Capitolo [part not set] di 9 del racconto L'articolo

di Altramira

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

[Photo credit immagine di copertina. L’immagine è stata elaborata graficamente dall’autrice stessa.]

//

Usa il tasto “now” per scegliere colori e caratteri del testo!

***

Attenzione: in questo racconto sono presenti nomi e cognomi di alcuni personaggi. Si precisa che nomi e cognomi sono di pura fantasia, inventati dall’autore: ogni somiglianza o apparente riferimento a persone realmente esistenti o esistite è da considerarsi del tutto casuale e involontario. Il racconto è puramente frutto della fantasia dell’autore.

***

Le dita battono veloci sulla tastiera, le unghie sporgono appena al di là della carne, non toccano i tasti. Si rovinerebbero. I capelli scuri cadono naturali sopra lo schienale della sedia e la camicetta bianca si muove allo stesso ritmo delle battute. Occhi vigili sullo schermo a notare ogni piccolo errore, ogni singola lettera e virgola e punto. Sulla porta, Porzia la guarda scuotendo la testa. Possibile che non abbia ancora capito che tutto questo darsi da fare, lì a Regine Oggi, non vale proprio niente?

-Federica.

La donna seduta alla scrivania si volta fugacemente, per tornare immediata alla battitura dell’articolo.

-Federica.

Si volta ancora. Questa volta ferma lo sguardo sulla donna che l’ha chiamata. Porzia le fa un gesto, invitandola a seguirla nell’ufficio adiacente, e si muove. Federica la guarda. La sua direttrice perfetta: cinquant’anni senza una grinza, almeno non dove serve non averne. Nessun decadimento, almeno non più o forse mai. Un tailleur ecru la cui gonna si stringe leggermente verso il fondo e che mette in risalto le sue curve. Bionda vera ancora adesso, capelli corti, collo scoperto. Forse qualche tinta se la fa, ma non si capisce, non si nota, Porzia sembra tutta vera così com’è. Lei invece è bruna, capelli lunghi, ma estremamente elegante anche lei. Indossa un vestito corto di maglina color panna, che la fascia nelle sue forme. A Regine Oggi sono solo belle donne, qualcuno dice che è un peccato, sembra entrare in un museo della finzione, il centro del modello globale di bellezza femminile, in tutte le sue più svariate forme. Porzia vuole che chi lavora con lei abbia un bell’aspetto, si direbbe che cerca la perfezione in qualsiasi campo, chissà se è così davvero. Qualcuno dice che lei ammiri i corpi femminili e ne gioisca, ne goda perfino. Si finisce per dare ragione a queste persone se si osserva in maniera maliziosa il suo sguardo, quando fissa le giornaliste che lavorano alla rivista. Porzia le sceglie personalmente. Sostiene che la multietnicità sia qualcosa che deve possedere un mensile come il loro (un mensile che spesso fa uscire numeri speciali o numeri ridotti su argomenti mirati nell’intervallo di tempo tra un numero e l’altro). Così a Regine Oggi le ragazze provengono dalle più diverse parti del mondo. Federica entra nell’ufficio della direttrice, che è già seduta al suo posto e le indica la sedia di fronte a lei.

-Federica, perdonami se ti ho interrotto.

-No figurati, stavo impazzendo a dire la verità, un break ci vuole.

Porzia la osserva, nello stesso modo in cui osserva sempre le sue giornaliste. Loro ormai ci sono abituate, anzi, forse nemmeno se ne accorgono più.

-Ascolta Federica. Io vedo che tu lavori sodo, sei sempre qua a ricercare e scrivere, ma continuo a pensare che tu non abbia la minima idea di come riuscire a far uscire un pezzo che sfondi il mercato. Secondo la mia opinione ti ci impegni troppo e rischi di perdere il treno, che molte delle tue colleghe arrivate qua tempo dopo di te, hanno già preso da tempo.

-Capisco.

Federica lo sente. È arrivato il momento fatidico. Certamente Porzia cercherà di trovare il modo più gentile e giusto per dirle che non sa più che farsene di una come lei al giornale. Sprofonda nella sedia, quasi sudando freddo. Porzia sa, intuisce, capisce e sorride.

-Voglio darti una mano, Federica. La vuoi una storia bomba davvero?

Federica quasi trasale. Questa poi non se l’aspettava proprio. Porzia che le dà una bomba da pubblicare? Che le indica una strada per trovare qualcosa per sfondare e mettere a tacere le ultime cortigiane sciacquette arrivate?

-Ma…ma che domande mi fai? Certo che voglio la bomba…sì che la voglio. La voglio con tutta me stessa.

Si ferma un attimo. Ragiona e si rende conto di essere quasi sdraiata sulla scrivania della direttrice a dieci centimetri dal suo viso. Scivola di nuovo sulla sedia e respira profondamente chiudendo gli occhi.

-Sono curiosa, direttrice. Quale sarebbe questa bomba?

Porzia si alza, s’avvicina alla sedia su cui è seduta la giornalista e si mette alle sue spalle appoggiando entrambe le mani sullo schienale.

-La bomba è la contessa Rita Malzani di Roccanera. Una donna di cui molto si parla in città, una donna che detiene un certo potere e fascino. Dicono che tenga feste particolari a casa sua, se possiamo chiamare quella specie di maniero una casa. Pare che abbia una particolare predilezione per le donne, anzi solo per le donne.

Federica tenta di voltarsi per guardare Porzia in viso, ma lei ha già cambiato posto, sempre dietro di lei.

-Il tuo compito è andare alla villa e scoprire qualcosa, magari chiedere un’intervista alla contessa e, ovviamente, ottenerla. Ci stai?

Federica scuote la testa per schiarirsi le idee, una sua mano si alza e scivola tra i capelli riavviandoli. Pensa.

-Pensa veloce, Federica. Aspetto una risposta domattina, qua nel mio ufficio. Alle otto.

-Va bene. Domattina ti farò sapere qualcosa.

***

[un nuovo capitolo viene pubblicato ogni due giorni! Torna all’indice]

Vai al capitolo...
Come valuti questo racconto?