Capitolo [part not set] di 12 del racconto Il filo di L

di Alba6990

Un filo.
Un filo sottile che collega tutti voi.
Da grembo a tomba.
Ho visto miliardi e miliardi di esseri umani ricamare con il mio filo.
E ho visto miliardi e miliardi di arazzi diversi.
Permettete di spiegare: voi umani, fin da quando venite al mondo, disponete del mio filo. In genere, i bambini ci giocano, come fanno i gatti con i gomitoli. Molti, fortunatamente, non sanno cos’hanno tra le mani. Solo con il tempo e la pazienza, si scopre l’importanza di quel filo.
E quando lo scoprite, cominciate a ricamare.
Alcuni sono pazienti e lavorano più lentamente. Altri sono più veloci. Altri cercano in tutti i modi di ricamare più degli altri. E altri ancora si divertono in ciò che fanno, senza guardare esattamente ciò che fanno.
In base a come lavorate il mio filo, voi realizzate gli arazzi delle vostre vite.
Giulia ha ricamato bene e con passione: senza fretta, senza strafare, senza presunzione. E durante il suo lavoro, il suo ricamo si è unito a quello di Nicola. Gli arazzi delle loro vite sono un tutt’uno, realizzati insieme. Colorato, vivace, pulito, meraviglioso da guardare.
Elisa, invece, ha voluto strafare. Ha voluto fare più degli altri. Ha peccato di presunzione e stupidità. E questi ingredienti hanno prodotto un risultato pasticciato, carino e non eccezionale all’inizio, che piano a piano si va a diradare nel niente. Il suo arazzo l’ha lasciato incompiuto.
Maurizio ha distrutto il suo arazzo con le sue stesse mani.
Antonio e Lorenzo? Due arazzi anonimi, che si confondono con quelli di altri miliardi di individui.

La Lussuria costella le vostre vite. Sta a voi decidere come usufruire del filo di cui disponete.
D’altronde, il sesso è una se non la prima cosa che fa girare il vostro mondo.
Scegliete voi come trattare il mio filo.
Ricordate però una cosa: Giulia e Nicola l’hanno usato bene e con calma, Elisa e Maurizio l’hanno distrutto nello strafare.
Spetta a voi decidere se io posso essere una gioia nella vostra vita o la vostra dannazione.
Io vi consiglio di tesserlo bene il mio filo.

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