Capitolo [part not set] di 12 del racconto Il filo di L

di Alba6990

Beh? Mi sembra che Lorenzo volesse solo scoparsela. Voi pensavate ci fosse qualcosa di più? Una qualche forma di interesse nei confronti di Elisa? Io so che non era per niente così. D’altronde, con una ragazza del genere è facile scopare. Non è altrettanto facile interessarsene sotto altri punti di vista.
Ma invece, credo che Nicola non stia pensando solo con l’uccello.

— – NICOLA – —

Il cellulare è in mano. E quasi gli scivola dalle dita come quando si tenta di afferrare una saponetta. Sta sudando come…come…qualcuno che suda tanto! Ma che ha?! Gli occhi e le tempie gli pulsano mentre ha davanti agli occhi il numero di Giulia. Deve solo premere il pulsante per far partire la chiamata. Non dovrebbe essere così difficile. Eppure, in questo momento, trova che l’esame di Anatomia è stato un gioco da ragazzi in confronto a questo!
“Cazzo! È solo una chiamata! Se sei nervoso ora che cosa fai quando ce l’hai davanti?! Le vomiti addosso?” Urla Nicola a sé stesso, perforando lo schermo con gli occhi fuori dalle orbite.
“Ehi, zio! Che succede?”
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi zio?”
“Scusa se uso il linguaggio di noi giovani!”
“Un linguaggio di un tamarro di merda, vuoi dire.”
Questa brillante discussione, come se il cervello di Nicola non fosse già nel pallone, la sta affrontando con il suo coinquilino: Matteo, detto Matt.
Avete presente il classico ragazzo tamarro, che utilizza le bestemmie come intercalare, che parla sempre di porno e ha il quoziente intellettivo pari a quello di una scimmia ritardata? Ecco, avete davanti Matt.
“Zio, che cazzo succede?”
“Succede che ho conosciuto questa ragazza e…non lo so! Ci devo prendere un caffè insieme e la devo chiamare, ma non ci riesco…”
“Zio, che cazzo di problemi ti fai? Se è una cicciona obesa che cazzo la chiami a fare?”
“Ma non è una cicciona obesa! È bellissima!”
“Porco ***! Minchia zio, stai messo proprio male allora!” Dice Matt con la risata di un coglione.
“Ma che problemi hai?!”
“Eccheccazzo ne so, zio? Sei tu quello che non riesce a premere un cazzo di tasto!”
“Non riesco a premerlo perché…vabbè, lascia stare, parlare con te è utile come parlare a quel barbone drogato che gira in Porta Ticinese ed è convinto che casa sua sia su Marte.”
“Zio! Senti a me! Te lo do io un consiglio per telefonare a ‘sta tipa…”
“E sarebbe?”
“Fatti una sega e poi chiamala.”
“Ma che consiglio di merda è?!”
“Porca Mado***, zio! Sei nervoso! È un chiaro segno di uno scroto gonfio come quello di un grizzly! Se vai a sborrare un attimo in bagno ti rilassi! Io ho fatto la stessa cosa l’altra sera usando quello straccio viola come vagina!”
“Quella era la maglietta di mio fratello e ieri se l’è venuta a riprendere! E tu mi dici che ci hai sborrato sopra?!”
“Ops.”

— – GIULIA – —

Ma perché gli aveva detto di sì?! Idiota e imbecille di una ragazza! Che figura poteva mai aver fatto? Accettare al volo l’invito di un estraneo! Anche se quando l’aveva visto le sue ovaie avevano gridato “OMMIODIO INGRAVIDAMI QUI E ORA!!”, si trattava pur sempre di uno sconosciuto! Questo può essere benissimo un maniaco sessuale feticista di qualche parte del corpo strana che sicuramente le taglierà e conserverà in un freezer come i peggiori serial killer di “Criminal Minds”!
Pensa che si ricorda di una puntata del genere, dove il killer era un “venditore” di parti del corpo delle sue vittime, messe all’asta nel Deep Web per i peggiori malati di mente. E tutti questi pensieri macabri su gente che si masturba sugli arti congelati di qualche povero mal capitato, li fa mentre sceglie che vestito mettere, osservandosi allo specchio: “Questo? ….No, sembro uscita da messa. Magari se mi facessi la coda di cavallo? ….Sembro una cogliona! E questa gonna? ….SEMBRO UNA TROIA!!”
Squilla il cellulare. Il classico *DRIIIIN* che se ti coglie impreparata ti causa un qualcosa tra un infarto e un ictus.
Osserva il display, anche se sa benissimo chi è: Nicola.
E alla vista del nome, le vengono in mente i suoi addominali e pettorali ben visibili sotto la canottiera della palestra, gli occhi espressivi e soprattutto quel rigonfiamento inconfondibile sotto i pantaloncini. Era abbastanza evidente e aveva fatto fatica a non sbavare con lo sguardo fisso sull’erezione quasi incontenibile.
“Avanti! Concentrati! È solo un caffè! Mica te lo devi sposare!” Dice tra sé e sé, tentando di scacciare la tensione.
“Pronto?”
“Ehi sì, ciao, piacere Matt!”
“Matt…? Ma questo non è il cellulare di Nicola?”
“Può darsi!”
“Come può darsi? È o non è il suo numero?”
“Sì, certo! Ma il punto è che ho accidentalmente eiaculato sulla maglia di suo fratello e lui è incazzato come una biscia!”
“Ma cosa…”
“E quindi per evitare di farmi menare ti ho chiamata! Anche perché questo coglione si cagava addosso nel chiamarti!”
“Ahh…”
Ed eccoci qui. Giulia al telefono con un mentecatto e chiedendosi, in modo un po’ malinconico, come mai Nicola avesse faticato tanto a chiamarla.
“TESTA DI CAZZO! DAMMI IL TELEFONO!”
“TIENI! TE LO REGALOOOoooo…”
“Pronto, Giulia? Scusa per il mio coinquilino, non riesce a comporre neanche mezzo neurone con il suo cervello.”
“Ehm…no figurati!”
“Comunque, che ne dici di beccarci tra mezz’ora al Romeo Café? Quello davanti alla palestra!”

Giulia e Nicola sono seduti ad uno dei tavoli interni. Lei con davanti un cappuccino senza cacao e tre buste di zucchero (come se il cappuccino non fosse abbastanza dolce) e lui con un caffè e niente zucchero.
Si sono salutati con un bacio e dopo aver ordinato, Giulia ha iniziato la conversazione. In un qualche modo, ha lasciato scemare la tensione, lasciando spazio ad una sincera curiosità nei confronti del ragazzo seduto di fronte a lei. Dal canto suo, Nicola, sembrava agitato all’inizio del loro incontro, ma si scioglie mano a mano che la conversazione continua. I discorsi sono i più disparati: gli studi, gli hobbies, la famiglia, gli amici, la palestra.
Entrambi si sentono perfettamente a loro agio, non rendendosi neanche conto che stanno continuando a parlare nonostante abbiano entrambi bevuto da un pezzo le loro bevande.
Poi Nicola azzarda una domanda: “Come può una ragazza come te finire con un idiota come Alberto?”
Giulia smette di sorridere per un momento, Nicola pensa di aver rovinato tutto, di aver posto una domanda proibita. Ma Giulia di tranquillizza immediatamente: “Ho avuto una storia abbastanza seria con un ragazzo. Credevo di essermene innamorata. Poi lui ha trovato una che gli piaceva di più, o per meglio dire, che lo eccitava di più e ci è andato a letto su due piedi. Diciamo che io sono una a cui piace molto il sesso e che non sono alla ricerca di una relazione seria. Alberto era l’ideale a questo scopo. E poi si è rivelato un coglione. Tutto qui.”
Nicola, a quelle parole, non riesce a fare a meno di sentire un leggero movimento nelle mutande. L’idea di Giulia che espone le proprie grazie davanti ai suoi occhi, la sola possibilità che lei possa aspettarlo nuda in un letto, attraversa il suo cervello come un fulmine.
Dall’altra parte, Giulia ha lo stesso pensiero. Per un fugace momento immagina che al posto di Alberto, ci sia Nicola in quello sgabuzzino. Chissà com’è a letto? Sarà bravo con la lingua? Com’è messo a dimensioni? E tutte queste domande, portano ad una risposta intuitiva. Lui è bravo. Lei lo sa. Ci saranno tante ragazze che gli sbavano dietro come delle cagnoline e lui ha tutta l’aria di un ragazzo che le porta a letto facilmente.
Si morde il labbro inconsciamente, al pensiero delle immagini di Nicola nudo, con il pene eretto e lo sguardo ammaliante.
Entrambi possono sentire una sorta di elettricità che si sta formando attorno a quel tavolino. Il desiderio si sente nell’aria, ha il profumo di cappuccino e caffè.
È Nicola a fare il primo passo: “Quali sono i requisiti che deve avere un ragazzo per accontentarla?” chiede con un finto tono professionale, come se al posto di una chiacchierata al bar fosse un colloquio di lavoro. Giulia ridacchia, abbassando lo sguardo. Dritto al punto, eh? E in questo momento, il pensiero del serial killer maniaco sessuale non le passa neanche per la testa: “Uno come te potrebbe andare bene.” e dicendolo, non riesce a fare a meno di sentire un battito accelerato e di stringere le braccia attorno alla scollatura del suo vestito, mettendo in risalto il seno.
Lo sguardo di lui viene subito attratto. Sono come due magneti. E ora lo sente bene. Un guizzo. L’inizio di un’erezione. Può sentire bene che lo sperma sta ribollendo, che brucia, che anela di essere sparato contro quelle tette da mordere.
Si schiarisce la voce e si riposiziona comodo (o ancora più scomodo di prima) sulla sedia. Fa per replicare, ma viene interrotto dalla cameriera: “Ragazzi, tra poco chiudiamo.”
Sono costretti ad alzarsi entrambi. Ma la tensione sessuale non li ha di certo abbandonati. Continuano entrambi ad immaginare una vita sessuale insieme all’altro e quasi possono sentire l’odore dei rispettivi sessi eccitati.
Nicola non resiste più. Una volta usciti, afferra Giulia per la vita, la attira a sé e la bacia. Magari sta facendo una cazzata allucinante! Magari l’attrazione la sente solo lui e lei gli tirerà uno schiaffo prima di andarsene per sempre. Ma lei non si sposta. Anzi, risponde al bacio. Le lingue ci mettono poco a toccarsi, a danzare nella bocca dell’altro. Il rumore delle loro labbra che si muovono, che schioccano leggermente, li eccita ancora di più. Nicola quasi le tira su completamente il vestitino, talmente vuole toccare quei glutei sodi. Giulia preme il seno contro il suo torace, mugolando eccitata, mentre accoglie ancora di più la lingua di quel non più sconosciuto. A lui fa quasi male. Si palpeggia il pacco in modo quasi automatico, quasi si abbassa la zip davanti a tutti. La afferra per le natiche quasi sollevandola e giocando con il filo del tanga. Con il polpastrello sente la sua rosellina anale e comincia ad accarezzarla delicatamente.
Le mani di lei vanno sotto la maglietta, accarezzano quel fisico scolpito, solleticando un po’ i capezzoli.
“Trovatevi una stanza! Svergognati!” Una signora anziana, con le ovaie ormai atrofizzate dalla vecchiaia e dalla menopausa, li ammonisce indignata e i due smettono immediatamente, scoppiando in una fragorosa risata.
“Sei un buon candidato.” Dice Giulia schioccando un altro bacio sulla sua bocca.

Vai al capitolo...