, mettendosi in mostra davanti a sé stessa. Certo, lei se lo può permettere: Madre Natura le ha donato uno di quei corpi che gli uomini sognano la notte. Ha una forma quasi a clessidra, con il seno abbondante e sodo e due natiche che sembrano disegnate con il goniometro. La palestra e la dieta hanno plasmato il suo fisico rendendolo tonico e affascinante. E il suo viso non è da meno: bianco, candido, con una sola piccola lentiggine vicino al naso, una bocca da bambola rossa e occhioni grandi e azzurri. Il tutto incorniciato da una massa folta di capelli ricci e rossi.
È l’incarnazione della Venere di Botticelli, ha anche ragione a rimirarsi davanti allo specchio, mentre indossa un vestito firmato, la scollatura a V che farebbe venire gola a chiunque e la schiena nuda.
Prende tra le mani il cellulare e si posiziona un po’ più lontano dal suo riflesso. Il vestito è completamente rivestito di brillantini e lo fanno sembrare quasi una notte stellata, arriva fino a metà coscia; le scarpe sono di camoscio nero con un tacco vertiginoso; i gioielli di Tiffany luccicano sul suo corpo.
Si sistema meglio i capelli per creare una sorta di criniera infuocata, tira leggermente in fuori le labbra come a schioccare un bacio, trova una posa che metta in risalto le curve del suo corpo e scatta la foto.
Venuta bene al primo colpo, come al solito d’altronde.
Entra sul suo profilo di Instagram e si mette subito a battere le dita sulla tastiera del cellulare, le unghie lunghe e ben curate ticchettano sullo schermo del suo i-Phone 7: “Allora…#preparandosiperiljust #fashion #outfit #tiffany?? #love❤ #style #selfie #venutaalprimocolpo #nofilter #kiss?. Okkei, direi che questi hashtag possono bastare. E ora vediamo quanti like mi danno i miei followers.”
Sì, Elisa è proprio vanitosa. E purtroppo non è uno di quei tipi di vanità che si possono salvare: tutto ciò che le interessa è che gli altri la trovino la più bella del reame, la più alla moda, la più seguita sui social network, la più popolare, la più voluta dai ragazzi. Sono queste le cose importanti del suo mondo. D’altronde, a confermare questi suoi pensieri, ci sono migliaia di persone che seguono il suo profilo, che mettono like alle sue foto (o meglio, i suoi selfie), che commentano tutte le sue direct o che seguono le sue storie su Instagram.
Mentre si prepara la piccola pochette con dentro l’occorrente per passare la serata al meglio, le arriva un messaggio sulla chat di Instagram. È Lorenzo Trenti, un uomo sulla trentina, suo follower, con il quale sta intrattenendo svariate conversazioni da un paio di mesi.
Lui l’aveva subito colpita: un uomo affascinante, capelli corvini, sguardo ammiccante. Nel conoscersi, lei non si è mai risparmiata l’aria civettuola e maliziosa…e a dirla tutta, neanche qualche foto. Lui ha sempre ricambiato mostrando la sua eccitazione davanti a quei seni morbidi e invitanti, a quelle labbra rosse e da mordere, ma non le ha mai inviato alcuna foto. Ha sempre detto di volere che lei lo immaginasse, che se lo gustasse fantasticandoci sopra su come potesse essere nelle serate in cui si masturbava nel suo letto. Poi, nella realtà e quando sarebbe arrivato il momento, lei avrebbe trasformato le sue fantasie in realtà.
Un sorriso malizioso compare velocemente sul viso di Elisa mentre apre il messaggio: “Ehi, bellissima…ho appena visto la tua foto e devo dire che sei davvero qualcosa di sensazionale.”
“Oh sei troppo gentile, lo sai? ;)”
“Dico solo la verità, tesoro 🙂 allora andrai alla degustazione a base di tartufo che c’è al Just?”
“Sì, proprio quella. Tu che cosa farai invece stasera, oltre a pensarmi? ;)”
“Oltre che stupenda sei anche veggente…;) comunque credo che stasera uscirò e andrò anche io in un locale a bere e mangiare qualcosa, magari ci possiamo sentire nel corso della serata.”
“Certamente, altrimenti ti mancherei troppo…”
“Ahahah hai proprio ragione…e infatti c’è qualcosa di te che mi manca adesso.”
Ad Elisa luccicano gli occhi. Sa bene di cosa sta parlando, ma vuole che sia lui a chiederglielo: “Ah sì? E di che cosa si tratta? ;)”
“Lo sai bene, tesoro…”
“Ma voglio che tu me lo chieda.”
“Bene…allora togliti quel bel vestito e fammi vedere quello che nasconde a malapena…”
Una vibrazione percorre il ventre di Elisa. Non sa esattamente come faccia quell’uomo, tuttavia si sente completamente eccitata ogni volta che si scrivono. Non sa che voce abbia, ma immagina un timbro caldo, vellutato, sensuale. Immagina che sia quella stessa voce a spogliarla, a scivolarle sulla pelle esattamente come sta facendo il suo vestito. Il suo corpo candido è in completa esposizione. I capezzoli turgidi si ergono verso l’alto in mezzo a quelle erotiche e grandi areole scure.
Come prima, prende il cellulare, si mette bene in posa, si sistema i capelli, arriccia leggermente le labbra come a schioccare un bacio e scatta la foto.
Lorenzo riceve subito il suo tanto desiderato seno ed Elisa sa che lo fa impazzire. Lei sa di essere bellissima e sa che ogni uomo che conosce vorrebbe portarla a letto, ma con Lorenzo ha sviluppato quasi un’ossessione per i suoi complimenti. Le dà un piacere immenso tra le cosce sentirsi così desiderata.
“Oh ciao meraviglie! Quanto mi siete mancate in questi due giorni che non vi vedo…”
“Sono tutte per te, caro…ti piacciono?”
“A me piace tutto di te…sai che cosa farei a quelle tette che ti ritrovi?”
Eccolo. Elisa ha un fremito. Un solletico piacevolmente familiare si fa largo nei suoi sensi. Ecco al lavoro quella parte del cervello che non si trova nella testa, ma in un’altra parte del corpo, in un altro organo, il suo organo riproduttivo.
Elisa guarda l’orologio. Le 20.57. Ha ancora tempo per godere di quei messaggi.
Si sdraia comoda sul letto, i grossi cuscini e le coperte bianche e morbide le fanno da cornice, dall’alto sembra un quadro: “Che cosa vorresti farci?”
“La prima cosa che vorrei fare è tastarne la consistenza. Averle fra le mani e giocarci come più mi piace. Magari le faccio sballonzolare un po’ davanti ai miei occhi. Le tiro su, verso il tuo mento, poi le tiro verso di me, le premo con le mani come fanno i bambini con il pongo.”
Le palpebre di Elisa si rilassano, il suo corpo è sotto l’effetto dell’eccitazione e della Lussuria che prova nei confronti di quest’uomo e di ciò che scrive. Si massaggia i seni con una mano, imitando i movimenti che ha appena descritto. La pelle d’oca le inturgidisce ancora di più i capezzoli. Alza il cellulare e si fa un video mentre esegue queste manovre. La bocca è semiaperta e la sua lingua fa movimenti osceni nel leccarsi le labbra. Un palese invito per qualsiasi cosa, ma in questo caso a leccare quelle succose dune di carne.
“Brava…è così che le voglio toccare…e poi quella bocca…tu mi vuoi mandare al manicomio.”
“Avanti. Che cosa ti piace della mia bocca?”
Scrive Elisa mentre porta una mano sul suo fiore aperto e bagnato. I petali sono completamente dischiusi, colanti umori. Il bottoncino è esposto e vittima delle attenzioni del dito medio di Elisa, che lo sta solleticando e coccolando.
“Ah la tua bocca, tesoro…sembra che Madre Natura l’abbia disegnata apposta per ciucciare cazzi…e in particolare il mio…che sto segando…”
A Elisa sfugge un gemito di goduria, mentre comincia a sudare. Fa decisamente caldo e nella stanza si espande un profumo di sesso intenso come l’incenso.
“Mmm…dài, fammi vedere…” scrive Elisa sempre più persa nel vortice dell’orgasmo imminente.
“No, gioia…non ti faccio vedere niente, lo sai 😉 ma sappi che ho due coglioni gonfi e pieni, grossi come quelli di un gorilla…sono carichi e dentro c’è un liquido biancastro e denso che aspetta solo di uscire fuori. Di schizzarti dritto in quella boccuccia impertinente e su quelle tette sode….ho il cazzo in mano ed è durissimo…è tutto intriso e odora di pre sperma…mi fai morire…”
Elisa non ne può più. Vuole venire. Vuole esplodere e vuole accasciarsi sul letto bagnato di lei e della sua voglia. Ma lei vuole una cosa per poter venire: “Mmm…avanti dillo…”
“Cosa?”
“Che sono la più figa, che ti faccio morire di voglia, che sono l’unica che vuoi scoparti…”
“Tesoro, sei la ragazza più figa della terra, mi fai morire di così tanta voglia che finisco per segarmi ogni volta che ti sento e non c’è nessun’altra al mondo che mi voglia sbattere…”
Finalmente. Il dito saetta sulla clitoride. Non le lascia tregua. E poi Elisa viene. Viene gemendo quasi piagnucolando come una bambina. Dalla sua vagina parte uno schizzo, un getto di umori, seguito da un altro più potente. Sta bagnando il letto con il suo piacere.
Il suo corpo trema e la sua mano non si ferma fino a quando non è pienamente soddisfatta.
È fantastico. Quell’uomo vive per lei. Vive per scoparsela. Non c’è niente che la ecciti di più.
E mentre è sul letto a riprendersi da quell’orgasmo potente, riceve un altro messaggio. Sarà ancora Lorenzo? Non si erano salutati? E infatti non è lui.
“Mmm…vediamo…magari è un altro mio follower…” dice Elisa fra sé e sé: tale Maurizio Andreoli le scrive: “ehi ciao sei bellissima ti voglio scopare questo e il mio numero ….”
Elisa alza gli occhi al cielo sbuffando. Nessun ragazzo può fare a meno di lei e lei si gongola sempre per questo fatto. Ma davvero questo tizio grasso, brutto e per di più sgrammaticato crede di poter essere degno della sua attenzione?
Visualizza il messaggio e non risponde. Tanto per un perdente del genere non ne vale la pena.
Si rimette il vestito e si rimette a posto il trucco, pensando che questo idiota le ha prosciugato ogni voglia di sesso che aveva.

— – MAURIZIO – —

Il monolocale è completamente sudicio. I muri sono unti e pieni di muffa. Sul tavolo di legno sgangherato sono abbandonati piatti con avanzi di cibo e un posacenere pieno di cicche di sigarette. Una mosca svolazza tranquilla e si nutre degli avanzi sui piatti. Maurizio, una specie di relitto umano, è accasciato su quella sedia che è fin troppo piccola per il suo enorme culo.
A terra, come a formare un cerchio protettivo, fazzoletti sporchi e intrisi di sperma giallastro e puzzolente. Lui sta riprendendo fiato come se avesse appena fatto una maratona e il suo respiro produce un fischio abbastanza raccapricciante. Sembra un animale ferito. E invece è solo seduto con l’uccello sporco di sperma e mezzo floscio fra le mani. Davanti a lui, le foto del profilo Instagram di una ragazza con i capelli ricci e rossi e due tette assurde strette in un vestito scollato.

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