Capitolo [part not set] di 4 del racconto Frankfurt Blues

di Aedon69

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Capitolo 2: La rapina

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***

Karl e Chiara sono entrati nella stanza nascosta, Mara a gambe larghe si sta masturbando come un’ossessa dopo averli spiati attraverso uno specchio segreto.  

“Ora verrai punita…..”

Mara guarda la sorella, fasciata nel suo corpetto rosso, i suoi occhi brillanti la guardano con cattiveria.

Karl ha ancora il suo mostruoso cazzo eretto, grosso e nodoso, Mara non riesce a sfilare le sue dita da dentro di lei, continua a muoverle, il suo cervello è in tilt, un cortocircuito le impedisce qualsiasi movimento che non sia orientato a farla godere.

“Vieni qui..”, urla Karl afferrandola per i capelli, con forza, “Vieni qui puttana da quattro soldi, ti insegno l’educazione!”

Mara strilla, eppure quel comportamento animalesco la fa colare tra le cosce, le ricorda suo figlio, il modo selvaggio in cui la prendeva.

Viene trascinata in camera da letto. Chiara li segue, in silenzio, la sorella viene sbattuta sulle lenzuola, l’uomo le strappa la maglietta lasciandola nuda, lei si ritrae, gli occhi di Karl sono due tizzoni ardenti.

“Girati, piegati sulle ginocchia!!! Ora!”

“C…cosa ?”, balbetta Mara.

“HO DETTO GIRATI E METTITI PIEGATA SULLE GINOCCHIA O QUANTO È VERO DIO TI RIEMPIO DI SCHIAFFI…”.

Impaurita Mara obbedisce.

Chiara si precipita a prendere il tubetto di lubrificante e lo porge al marito incitandolo: ”Sfondala amore, ci stava spiando la puttana, dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei…” poi, rivolta verso la sorella: ”NON è VERO BRUTTA ZOCCOLA DROGATA… NON SIAMO STATI BUONI CON TE?”

Mara ora piange sommessamente, allarmata dalla loro furia, a quattro zampe sul letto, il suo culo rivolto verso la sorella e suo marito.

“Mettile il bavaglio….”, ordina Karl alla moglie.

Chiara tira fuori da un cassetto un bavaglio di cuoio, al centro una sorta di pallina bucherellata, con poca grazia lo fa indossare alla sorella che la guarda implorante con gli occhi lucidi di lacrime.

Karl le sta accarezzando il culo, sente le sue mani che passano insistenti nel solco delle sue natiche, ogni tocco è un brivido, inarca meglio la schiena in modo da offrire meglio il suo piccolo fiore scuro all’aguzzino, lui le spalma con poca grazia il gel untuoso sul buchino, sulla fica, Mara inizia a mugolare, i suoi versi sono strozzato dal bavaglio.

Le dita di Karl si insinuano nella fica di Mara, entrano ed escono umide di lubrificante. L’uomo infila tutte e quattro le dita, il pollice si insinua nel culo della donna, Mara gode gemendo, chiudendo gli occhi. Chiara  le allarga le natiche ed inizia a leccare il suo buco del culo mentre il pollice del marito è saldamente piantato dentro di lei.

“Gode la puttana vero Chiara? Forse pensa che sia questa la punizione…. vediamo di farle cambiare idea… Prendi la frusta”

Gli occhi di Mara strabuzzano, non può protestare ma inizia ad emettere versi allarmati attraverso il bavaglio.

“Si caro..”, risponde obbediente la moglie di Karl.

Chiara afferra il frustino di cuoio nero. Mara emette versi disperati, cerca di alzarsi ma Karl le molla uno schiaffo in pieno viso, il segno rosso delle cinque dita le rimane stampato sulla guancia.

“Se non stai ferma ti mando fuori di casa mia nel giro di cinque minuti, senza soldi e senza un posto dove andare, vuoi davvero questo zoccola?”

Mara guarda Karl implorante, grosse lacrime le solcano le guance, è in trappola, sua sorella ed il marito la tengono in pugno, ha vinto la schiavitù della droga ma ora è nuovamente prigioniera, è una prigionia più sottile.

Karl la fa sistemare sul letto, carponi, il culo oscenamente esposto alle intenzioni oscene di Karl e sua moglie.

Le mani dell’uomo si infilano nuovamente in lei, si muovono febbrili, le dita le slabbrano la fica, entra tutta la mano, Mara strilla, la prima scudisciata la colpisce sulle natiche, il dolore è assoluto.

Per Mara inizia un ciclo di dolore e piacere, la mano di Karl saldamente piantata nella sua fica si muove, la scopa selvaggiamente con il suo pugno infilato nel ventre, la frusta la colpisce violentemente all’improvviso, il dolore lancinante viene subito sostituito dal piacere della penetrazione, Mara urla di piacere.

“Ma allora anche così le piace!“, esclama la sorella di Mara rivolta al marito, ”forse dovremmo cambiare!”

Karl le sfila la mano dalla fica, è oscenamente aperta, liquido caldo le cola copioso tra le cosce, Chiara inizia a leccarle le cosce salendo verso l’alto, la penetra con la lingua, le tortura il clitoride con le dita guantate di lattice, Karl porge alla moglie il cazzo che lei non esita ad ingoiare.

Mentre chiara spompina il marito, lui inizia ad infilare le sue dita nel culo di Mara, che continua a gemere e godere. Le dita di Karl entrano nel culo della donna come se fosse di burro, facilitate dal gel e dall’eccitazione, quando quasi tutta la mano è penetrata dentro di lei inizia a farle male, urla, soffocata dal bavaglio. Karl non si ferma, spinge fino ad infilarle anche il pollice. Il culo di Mara viene slabbrato dalla mano dell’uomo, Chiara la colpisce con il frustino, il dolore si impossessa ancora della donna, ora la mano di Karl si sfila dal culo di Mara che rimane oscenamente dilatato, lui lo tira con le dita allargandolo di più, ci sputa dentro e poi infila di nuovo tutta la mano, il frustino colpisce le natiche della donna più volte.

“Ah, ora non godi più cagna…”, dice la sorella rivolta a Mara con gli occhi crudeli mentre le rifila un’altra scudisciata.

Il culo di Mara ora è violentato dalla mano di Karl, interamente dentro di lei, umori le colano copiosi dal buco oscenamente slabbrato, il dolore viene sostituito lentamente dal piacere, le piace sentire il dolore lancinante della frusta, il sentirsi riempita totalmente nel culo, inizia muovere il bacino per farsi penetrare meglio, geme e soffre allo stesso tempo.

“mhhh… la cagna gode caro…a questo punto fai divertire anche me”

Chiara leva il bavaglio alla sorella, le lecca le lacrime dalle guance, la sua lingua incontra quella di Mara, si baciano voluttuosamente. Karl penetra la moglie nel culo, senza dolcezza, infilandole quella bestia enorme nel retto, lei lo accoglie con un gemito di piacere, continua a baciare la sorella persa nel godimento senza fine.

Mara sta venendo, sente l’orgasmo che le esplode nel ventre, urla mentre la sorella viene inculata selvaggiamente da Karl.

L’uomo dedica le sue attenzioni a Mara, la donna sente entrare dentro di lei quel cazzo enorme, lo accoglie eccitata, si sente piena ed inizia a muovere i fianchi cercando di godersi ogni centimetro di quel mostro di carne calda. La sorella di Mara le scivola tra le cosce leccandole ogni centimetro di pelle, un altro orgasmo sopraggiunge, un getto di liquido caldo le esce dalla fica leccato avidamente dalla sorella, urla e gode. Karl estrae il cazzo dal culo di Mara e lo infila nella bocca della moglie. Lo schizzo di sperma innaffia la gola della donna che ingoia tutto avidamente. Mara giace esausta sul letto, il culo dolorante, gli occhi socchiusi, la sua brama di godimento è stata soddisfatta in un modo che non avrebbe mai immaginato.

La sorella la accarezza baciandole le guance : ”Tutto bene sorellina… abbiamo esagerato?”.

“No… bramo essere trattata da cagna, sorellina mia, mi sento una cagna, abusate di me, vi prego!”

Karl e Chiara si guardano sorridendo, si baciano e poi si chinano a baciare la donna stesa sul letto.

***

Il giorno dopo, lunedì Mattina. La FDB, Federal Deutsche Bank, si trova al centro di Francoforte, poco distante dal distretto di polizia dove lavora Karl. Sono le undici, è una mattinata particolarmente tranquilla, le scuole sono chiuse a causa delle elezioni imminenti. Beth è in fila alla cassa, deve prelevare i soldi per pagare le tasse universitarie, Mara è con lei. La nipote le ha chiesto di accompagnarla.

Beth come al solito si è vestita come una sgualdrina. Mara pensa che la ragazza esageri ma non le dice niente per non inimicarsela, è una ragazza, non vuole che la veda come una matusa che si intromette nella sua vita. La ragazza indossa una gonna di pelle nera sopra un paio di calze a rete e delle scarpe lucide dal tacco vertiginoso, sopra un toppino rosa, indossato senza reggiseno  ed un giubbotto di pelle nera, corto. La ragazza è piccola e ben fatta, Mara non può fare a meno di ammirare le sue forme, rotondetta al punto giusto, armoniosa con quelle labbra rosse che farebbero impazzire ogni uomo.

“uff… ma quanto ci mettono…”, sbuffa Beth spazientita, tacchetta sul pavimento con la scarpa.

Mara indossa una gonna verde aderente, una camicetta bianca trasparente ed un paio di sandali col tacco che le ha prestato la sorella. Non indossa il reggiseno, sotto la gonna un piccolo fallo di plastica, cucito all’interno di uno slip di pelle nera, è piantato nella sua fica. La sorella ed il cognato la mattina sono entrati in camera sua dicendole: ”Indossa questo tutto il giorno, goditi ogni movimento che fai, stasera giocheremo un po’ insieme…”

Mara a quelle parole si era bagnata immediatamente, aveva scoperto che le piaceva essere sottomessa, lo aveva già capito dalle sue esperienze con Roberto, suo figlio, ma ora, dopo la domenica di sesso con Karl e sua moglie le era ben chiaro anche il ruolo che le piaceva assumere. Aveva accettato, indossando con un brivido di piacere lo slip particolare dei due coniugi.

“Vedrai che dopo che hanno finito con quel signore la fila scorrerà più velocemente”, risponde Mara alla nipote.

 La donna non riesce a concentrarsi, ogni movimento le provoca fitte di piacere nel basso ventre, inizia a guardare gli uomini presenti nell’androne della banca, ammira il pacco prominente della guardia giurata ferma all’angolo dell’ingresso, i capezzoli le si inturgidiscono, visibili attraverso la camicetta trasparente.

“Zia!  Zia!”, la scuote Beth svegliandola dal sogno ad occhi aperti.

“Che c’è?”.

“Copriti si vede tutto!”, dice Beth indicando con la testa i capezzoli di Mara, sporgenti ed invitanti.

Mara si copre come può con il giacchino verde.

“Complimenti!” le dice la nipote sorridendo.

Mara arrossisce e fa finta di controllare la fila.

Di colpo è come se tutto esplodesse al rallentatore:  grida, la guardia giurata cade a terra, all’ingresso irrompono sei uomini con giacche di pelle scura, passamontagna ed armi in mano.

Urlano, intimano di mettersi tutti quanti a terra, uno di loro scivola sopra le casse a va a minacciare direttamente gli impiegati dietro al bancone.

“Tutti giù, a terra, non un fiato, state buoni e nessuno si farà male….”  grida quello più alto, ha un accento calabrese, Mara riconosce l’inflessione ma non osa alzare gli occhi, tiene abbracciata sotto di se la nipote.

Tutti i presenti vengono fatti mettere spalle ai banconi delle casse, tre dei sei uomini li controllano, mitra in mano, camminano nervosamente avanti ed indietro, dall’ingresso entra un altro rapinatore.

Chiede ad uno dei tre se è tutto sotto controllo.

“Tutto bene, sono tutti qui davanti, non hanno azionato l’allarme e la giornata non è particolarmente movimentata, altri dieci minuti e abbiamo svuotato tutto, lui sarà contento”.

Quello che sembra il capo annuisce, passa in rassegna gli ostaggi: ”Bravi, siete stati molto bravi, qualche altro minuto e vi lasciamo liberi…”.

Stavolta Mara non può fare a meno di alzare la testa, l’accento dell’ultimo uomo è romano, lei crede di conoscerlo, i suoi occhi incrociano quelli del rapinatore, lui la fissa : ”Cazzo…, queste due vengono con noi quando abbiamo finito.”

“Ma lui ha detto che….”.

“NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE HA DETTO LUI… VENGONO CON NOI E BASTA.. CHIARO?”.

Mara non vuole crederci, sente Beth che trema sotto le sue braccia, si chiede spaventata come finirà questa storia, l’effetto del fallo nelle mutandine è completamente dimenticato, il terrore si è impadronito di lei.

***

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