Capitolo [part not set] di 9 del racconto Castalia: Giorgia

di Carol89

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Capitolo 3

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Quand’ebbero finito rientrarono in casa. La madre di Giorgia era in cucina. Diede loro qualcosa da mangiare e si informò su come fosse andata al mercato, e poi sul lavoro nell’orto. Rispose quasi soltanto Giorgia, in modo piuttosto evasivo.

– Mamma noi andiamo a lavarci.

– Va bene. C’è già dell’acqua calda in bagno. Se Chloe ha bisogno di vestiti…

– Sì sì facciamo noi. Grazie!

Giorgia prese Chloe per un polso e la invitò a seguirla. La portò in fondo alla casa, dove era la stanza da bagno, e vi entrarono. Giorgia chiuse la porta alle loro spalle, poi si dedicò a preparare una tinozza di acqua calda.

– Vuoi fare tu il bagno per prima? – chiese all’amica.

– Non lo so… come vuoi – rispose la bionda.

Giorgia si tolse la maglia senza esitazioni, rimanendo soltanto in slip. Il suo busto nudo, abbronzato, era magro e slanciato. I seni, piccoli, poco più che accennati, erano sodi e puntuti, sormontati da piccoli capezzoli rosa scuro.

– Spogliati – le disse con un sorriso, – vuoi lavarti da vestita?

Chloe sorrise, e imitò l’amica. Si tolse a sua volta la maglietta, rimanendo soltanto in slip.

Il busto di Chloe era anche più sottile di quello di Giorgia, slanciato e chiaro. Sul petto, due seni piccoli ma più grossi di quelli di Giorgia, giovani e freschi, dondolavano puntuti. Erano pallidi, pieni, a forma di goccia, e sormontati da carnosi capezzoli rosa. Erano seni più sviluppati di quelli di Giorgia, e la morettina lanciò loro diverse occhiate. Avrebbe voluto anche lei averli così.

Giorgia si tolse le mutandine e le lasciò per terra. Adesso era completamente nuda. Aveva un fisico perfetto, asciutto e tonico, dalla carnagione scura, e Chloe l’ammirò.

La mora entrò in piedi nella tinozza, e prima di sedervisi fece un cenno all’amica.

– Vieni qui con me.

Chloe ammirò la sua bellissima amica nuda e accettò l’invito, anche se continuava a percepirlo come strano. Si tolse a sua volta gli slip, rimanendo nuda come sua mamma l’aveva fatta, e raggiunse l’amica in piedi dentro la tinozza.

Giorgia iniziò subito a toccarle l’inguine, mentre con l’altra mano le esplorò attentamente il seno. Mentre glielo toccava lo fissava, assorta, e si soffermò a toccarle e stuzzicarle i capezzoli sensibili.

Chloe si strinse nelle spalle, sussultando di tanto in tanto.

– Ti piace? – le chiese con un sorriso.

– Sì… mi fa tremare.

Giorgia si chinò e le prese fra le labbra un piccolo capezzolo carnoso. Si mise a succhiarlo, con le labbra e con la lingua. Chloe mugolò, chiudendo gli occhi, inebriata dal piacere.

Dopo un attimo Giorgia si raddrizzò.

– Fai lo stesso con me – le disse.

Chloe si chinò in avanti e fece la strana cosa di prendere fra le labbra i capezzoli di una ragazza, sui piccoli seni di Giorgia. Proprio come avrebbe fatto un bambino piccolo – o, più normalmente, un uomo.

Sentì il piccolo capezzolo duro fra le labbra e iniziò a stimolarlo con la lingua, succhiandolo dolcemente. Giorgia emise gemiti e brevi lamenti, con voce delicata. In breve, piccoli sorsi di latte emersero dal capezzolo e si diffusero nella bocca di Chloe.

– Che bello… mi piace…

– Anche a me… – disse Chloe.

– Ti piace il mio latte?…

– Sì… hai… dei bellissimi capezzoli…

– Mm… succhiameli allora… – sorrise la mora, mentre Chloe continuava.

Proseguirono alcuni minuti in silenzio, rotto soltanto dai gemiti di Giorgia e dai loro respiri forti.

– Voglio fare l’amore con te tutta la notte… – disse a un tratto Giorgia.

La porta del bagno si aprì e la madre di Giorgia si affacciò alla stanza, proprio mentre Chloe era china a succhiare il seno dell’amica. Una mano di Chloe stimolava la vulva di Giorgia, mentre Giorgia a sua volta stava toccando vagina e ano di Chloe.

La madre di Giorgia si bloccò muta. Giorgia aprì subito gli occhi, si fermò e si raddrizzò, e fece raddrizzare anche Chloe.

– Che cosa state facendo? – chiese la donna.

– Ci laviamo – rispose con finta sicurezza Giorgia.

– Lavatevi una alla volta.

– Così facciamo prima – scrollò le spalle la ragazza.

La donna rimase in silenzio qualche istante, poi aggiunse:

– Non sprecate il vostro latte in quel modo. Vale molto di più per noi. Lo sai.

Giorgia annuì: – Scusa.

Chloe, che non aveva ancora parlato e si sentiva in colpa, si intromise:

– Signora io… vorrei… darvi un po’ del mio latte.

La donna la guardò, e le guardò il seno.

– Ne hai?

Chloe sentì lo sguardo della donna sul proprio seno nudo. Istintivamente se lo toccò con le mani, coprendolo parzialmente.

– Sì…

– Se vuoi, ci fa piacere. Finite di lavarvi, poi lo preleviamo.

– Va bene – annuì ancora Giorgia, e la donna uscì.

Poco più tardi si ritrovarono in cucina. La madre di Giorgia le fece sedere sulla panca accanto al tavolo. Entrambe erano in calzoni (Giorgia ancora quelli lunghi, Chloe i suoi corti) e con il busto nudo. La donna venne da loro con due piccole otri di pelle, con imboccatura di metallo, identiche. Ne porse una a Giorgia e con l’altra si avvicinò a Chloe.

– Sai come fare? – le chiese.

– Credo…

– Ti faccio vedere.

La donna avvicinò l’otre ad un seno di Chloe, glielo prese fra le dita della grossa mano da contadina e infilò la punta del seno, con il capezzolo, nell’imboccatura fredda. Poi iniziò a premerle la piccola e tenera mammella, spremendone fuori il latte.

– Ti faccio male?

– No…

La donna spremette ancora.

– Hai un bel seno. Produce del buon latte.

– Grazie…

– Giorgia purtroppo l’ha ancora piccolo. Ma chissà, speriamo che le cresca.

Giorgia, lì accanto, si stava spremendo da sola le piccole mammelle. Non era un’operazione semplice dato che l’imboccatura dell’otre copriva già quasi tutta la mammella, e per le sua forma la tetta stessa era pressoché piatta, impossibile da afferrare con le dita: Giorgia la circondava con la mano e la premeva contro il petto, cercando così di farne uscire quanto più possibile il poco latte presente.

Chloe si era soffermata a guardare l’amica e il suo seno.

– Come mai hai il seno così piccolo? – le chiese d’un tratto.

Giorgia si strinse nelle spalle, fingendo indifferenza.

– Non lo so perché – intervenne la madre. – Io alla sua età avevo già un bel seno sviluppato. Ma a Giorgia non cresce ancora… ha lo stesso seno che aveva da bambina.

Giorgia era seria in volto, visibilmente infastidita da quei commenti. Proseguì le sue operazioni di mungitura in silenzio.

– Quanto latte! – disse la madre di Giorgia osservando ciò che aveva raccolto da Chloe. – E da una sola mammella! Brava, ragazza mia, che bel seno. Prendiamo anche l’altro…

Le mise l’otre sull’altro seno, e proseguì lei stessa ad afferrarglielo fra le dita e manipolarlo, massaggiarlo, mungerlo. Chloe si lasciò fare. Le mani esperte della donna che le mungevano il seno le facevano un certo, strano, piacere. Vedere di produrre così tanto latte, molto più di Giorgia, e sentirsi lodata, le piaceva altrettanto.

Quando ebbe finito la donna mostrò l’otre gonfio di latte a Giorgia:

– Guarda qua! La tua amica sì che produce latte. Guarda, tutto questo prodotto dal suo seno in una mungitura: il tuo non lo produce nemmeno in tre!

A Giorgia si inumidirono gli occhi, e scrollò le spalle con rabbia, senza rispondere.

– Dai Giorgia, non fare così… – le disse Chloe, mettendole una mano sulla spalla, mentre la madre portava via le due otri.

Giorgia, per tutta risposta, si girò sulla panca, si slacciò i calzoni e li abbassò insieme agli slip. Si stese all’indietro sulla panca, divaricando le cosce verso Chloe, e le disse ad alta voce:

– Leccamela. Così vedi che produco anch’io il latte.

– Ma…

Chloe guardò la madre di Giorgia, che si limitò a dare un’occhiata distratta, ma proseguì il proprio lavoro in cucina. La biondina allora si chinò tra le cosce sode e lisce di Giorgia e affondò la bocca nella sua vagina calda, prendendo a leccarla e succhiarla.

Mentre la madre di Giorgia cucinava, la figlia si faceva fare un profondo cunnilingus dall’amica e raggiungeva un forte orgasmo, stimolandosi con le mani i seni sensibili, sulla panca della cucina.

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