Capitolo [part not set] di 7 del racconto Seaside: Paola

di Carol89

Terzo capitolo del racconto. Mario sembra spingersi troppo in là. O è Paola a volerlo?

Questo racconto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

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Mario tornò a casa loro la mattina seguente, verso le undici. Paola era in giardino. L’uomo parlò con Maria, in cucina, ma non intendeva risolvere la visita così: doveva parlare con Paola, disse, per alcuni pezzi elettrici. Maria dopo poco lo mollò, comprendendo che non c’era spazio per conversare oltre, e gli disse di andare pure in giardino, dato che Paola era là.

La ragazza era stesa a prendere il sole su un lettino, a pancia in sotto, in slip di costume gialli. Si era tolta il reggipetto e indossava invece gli occhiali da sole.

Mario si avvicinò senza fretta a quella visione. Nei pochi passi nell’erba, osservò più a lungo che poteva quel corpo sottile e abbronzato, le gambe snelle che gli sembravano tanto lunghe, la schiena magra e dritta, delicata, le spalle affusolate.

Quando le fu accanto, Paola si tolse gli auricolari dalle orecchie – lui li notò solo in quel momento – e gli sorrise da dietro gli occhiali scuri.
– Buongiorno!
– Ciao… buongiorno.
– Mi scusi… stavo prendendo un po’ di sole, finché non brucia… si sieda! – In effetti lì accanto a lei c’era una sedia da giardino, con alcuni oggetti appoggiati sopra. – Sposti pure… – disse lei.

L’uomo spostò a terra qualcosa, un barattolo di crema e un giornale, e sedette, un po’ rigido. Paola, nel frattempo, si era alzata sui gomiti, sollevano le spalle e un poco il busto, inarcando la schiena. Aveva le braccia una sull’altra, davanti al petto, che era ancora premuto contro il lettino. Le spalle magre erano infossate, le scapole affusolate in evidenza.
Lui da davanti non vide nulla, ma osservò con passione il fianco nudo della giovane, fin dove poteva guardarlo: vide il costato magro, e vide il morbido fianco del seno sinistro, per pochi centimetri, prima che sparisse contro il lettino.
– Volevo dirti che ho pensato di tenerne altri, di interruttori… magari se ce n’è abbastanza posso anche sostituirli tutti.
– Ah, sì, è una buona idea – sorrise Paola, annuendo. – Glieli separo e li metto in una scatola.
– Sì… grazie.
– Li vuole subito? – chiese la ragazza, colta da quel pensiero improvviso.
– Ah, beh, no… anche… no…
– Ma sì, se vuole glieli prendo… tanto ci mettiamo un attimo!
– Ma non… mi dispiace disturbarti…
– Ma si immagini!

Così dicendo Paola si portò un braccio di traverso sul petto e in un attimo, appoggiandosi all’altra mano, si alzò in ginocchio e poi a sedere, rivolta verso di lui. L’uomo poté guardarla, e non si trattenne: osservò il braccio che copriva accortamente il petto, morbidamente deformato.

Paola allungò il braccio libero e afferrò il reggipetto del costume, a terra. Quindi, con quello in mano, esitò un attimo. Infine, scrollò le spalle.
– Tanto lo ha già visto – mormorò, con un breve sorriso. Quindi abbassò l’altro braccio, afferrando con due mani il reggipetto.

Mario vide i due seni improvvisamente nudi dondolare sul petto, puntuti e modesti. Osservò i capezzoli rosa e carnosi oscillare, vide il netto segno del costume, il pallore delle mammelle sul petto magro. Paola sbrogliò rapidamente il reggiseno, se lo infilò sulle braccia, e in breve lo posizionò a coprirsi i seni, non più nudi. Lo sistemò, lo allacciò dietro la schiena, infine sistemò ancora con cura le due coppe.

A quel punto alzò il capo e sorrise all’uomo, scrollando le spalle:
– Mi scusi – fece, dolcemente.
– Niente… hai… – questa volta Mario trovò la forza di completare la frase del giorno prima. – Hai un bel seno.
Paola si fermò, sorpresa, guardandolo da dietro gli occhiali.
– Grazie… – disse dopo un attimo, piegando il capo e sorridendo.
La ragazza chinò il capo, esitando per qualche secondo. Poi guardò di nuovo l’uomo.
– Vuole…?
Paola si portò le mani alle spalline del reggiseno e le toccò, significativamente, rimanendo in attesa di una risposta.
– Cosa…? – l’uomo era confuso, non capiva.

Paola sorrise. Prese le spalline, le fece scivolare oltre le spalle e giù lungo le braccia. Portò nuovamente le mani dietro la schiena e in un attimo sganciò il reggiseno, aprendolo e calandoselo in grembo, sulle mani lì appoggiate.

La ragazza raddrizzò lievemente il busto, di nuovo completamente nudo.
– Prego – sorrise, annuendo.
– M…
Paola annuì ancora, sorridendo di più, come per convincerlo. – Tocchi pure – disse piano.

Mario tentennò un secondo, come paralizzato. Finalmente sollevò una mano, come in trance, e la fece avanzare a mezz’aria per diversi secondi, che parvero lunghissimi. Infine, le sfiorò con la punta delle dita un seno.
Paola gli guardò la mano e sorrise a labbra chiuse. L’uomo la guardò e, non vedendo resistenze, afferrò delicatamente la mammella nuda e piccola nella proprio grande mano ruvida.

La sentì calda, morbidissima, quasi sfuggente. Liscia come fosse vellutata, come un petalo di rosa. Sentì il duro e carnoso capezzolo fra le dita.
Paola alzò la testa verso di lui e gli sorrise apertamente. L’uomo, per tutta risposta, strinse leggermente la mammella, cercò il capezzolo e lo strinse con decisione fra due dita.

L’espressione di Paola cambiò.

La ragazza smise di sorridere, socchiuse le labbra e trattenne il respiro con un lieve sussulto.

L’uomo non ebbe esitazioni, si chinò in avanti verso l’altro seno nudo e immediatamente ne prese in bocca la cima, succhiando il capezzolo carnoso e turgido. Paola emise un gemito, si ritrasse sorpresa, poi, alla succhiata successiva, ribaltò indietro il capo, tremò e gemette stridula.
Scivolò indietro, sulla schiena, si resse a stento al lettino. Poi si distese del tutto, supina. L’uomo le strinse ancora, con forza, una mammella nuda e le succhiò avidamente l’altra. Paola inarcò allora il busto, fortissimo, tendendo allo spasimo i muscoli, sollevando il petto, aggrappandosi con le mani ai bordi del lettino e piegando il capo, flettendo le gambe. Gemette forte.
– No… – aggiunse questa volta, ad alta voce: – No!
– Ma sì, sì! – esclamò l’uomo, ansimando, e già le stava leccando a bocca aperta un capezzolo e tutto un seno, stringendo sempre l’altro.
– No mi lasci!… Mi lasci!… – gemette Paola, ancora emettendo un lamento acuto. E poi, a pieni polmoni: – Nonnaaaa! – gridò, – Nonnaaaaaa!!…

Mario si ritrasse subito. Si raddrizzò sulla sedia, rosso, i capelli un po’ scomposti.

Paola restò immobile, irrigidita, le mani aggrappate al lettino, ansimando. Il capo sollevato, guardava di fianco, verso terra.

La nonna accorse. Arrivò camminando svelta, pochi istanti dopo, provenendo dall’interno della casa.

Quando li raggiunse, si fermò in piedi accanto a Paola, dalla parte opposta di Mario. Vide la propria nipote immobile, stesa supina, seminuda, con il seno nudo sul petto. Era sorpresa. Non l’aveva mai vista così apertamente discinta.
– Paola… mi hai chiamato? Cosa succede?

La nonna guardò anche Mario, rendendosi conto che, forse, lui non sarebbe dovuto essere lì.

Paola, lentamente, lasciò andare la testa e la posò nuovamente sul lettino, distendendosi più morbidamente. Ammorbidì i muscoli prima tesi, fece un respiro, e i suoi seni nudi si sollevarono con il petto, sotto i loro sguardi.
– Mario mi ha toccata – mormorò infine, rapidamente.

Un macigno cadde in mezzo a loro. Maria parve non capire, inizialmente.
– …Come dici?
– Mi ha toccata. Il seno – ripeté dopo un momento la ragazza.

Maria guardò Mario, che fissava il terreno e non si muoveva. Dopo un lungo momento tornò a guardare la nipote.
– Tu perché sei così svestita? – le chiese freddamente.

Paola aprì la bocca, sorpresa. Sollevò il capo, cercando le parole, ma prima che potesse dire nulla la nonna proseguì:
– Vestiti subito. Non si può stare in queste condizioni davanti alla gente.
– Nonna ma… mi ha toccata! Mi ha… messo la bocca su…
– Vestiti!! – gridò la nonna, alzando la voce.

Paola, basita, si alzò a sedere e poi in piedi, fissando la nonna a bocca aperta. Poi la richiuse. Si girò verso Mario e con rabbia, senza dire nulla si afferrò gli slip del costume, li tirò, li abbassò e se li sfilò bruscamente dalle gambe. Gli si piantò di fronte, a gambe dritte, leggermente divaricate.
– Tieni. Sei contento!? Guardami, sei contento!?

L’uomo la guardò, senza dire nulla. Da dietro agli occhiali da sole le vide la vagina, il margine inferiore delle grandi labbra, la stretta striscia di peluria verticale castana, soffice.
– Porco maiale!

Con quell’ultimo insulto, Paola si voltò e camminò rabbiosamente verso casa.

Per alcuni istanti, Mario la seguì con lo sguardo, osservandole lo splendido sedere nudo, a mandolino.

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