Capitolo [part not set] di 7 del racconto Tentazioni

di Claudia Effe

Quinto capitolo.

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

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Quando spense l’auto sotto casa, aveva nuovamente cambiato idea.
Non poteva farla sporca, era un fatto di coerenza. Con Paolo si erano detti fin da subito che il loro rapporto si sarebbe basato sulla sincerità. Senza nessuna deroga, senza nessuna eccezione. E invece lei stava meditando non solo di raccontargli una balla, ma di mentire per coprire una verità mostruosa.
Una volta sdoganata quella menzogna, avrebbe trovato la strada spianata per qualunque altra. Come avrebbe potuto rimproverargli una qualunque mancanza nel momento in cui lei stessa, per prima, avesse omesso di raccontargli una verità così rilevante?
Prese il telefonino e chiamò Marina: “Senti, ho deciso: ne parlo con Paolo. È una cosa troppo grossa da sopportare da sola, penso sia giusto dividerla con lui”.
La voce di Marina le giunse da un posto rumoroso, doveva essere in un centro commerciale o qualcosa del genere “Negativo, Vero, negativo. Non ci pensare per nessun motivo”. Sembrava perentoria.
“Marina, io non sono sicura di volergli mentire. Lui è carino con me, è sempre premuroso, non posso fargli una cosa del genere. Se gli dico di quanti soldi parliamo secondo me ci riflette”.
“A parte che ti direbbe sicuramente di no, voglio sperare. E una volta che ti dice di no, poi non puoi più inventare le scuse della vacanza con me e partire, e quindi vorrebbe dire che metti una bella pietra sopra cinquantamila euro. Ma ti dirò di più: peggio ancora di sentirsi dire di no, sarebbe che ti dicesse di sì”.
“Perché?”.
“In primo luogo perché vorrebbe dire che forse non gliene frega niente di te. Ma mettiamo pure che lui condivida l’aspetto dei soldi e consideri anche lui questa cosa solo dal punto di vista economico. Comunque tu andresti a letto con un altro, non è una cosa facile da accettare per un uomo. Si chiederebbe come sei stata, se è meglio di lui, se hai provato qualcosa. Abbiamo visto tutti Proposta Indecente, no?”.
Veronica rimase in silenzio.
“E poi c’è un’altra cosa. Se lui ti dicesse di sì, questo gli darebbe il lasciapassare per farsi qualunque donna senza nessun tipo di scrupolo. In fin dei conti, tu ti saresti scopata ripetutamente un tuo cliente, perché lui non potrebbe a quel punto farsi un’altra? Te lo ripeto, Vero, negativo su tutti i fronti”.
Marina non aveva torto.
“Pensala in questi termini – proseguì Marina – Tu non hai raccontato tutti i particolari degli uomini con cui sei stata, no? Quando stavi con Riccardo a cui piaceva che tu gli pisciassi addosso, questa cosa l’hai detta a Paolo?”.
“No, ovviamente. E non glielo dirò mai”.
“Vedi, non sempre la sincerità è una buona idea. Sono convinta che hai fatto bene a non dirglielo”.
Il rumore di fondo si intensificò maggiormente. “Vero, devo lasciarti perché qui c’è un casino pazzesco e non ti sento. Però non dirgli niente, mi raccomando! Sarebbe la fine della tua storia, o per un motivo o per un altro”.
Veronica chiuse il telefonino, scese dall’auto e si allontanò dal portone della sua abitazione. Prima di salire a casa si sarebbe fatta un’altra sigaretta, doveva pensare.

Dieci minuti dopo salì in casa e vide Paolo intento a prepararsi la borsa del calcetto. Tra i mille pensieri, si era dimenticata che era martedì e lui la sera si sarebbe trovato con gli amici.
“Senti, ho di nuovo sentito Marina, mi ha chiesto di quella vacanza”, disse subito, senza darsi il tempo di riflettere.
“Ti ho già detto che va bene – rispose lui prelevando un paio di calzini da un cassetto – Sei sicura, però, che ce la possiamo permettere?”.
Quella era un’obiezione sensata; Veronica rispose la prima cosa che le venne in mente.
“Non ci costerà nulla. Deve essere una specie di premio che ha vinto sul lavoro, è comunque pagata per due persone”.
Paolo chiuse la zip della borsa: “Allora non c’è nessun problema. Fai pure, così ti rilassi e ti abbronzi un pochino. Dove sarebbe?”.
“È ancora da decidere. Ci sono alcune opzioni, non so bene, voglio fare scegliere a lei”.
Paolo prese la borsa, si accostò a lei e la baciò. Non era un bacio appassionato, ma neppure uno di quei baci frettolosi che Veronica aveva visto scambiarsi dai suoi genitori per decenni.
“Non so se dopo esco con gli altri per una birra, non aspettarmi alzata”, le disse; quindi aprì la porta e se ne andò.

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