Capitolo [part not set] di 12 del racconto Il filo di L

di Alba6990

Un incontro piuttosto movimentato quello di Nicola e Giulia. Due ragazzi normali che si incontrano in palestra, ma magari non nel modo che tutti si aspettano. Credo che se ci fosse stata Elisa al posto di Giulia, le attenzioni di Nicola avrebbero avuto un effetto più immediato.
A proposito di Elisa: dove l’avevamo lasciata?

— – ELISA – —

I suoi passi risuonano sull’asfalto, un ticchettio lento e ipnotico, come la lancetta dei secondi di un orologio.
Con grande soddisfazione, Elisa nota che ha attirato molti sguardi maschili verso di lei. Questo fatto crea dentro di lei una maggiore sicurezza di sé, più di quanta non ne abbia già. Le spalle in su, schiena dritta, curve del corpo in bella mostra, sguardo ammiccante.
I suoi capelli rossi le incorniciano il viso truccato accuratamente formando una criniera leonina.
Non passa di certo inosservata, mentre si fa mettere il timbro del locale sul dorso della mano destra e percorre il tragitto che porta al buffet.
Il sentiero lastricato costruito nell’erba è contornato da delle luci che spuntano dal terreno, illuminando il cammino. A Elisa piace tanto questa entrata, la fa quasi sentire sul red carpet, pronta per i fotografi.
Delle lampade a forma di fungo riscaldano l’ambiente circostante dalla frescura della sera e all’interno del locale si trova il buffet.
Elisa si fa largo nella miriade di persone che sono accorse all’evento. O meglio, quando gli uomini la vedono le fanno spazio senza che lei smuova un dito.
Si sente una dea. Una Venere sotto lo sguardo ammaliato dei presenti. Tutti le apostrofano dei commenti sul suo aspetto fisico.
“Sei un raggio di sole.”
“Ehi, ciao bella!”
“Ti va di ballare con me più tardi?”
“Attenzione, una bellezza in arrivo!”
E altri commenti del genere. Elisa mostra loro quello che vogliono vedere, tira bene in fuori il petto come un gallo e cammina sculettando leggermente. Una grazia nei movimenti superba. Sono tutti ipnotizzati e quasi sicuramente con un certo rinvigorimento nel basso ventre. Ma ad Elisa non interessa nessuno di loro, solo i loro complimenti. Il fatto che sia così bella e così voluta da così tanti uomini, le fa provare un brivido di piacere lungo la spina dorsale, che percorre in pochi centesimi di secondo tutta la schiena per poi diffondersi nel ventre, come tante piccole scariche elettriche. La eccita pensare che quando torneranno a casa, prima di addormentarsi, faranno un pensiero su quella bellissima rossa del locale, con una mano sul membro e i testicoli pieni.
Arriva davanti al buffet e la prima cosa che nota (oltre al risotto con il tartufo nero) è un banco pieno zeppo di prodotti a base di tartufo: barattoli di crema tartufata, miele al tartufo nero, affettato al tartufo, condimento di tartufo bianco a base di olio extra vergine di oliva, salsa tartufata, vellutata di tartufo.
A vedere tutto questo le viene un appetito…quasi pari all’appetito che hanno di lei gli uomini del locale.
Ci sono tante pietanze, ma quello che vuole lei è il risotto.
La ragazza incaricata di servire il cibo, le dà una generosa porzione in un piatto di plastica e una forchetta, quindi Elisa si dirige verso un tavolo vuoto all’esterno.
Prima di mangiare, ci vuole però una bella foto per il suo profilo Instagram! Ovviamente, con il suo viso accanto al piatto, perché è lei che deve ricevere i like.
Quindi, imposta la fotocamera interna del suo cellulare, prende il piatto con la mano libera e lo porta vicino al suo viso. Le labbra a forma di cuore, coperte di rossetto rosso e *CLICK*, il selfie è fatto: “Allora mettiamo: #serataaljust #just #me #venutaalprimocolpo #nofilter #kiss? #risottoaltartufo? #degustazioneditartufi #food e direi che siamo a posto. Ora vediamo quanto ci mettono con i like.”
Elisa posiziona il risotto e il cellulare sul tavolo, in attesa delle notifiche. Ci vogliono pochi secondi e subito arriva un like, e poi un altro, un altro ancora, in un minuto ha già preso 50 like: “Ottimo, ora posso mangiare.” Dice lei tra sé e sé.
“Sei bellissima dal vivo…” Elisa sente la voce di un uomo dirle queste parole. Si volta e davanti a sé trova Lorenzo!
L’uomo che sta sentendo da mesi, con il quale si masturba quasi quotidianamente.
Dal vivo è ancora più arrapante! Di certo quest’uomo fa presenza! L’utero di Elisa sta saltando dalla gioia, ma lei non perde il suo contegno: “Lorenzo! Che piacere vederti! Che cosa ci fai qui?”
“Beh, ti avevo detto che sarei uscito e andato in un locale stasera. Ma forse tu avevi la testa su altri pensieri…” allunga una mano e le accarezza la guancia. Elisa quasi si scioglie. Il pensiero di come poco prima di uscire lui l’abbia fatta venire nel suo letto è decisamente uno stimolante pazzesco. Le attenzioni che lui le dedica sono come benzina sul fuoco. “Siediti e mangia con me.” Non è una richiesta, è un dolce ordine e lui non si lascia pregare.
Si siedono al tavolo, Elisa si posiziona in modo che il suo seno sia in mostra. Prende una forchettata del suo risotto e lo porta alla bocca, mentre lo sguardo di lui percorre ogni curva del suo corpo.
Sa bene che cosa vuole lui in realtà, e non è certo il risotto. Lo nota dal palese rigonfiamento sotto la cintura. Il cellulare non è di certo!
Elisa prende un’altra forchettata, deviandola apposta verso l’angolo della bocca, sporcandoselo appena.
“Che maldestra…” dice lei guardandolo negli occhi e cominciando a pulirsi con il polpastrello del dito indice la zona interessata. Raccoglie la crema e succhia appena il dito, mostrando a Lorenzo come si sta gustando il sapore del risotto. Le labbra sporgenti, un leggero e quasi impercettibile gemito, gli occhi maliziosi. L’uomo accanto a lei manifesta il suo interesse quasi stravaccandosi sul divanetto, il cavallo dei pantaloni palesemente in fuori, l’erezione che viene contenuta a malapena.
Elisa, mentre si passa il dito sulle labbra, lo coccola con la lingua, gli dà piccoli baci, lo guarda intensamente. Gli sta facendo capire quali attenzioni pregiate riceverebbe dalla sua bocca. Lorenzo, comincia automaticamente a palpeggiarsi il pacco ben evidente.
“Hai qualche problema di contenimento?”

*20 minuti dopo*

— – LORENZO – —

“Ahh siii…sono la più figa che ti sia mai scopato, vero?”
“Certo che lo sei, piccola…”
Lorenzo sta facendo dentro e fuori dalla vagina di Elisa. Si sono trovati in macchina quasi immediatamente e gli è bastato adularla un po’ per avere il glande in fondo alla sua gola. Ancora meno ci è voluto per farla spogliare di quell’inutile abitino per mettere in mostra tutte le sue grazie e sbattersela sul sedile del passeggero.
Cazzo è stato proprio fortunato ad averne trovata una così. A questa basta che le si dicano quattro stronzate su quanto sia bella, figa, altamente scopabile che te la smolla subito. Ma in questo momento non gliene frega un cazzo di quanto sia morale o meno questo comportamento. Ha il suo uccello in fondo all’utero, stretto dalle pareti vaginali come se dovesse essere spremuto fino all’ultima goccia. Le sue palle fanno un sonoro schiocco ogni volta che questa puttanella ci rimbalza sopra. E poi quelle tette. Se le è sognate la notte da quando le ha viste per la prima volta. Le stringe tra le mani, le lecca, ci gioca. Uno spettacolo di scopata! La ragazza ci sa fare!
“Piccola sei uno spettacolo…hai delle tette favolose…”
“Lo so…mmmm!!”
“I capezzoli sono proprio al centro, tesoro…”
“Come sono?”
“Sei…oddio…”
“Avanti dillo!”
“Sei la ragazza più…figa…eccitante…che mi sia mai scopato…”
“Bravo tesoro…” a queste parole, un gemito più forte risuona nell’abitacolo e degli schizzi potenti fuoriescono dalla vagina di Elisa, imbrattando completamente tutto l’apparato riproduttivo di Lorenzo.
Che puttanella. Le piace proprio. Lorenzo la afferra, la arpiona per i glutei, le dita che sprofondano nella carne soda. Un colpo di reni bello deciso e poi uno schizzo violento. Un altro e un altro ancora, seguiti da un rantolo quasi animalesco, selvaggio. Le sta riversando dentro tutto il suo sperma caldo, come un fiume in piena. Per un attimo pensa che con tutta quella sborra può correre il rischio di metterla incinta anche con la pillola. Ma chissenefrega, è riuscito a scoparsela lo stesso. Non ha fatto neanche tanta fatica. È bastato solo qualche complimento.

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