Capitolo [part not set] di 12 del racconto Il filo di L

di Alba6990

Alle volte non si capisce quando si ha davanti la propria dolce metà. Non si riesce a comprendere quel sentimento così folle, pure e terrificante che è l’amore.
E altre volte, lo si percepisce e lo si accetta quando forse è troppo tardi.
O forse troppo tardi non è.

— – GIULIA – —

Un muro di Berlino.
È questo che Giulia ha eretto attorno a sé. Non ammette invasori. Chiunque provi a valicarlo, viene prontamente ferito dai proiettili del menefreghismo.
Ma Nicola ha un giubbotto antiproiettile e un carro armato pronti a superare le pallottole e abbattere il muro.
E Giulia lo sta odiando per questo. Le sta disintegrando quell’equilibrio perfetto che si è costruita per non rimanere delusa dalle persone. Se c’è una cosa che ha imparato nella vita è quella di non riporre fiducia in nessuno.
Lei amava il suo ragazzo e lui l’ha tradita con un membro della sua famiglia, del suo stesso sangue. Non esiste tradimento più grande.
Nicola è lì, davanti a lei: bellissimo, solare, dalla personalità dominante e amichevole. Sta scherzando con due suoi amici che sono usciti con loro questa sera, in un locale sul Naviglio Grande.
Lei guarda muta il suo calice di Chianti. È il terzo. Il vino le sta già facendo un certo effetto, soprattutto nelle gambe che sono diventate insensibili e formicolanti. Sente come se il sangue non scorresse nei suoi arti inferiori e inizia a girarle la testa.
“Perché Nicola è così felice? Che cazzo ha ridere sto coglione?! Non vede che mi sto ubriacando per colpa sua?! E lui continua a fare quella faccia da scemo che mi piace tanto! Voglio tirarti un pugno in testa! Così! Dritto in mezzo alla nuca! Così ti sotterro! Ma sono troppo bassa! ARGH!!”
Questi sono i pensieri di, diciamo, quasi senso compiuto che girano vorticosamente nella sua testa non ancora completamente ubriaca.
“Ma guardalo…è bellissimo! NO! Tu sei una insensibile stronza! È questo quello che devi fargli capire! Lui non conta un cazzo! Piangerai e ti dispererai come una cretina quando glielo dirai in faccia…ma se lo merita! ……..MA CHI VOGLIO PRENDERE IN GIRO?! IO LO AMOOOOO!! NO CHE NON LO AMI! SÌ CHE LO AMI!
CAZZO!!!”
“Ehi Giuli? Va tutto bene? Vacci piano con il vino!” Nicola la sta guardando con un sorriso stampato in faccia.
Giulia diventa rossa non tanto per il vino quanto per l’imbarazzo. Quale parte del discorso ha emesso ad alta voce? Che cos’ha compreso lui?
“Eh?”
“Hai urlato “cazzo” così dal nulla.”
“Ah sì…cazzo che buono questo vino!”
È la scusa più stupida che possa mai aver partorito. Ma non pensa in modo molto lucido.
Ed è per questo che decide di fare una cosa molto stupida. Deve far capire a Nicola che lui non conta un cazzo! Anche se non è vero. È per il suo bene, continua a ripetersi, è per non farsi del male.
Adocchia un uomo che è seduto al bancone. Carino! Bella presenza! E poi quella camicia…Giulia ha una sorta di debole per le camicie.
Si alza dal tavolino, con qualche difficoltà iniziale dovuta al cedimento delle gambe.
È ancora in possesso delle sue facoltà mentali, è solo un po’ brilla.
Giulia si siede sullo sgabello accanto all’uomo preso di mira e ordina al barista un altro calice di Chianti.
“Cerchi la consolazione nel vino? Non mi sembra una cosa molto saggia.”
“Magari cerco il coraggio nel vino, non una consolazione.”
“Coraggio? Una come te mi sembra che possa fare qualsiasi cosa, perché hai bisogno del coraggio?”
“Per qualcosa che non sono affari tuoi.”
“Ah beh scusa se ho mostrato interesse. Ma sei davvero una bella ragazza, non hai bisogno di altro vino.”
A Giulia arriva il calice. Dà una bella sorsata di vino che le arriva dritto nei piedi. Fantastico, ora non li sente più.
Certo che è proprio un bell’uomo questo qua.
Guarda il riflesso di Nicola nello specchio che ha davanti a sé: dal divanetto su cui è comodamente seduto, la sta osservando sinceramente incuriosito e…intimorito?
No, non può essere. Lui è come tutti gli altri. Gli frega solo della sua vagina, non prova niente per lei. Ed è con questa convinzione che Giulia rincara la dose. Si sposta verso l’uomo misterioso, contatto fisico e occhi negli occhi: “Beh anche tu non sei tanto male. Come mai ti trovi qui da solo?”
L’uomo mostra interesse. Sorride in maniera ammiccante e non rompe il contatto: “Forse cerco qualcuno con cui passare la serata.”
“Interessante. Forse ci sei anche riuscito…”
“Lorenzo.”

— – NICOLA – —

È uscito di casa con uno scopo ben preciso: dichiararsi. Ha pensato molto ai sentimenti che prova per lei, a come lo fa sentire, alla felicità che lo pervade quando è con lei. E a tutto questo, non sa dare che una sola risposta: lei. Si tratta sempre di lei. È amore. Non può essere altrimenti.
È partita bene la serata. Ma adesso chi cazzo è questo idiota che ci sta provando spudoratamente?! Con lei che ci sta pure?!
La osserva. Vuole capire. Magari è solo un malinteso, un film che si sta facendo. Ma non ha per niente l’aria di una fantasia dettata dalla gelosia: lui ci sta provando e lei ci sta.
Per un attimo pensa che questa serata non serva a niente. Tutti i pensieri riguardo all’amore vengono spazzati via come polvere. Pensava di poter essere ricambiato in qualche modo! Li ha visti gli sguardi di lei, quando si coccolano nel letto. Come lei risponde alle sue carezze. Come lei ride ogni volta che vuole farla divertire.
Come si perdono entrambi negli specchi dell’anima dell’altro.
Ma forse si è immaginato tutto. Forse lei non prova niente per lui.
Certo. Deve essere così. In fondo, è in questo modo che è cominciato il loro rapporto: una semplice scopamicizia. Nicola sente montare lo sconforto. Non riesce ad ascoltare neanche le battute dei due amici al tavolo.
Prende il giubbotto e fa per alzarsi dal tavolo, con l’intento di andarsene e risparmiarsi lo strazio di vedere Giulia con un altro.
Ma lo ferma qualcosa. Un movimento fugace, durato un battito di ciglia. Impercettibile. Gli occhi di Giulia.
Lo hanno guardato dallo specchio, più volte.
Nonostante il suo cervello maschile non sia stato creato geneticamente per recepire i segnali femminili, si fa due conti: atteggiamento distaccato, vino, forzatura in un ipotetico abbordaggio.
Qualcosa per lui lo prova! O non lo guarderebbe in continuazione attraverso lo specchio. Sta studiando le sue reazioni? Che cos’ha visto? Paura quando lui si è alzato? Nicola ha per sbaglio fumato il crack del suo coinquilino e si sta immaginando tutto?
Decide di intervenire. Lei è sua! Fanculo la buona creanza e l’essere sempre delicato!
“Scusa, la signorina è con me.” afferma con tono deciso, che non ammette repliche, come un vero uomo, un maschio alpha, afferrando Giulia per il braccio e trascinandola fuori.
La sente resistere alla sua stretta, che cerca di divincolarsi tra un insulto e l’altro, ma lui non se la beve.
Quello che prova, non riesce a spiegarselo scientificamente, non è all’interno di nessun manuale di medicina che abbia studiato: un misto di rabbia, gelosia e panico.

È questo il momento di capire tutto. Che cosa provano l’uno per l’altra.
“Chi è quel tizio?”
“Uno che ho conosciuto adesso! E tu sei stato uno stronzo!”
“Io uno stronzo?”
“Sì! Perché me lo sarei fatto su due piedi se non fosse stato per te!”
Questa frase lo colpisce come un pugno allo stomaco. Forse si è sbagliato, ma non percepisce solo stizza in quello che dice.
Il tono è calmo: “Te lo volevi fare veramente?”
Esitazione. La vede esitare, con lo sguardo perso da qualche parte e la bocca che emette suoni non identificabili. Sembra un pesce fuor d’acqua.
“Sì.”
“No, invece.”
“Sì, invece.”
“Sei una pessima bugiarda.”
“E tu sei un…pessimo…qualcosa!!”
“Giulia…”
“No! Tu adesso mi lasci parlare!”
Cavolo, sta per scoppiare! Mai vista così incazzata, ma che ho fatto?! Pensa Nicola. Se qui c’è qualcuno che deve essere incazzato è proprio lui! Ma per cosa? Lei non è una sua proprietà, non è la sua fidanzata…FANCULO! Glielo doveva chiedere stasera di diventarlo, per le leggi delle relazioni sociali è come se lo fosse già! ….giusto?
Meglio farla aprire e parlare, altrimenti non capirà mai.
“Va bene, Giulia. Parla.” Il tono è fermo, come un ordine. Sembra averla turbata per un momento.
“Allora! Tu mi entri nella vita e me la scombini!”
Intercorre un momento di silenzio. Tutto qui? È questo che voleva urlare al mondo? Che lui le è entrato nella vita e gliel’ha scombinata? Un appello alla nazione da Premio Nobel per la frase più criptica dell’anno…
“È tutto?”
“No, cazzone senza testa! Non è tutto!”
Nicola, davanti a quell’insulto, non riesce a fare altro che ridere. È una cosa stupida! Ma lui ride come un cretino! Ma come le è venuto in mente? Da dove è saltato fuori? Che cos’è un cazzone senza testa?!
Forse si è davvero fumato il crack di Matt.
O forse è uno dei motivi per cui si è innamorato di lei: la gioia, la felicità che sente quando sta con lei.
“Che cazzo ridi?!”
“Scusami, davvero! È che quell’insulto…dai è stato da imbecille!” e continua a ridere. Forse ride anche per nascondere il nervosismo, ma non gli riesce un granché, anche perché la risata è isterica, troppo esagerata, con quasi le lacrime.
Giulia alza un sopracciglio. Che è successo a questo idiota? E poi la risata fa il suo effetto: diventa contagiosa. Forse è anche il vino o forse è semplicemente talmente imbecille questa situazione!
Entrambi si ritrovano a ridere come due scemi in mezzo alla strada, con la poca gente rimasta sul Naviglio che si gira a fissarli.
Entrambi si ritrovano a nascondere il loro nervosismo con una risata atroce.
E poi, la prima a cedere, è Giulia. Prima la risata si affievolisce, poi diventa un leggero singhiozzo e infine diventa un pianto vero e proprio.
Nicola smette subito di ridere e la prende tra le sue braccia. Non sa che cos’abbia, ma sente che deve accarezzarle la testolina. Come si fa con i cuccioli. La stringe a sé e la coccola.
“Non puoi farmi questo…”
“Non vuoi che ti abbracci, Giuli?”
“Perché sei così buono con me?”
“Perché non dovrei esserlo?”
“Perché non te ne frega niente di me…”
Nicola rimane sconvolto. Lei pensa davvero che non gliene freghi niente?
“Non è vero, Giulia.”
“Sì, invece! A te frega solo di scoparmi! E un giorno troverai una più figa che ti porterà via da me!”
Il vino le sta proprio facendo effetto. Parla a ruota libera in mezzo alle lacrime. Si vorrebbe sotterrare viva, mai avuto una dignità così sotto i piedi!
“Questo non è possibile.”
“E invece sì! Anche il mio ex diceva la stessa cosa! E guarda dov’è ora: a chiavarsi mia cugina!”
“Lui non ti amava, io sì.”
Silenzio. Entrambi possono sentire il cuore dell’altro. *TU-DUM*
*TU-DUM*
*TU-DUM*
*TU-DUM*
Nicola ha sparato il primo colpo. Le ha confessato come si sente. Non ha mai avuto così tanta paura in vita sua. Sta quasi tremando.
Giulia, si stacca da lui. Gli occhi ancora velati di lacrime e le guance rigate da sottili strisce lucenti: “Non è vero.”
“Io ti amo.”
“A te non frega niente.”
“Io ti amo.”
“Come cazzo fai?! Abbiamo solo scopato!”
“Fin dal primo giorno che ti ho vista, mi hai folgorato.”
“Abbiamo solo scopato.”
“Ogni volta che facevamo sesso, dopo, ci coccolavamo nel letto. E ogni volta mi innamoravo di più.”
“Non è vero…”
“Tutte le volte che ti guardo, vedo un sole che si illumina. Sei bellissima, intelligente, determinata, audace…e permettimi di dirlo…una bomba del sesso!! Non faccio altro che pensarti! Giulia di qua, Giulia di là! Come puoi dire che mi interessa solo scoparti?! Io e te abbiamo fatto sesso cento volte e guarda un po’…ti voglio più di prima! E il tizio di prima non può capire che cos’ha davanti! Tu sei la vita e non puoi essere buttata via!”
Giulia rimane imbambolata. Questo pezzo di merda ha appena sganciato una bomba atomica sul muro.
“Giura che non stai scherzando…”
“Giuro.”
“Non potessi più rivedere tua madre!”
“Ma che c’entra? “Sì, lo giuro.”
“Morisse domani se stai giurando il falso!”
“Cazzo, lo giuro! Ma lascia stare mia ma…”
Un bacio.
Si zittiscono entrambi.
Giulia gli è saltata addosso. Forse si farà del male. Ma non può lasciarlo andare. È un bacio dal gusto salato corposo, che sa di disperazione, amore e vino.
Le loro lingue si incontrano e si abbracciano. Giulia sente formicolare tutto il palato e Nicola si sta aggrappando a lei per non lasciarla più andare.
Le mani di lei lo accarezzano sul viso, quasi a volerlo modellare come fosse argilla. Lui le coccola la chioma scura con le dita, tenendola con l’altra mano sulla vita.
Un sorriso compare sulle labbra di entrambi, mentre il bacio continua.
Se c’è un marocchino che sta passando con la macchina fotografica, venga qui! C’è una scena d’amore da immortalare! Lui piegato su di lei che, con la gamba leggermente alzata, si lascia andare.
“Te lo dico una volta sola, va bene?”
“Che cosa?”
Giulia gli pesta un piede con tutte le sue forze.
“AHIA!! Ma perché l’hai fatto?!”
“Ti amo.”
Nicola si blocca, lo sguardo e il sorriso da ebete: “L’hai detto sul serio?”
“Ho detto che non lo ripeterò un’altra volta.”
“Allora lo ripeterò io per tutti e due! Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!”
E comincia a ricoprirla di baci, senza darle tregua. Giulia ride come una bambina, sinceramente divertita e piena di gioia.
All’improvviso sentono un grido. Un grido acuto che si fa largo nel Naviglio ormai quasi deserto.
Giulia e Nicola si guardano. Lui è il primo a precipitarsi, mentre lei lo segue a ruota.
In un vicolo buio, lontano da sguardi indiscreti, sta avvenendo uno stupro.
“TOGLITI DA LEI, PEZZO DI MERDA!”
Nicola si fionda subito contro il malvivente, un ammasso di grasso e puzza. Giulia ha già chiamato la polizia, non perde tempo. Il vino non può darle alla testa proprio adesso!
Come Nicola si è gettato e si sta malmenando con il violentatore, lei si precipita sulla povera ragazza in lacrime.
Ma non è quella di quel video virale su Facebook?

Vai al capitolo...