Capitolo [part not set] di 5 del racconto Le due rose nere

di Matt

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Parte 2

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Non era il doppio servizio. Le voci venivano veramente da quello che poteva definirsi “bagno ufficiale”. Un bagno che, da quanto mi aveva riferito il giardiniere capo, era costato diverse migliaia di euro al padrone. Mi era capitato di entrarci sì e no un paio di volte. A me non era permesso utilizzare quel servizio se non in casi urgenti. E la porta era sempre chiusa. Ricordavo vagamente eleganti piastrelle sul pavimento e sulle pareti, lavandino rialzato con bordi in oro, un bidet molto ampio dal design moderno, una doccia enorme nella quale non avevo mai avuto l’onore di entrare e una grande vasca con idromassaggio dai pomelli in acciaio e argento. Ricordavo pure le sue notevoli metrature, anche se le idee in quel momento erano piuttosto confuse. Fino a cinque minuti prima quel bagno era l’ultimo dei miei pensieri. In quell’istante invece sbirciare al suo interno e scoprire cosa fossero quei rumori era il mio più impellente bisogno. Avevo ormai rimosso i miei incarichi.

Mi avvicinai alla porta e accostai ad essa l’orecchio. I gridolini si fecero così più intensi. Il desiderio fu così forte che volli vedere all’interno: mi abbassai e con un occhio spalancato e l’altro chiuso sbirciai dalla toppa. Per mia sfortuna dall’altra parte vi era la chiave, e non riuscii a vedere praticamente nulla. Allora mi rialzai e approfittai del fatto che la porta fosse socchiusa. Senza farmi sentire, la aprii quel tantino che bastò per vedere all’interno. Com’era naturale che fosse vi erano Francesca e la sua amica. E non fu questa la sorpresa. Volevo sapere cosa stavano tramando lì dentro. Lo stupore nei miei occhi fu forte quando realizzai che erano entrambe completamente nude.

Rimasi qualche istante a metà tra sbigottimento e piacere. Quando mi ripresi intuii anche che stavano operando dei giochini singolari. Non capivo bene cosa facessero, l’unica cosa di cui ero certo è che erano avvinghiate l’una all’altra. E ridevano furbescamente. Erano così impegnate da non notare la mia presenza, così, senza farmi sentire, entrai nel bagno e me ne stetti accucciato vicino al lavandino ad osservarle.

Erano ai piedi della vasca. Completamente bagnate. Pensai che dovevano esser lì non da poco. Quella vista mi aveva fatto tornare l’eccitazione, così slacciai i pantaloni e abbassai i boxer, in modo da stare più comodo e liberare il mio membro nuovamente eretto. Francesca ora si alzava ora si sdraiava, infine distese a pancia in su l’amica e si inginocchiò davanti alle sue gambe. Gliele allargò completamente e infilò tra di esse la testa. Tirò fuori lentamente la lingua avendo cura che Greta la vedesse e iniziò a farla vorticare sulla vulva dell’amica. Al sentirsi solleticare in quel punto Greta ebbe un sussulto.

Io anche, nel vedere la scena.

Continuavo ad assistere allo spettacolo estasiato. Ero davvero sorpreso da quanto stava accadendo. Piacevolmente sorpreso! Traevo il massimo godimento da ciò che la semplice vista può dare. Il mio sguardo volgeva ora a quello che le due operavano, ora ai loro corpi così giovani, belli, tutti da scoprire. Francesca nuda era davvero un bel vedere. Un sedere tondo e invitante, un seno delineato e sodo ed una pancia liscia dalla pelle vellutata. E muoveva il corpo divinamente. L’amica non le era da meno. Ciò che di questa più solleticava la mia fantasia era la peluria sul pube appena accennata: così giovane eppure già così smaliziata. Aveva infatti una strisciolina ben depilata che partiva dal basso ventre e scendeva verticalmente. Mi eccitava da morire.

Francesca continuava a stimolare le intimità di Greta. Con la lingua completamente in vista, del tutto fuori dalla bocca; la agitava e la faceva scorrere senza sosta, dall’alto al basso. Greta ansimava. Ora alzava la testa, ora la ristendeva per provare il massimo godimento. I suoi spasmi divennero sempre più ravvicinati, sempre più intensi, più forti. Con un ultimo grido venne, mentre Francesca ancora leccava. Greta fece per rialzarsi ma Francesca la bloccò. La stese nuovamente e si mise sopra di lei. Con il liquido ancora sulle labbra la baciò e le infilò la lingua in gola. A Greta piacque perché non oppose resistenza. Anzi, voleva che Francesca continuasse.

Fu poi lei a prendere l’iniziativa. Palpava a due mani il seno di Francesca, poi le fece scorrere le mani sui fianchi fino al fondoschiena. Le solleticava delicatamente l’ano e continuava a baciarla. Poi d’un tratto la stese a pancia in su e le fu sopra. Scese con la lingua per tutto il corpo fin sotto alla pancia. Alzò un attimo lo sguardo verso l’amica. Un’occhiata furbesca, maliziosa, convinta e piena di desiderio. Poi tre dita della mano dentro il suo sesso eccitato, per ricambiare il favore…

Assistevo al tutto masturbandomi ancora.

Greta alternava il penetrare a fondo con la mano, al metterla in bocca a Francesca. E alla compagna doveva proprio piacere il sapore dei propri umori. Tanto da masturbarsi poi da sola e leccarsi le dita.

Fu un attimo. La testa distesa all’indietro. Uno spasmo più forte degli altri e gli occhi che si aprirono. Uno sguardo tenebroso mi fissò. Si, Francesca mi vide, ma non disse nulla. Un cenno invitante con le dita della mano, e poi lo scorrere della lingua sulle labbra.

***

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