di Carol89
Settimo capitolo del racconto. Le cose, ormai, stanno così.
Questo racconto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.
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– Che cos’è? – chiese Maria.
– Sono gli ultimi due assegni incassati – spiegò Paola, appoggiando i due rettangoli di carta sul mobile della cucina. Li lasciava lì così che la nonna potesse occuparsi di versarli in banca.
– Roberta sta lavorando? – chiese ancora la donna. Paola annuì.
Maria prese gli assegni e li infilò in un cassetto, poi girò attorno al mobile e superò Paola, si diresse attraverso il corridoietto d’ingresso fino alla camera da letto delle ragazze. La porta era accostata e lei entrò senza bussare, silenziosamente.
Mario era sul letto, disteso supino, seminudo. Roberta, nuda tranne che per un semplice reggiseno bianco, era sopra di lui, appoggiata al materasso con il ginocchio destro, la gamba sinistra piegata. Le cosce divaricate erano a cavallo del bacino dell’uomo, il cui pene turgido era infilato per metà nella sua vagina. La giovane, con agilità, stava premendo con il bacino, facilitando la penetrazione del pene irrigidito ma non durissimo. L’uomo era sudato e ansimava.
Roberta si voltò a guardare la nuova entrata, ma non mostrò sorpresa e continuò a rimanere concentrata sul lavoro. Mario voltò il capo a sua volta.
– Cosa c’è? – chiese dopo qualche secondo.
Roberta intanto scese con il bacino, ricevendo tutto il pene nel proprio grembo, con un sospiro. Anche Mario sussultò.
– Vuoi partecipare anche tu? – chiese ancora l’uomo, con freddo sarcasmo.
Maria rimase muta, indifferente alle domande.
– Mandami Paola – disse infine lui, e poco dopo la donna eseguì.
Al suo posto entrò dunque Paola, che si richiuse la porta alle spalle. La ragazza salì sul letto alle spalle di Roberta, che ormai era su entrambe le ginocchia e pompava ritmicamente sul pene del vecchio, con i sodi muscoli del ventre e delle cosce contratti. Paola le slacciò con cura il reggiseno e l’aiutò a sfilarselo, senza interromperla. Lo appoggiò da parte, quindi, da dietro, allungò le braccia ad afferrarle i morbidi e floridi seni nudi e iniziò a massaggiarli intensamente, con perizia, sotto gli occhi di Mario. Roberta chiuse gli occhi e ribaltò il capo, godendo delle sensazioni che riceveva in alto e in basso.
Mario dopo un po’ allungò le braccia ad afferrare Roberta per le spalle e l’abbassò contro il proprio petto, facendola distendere in avanti. Contemporaneamente si rivolse a Paola, da sopra la spalla di Roberta:
– Leccale il culo – le ordinò.
Roberta era prona in avanti, con le gambe piegate e il sederino nudo spinto in fuori. Le chiappe toniche e magre erano già divaricate per via della posizione. Paola si spostò indietro e si chinò su di esse, le afferrò, lisce e ambrate, con le mani le divaricò ulteriormente, quindi vi infilò la faccia e la bocca. Spingendo avanti la lingua, si mise a leccare con precisione l’orifizio anale della ragazza.
A Roberta sfuggirono forti gemiti di piacere. Le sue ripetute contrazioni vaginali fecero gemere anche Mario.
Andarono avanti così, Paola leccando sempre più a fondo e intensamente il buchetto del culo di Roberta e lei pompando ritmicamente sul cazzo duro di Mario, finché quest’ultimo, ormai provocato fino al limite, venne, e il gonfiarsi del suo cazzo e le sue eiaculazioni fecero venire improvvisamente anche Roberta, che inarcò i muscoli della schiena magra e si lamentò ad alta voce, con Paola che non smetteva di leccarle il culo e di farla tremare. Alla fine si accasciarono entrambi ansimanti e sudati, mentre Paola rimase in ginocchio, a massaggiarsi lentamente la vagina bagnata e gonfia.
– Ne vuoi ancora? – chiese Paola dopo un po’.
Mario, ancora con il fiato un po’ pesante, si sollevò sui gomiti a guardarla.
– Vuoi farmi pagare ancora? – chiese di rimando.
– No. Rientra in quello che hai già pagato. Ce ne sta ancora una.
L’uomo scosse la testa.
– No. Non ce la faccio.
Lentamente si alzò a sedere, appoggiando i piedi a terra. Roberta, rimasta sul letto, si era raccolta su un lato, nuda, in posizione quasi fetale. Aveva la vulva piena di sperma.
L’uomo si alzò in piedi e lentamente prese a rivestirsi. In quel momento, di nuovo, Maria aprì la porta e si affacciò.
– Cos’è, hai voglia di cazzo anche tu? – le chiese allora Mario bruscamente.
La donna non rispose, rimase ancora una volta muta sulla soglia, osservando il vecchio seminudo e le due giovani ragazze nude sul letto sfatto. Dopo qualche minuto, la nonna si rivolse a Paola:
– Quanto avete guadagnato, oggi?
– Altri cinquecento a testa.
Maria guardò significativamente Mario. – A me sembra poco – disse. – Io alzerei ancora il prezzo.
Paola intanto, proseguendo il suo massaggio vaginale, aveva chiuso gli occhi e piegato indietro il capo. Iniziò a gemere, massaggiandosi più forte la vagina gonfia e bagnata, e in breve venne, tutta da sola, con un appagante orgasmo autoprodotto.
Il discorso era rimasto in sospeso mentre tutti guardavano Paola, attendendo che si liberasse di quel piacere disorientante. Quando si fu ripresa la ragazza riaprì gli occhi.
– Ormai non regge neanche più. Devo fare tutto da sola – disse, riferendosi a Mario.
– Forse dovresti trovare altri clienti – ribatté la nonna.
Mario ascoltava la scenetta, infastidito.
– Mario, hai qualche amico da presentarmi? – gli chiese provocatoriamente Paola. – Ho voglia di cazzo, il tuo non ce la fa più…
– Vaffanculo, stronza! – sbottò infine l’uomo. – Vuoi il cazzo? Te ne do quanto ne vuoi. Vuoi farmi pagare di più? Pago tutto quello che volete. Siete le mie troie, capito?
Paola, e anche Roberta, sorrisero.
– Sì – confermò Paola, – siamo le tue giovani troiette. Tutte tue. – Fece una pausa, poi aggiunse: – E devi continuare a pagarci, se non vuoi che ti sputtaniamo in tutto il paese.
Mario rimase per un momento interdetto.
– Anch’io potrei sputtanare voi… – ribatté, non troppo convinto.
– E credi davvero che ce ne fotterebbe un cazzo?
L’uomo non disse più niente. Terminò di sistemarsi i vestiti e poi uscì, in silenzio, lasciando la casa.
[continua…?]
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