Capitolo [part not set] di 4 del racconto Frankfurt Blues

di Aedon69

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Capitolo 4: Giorno di festeggiamenti

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Nel frattempo, trascinata per i capelli, Mara viene sbattuta sul pavimento da Mannaia, il Siciliano interrompe la sua bevuta: ” Allora, perché l’hai portata qui?”

“Potremmo divertirci un po’, guarda cosa portava…” esclama tirando sul tavolo le mutandine particolari indossate da Mara.

“Hai capito… allora sei una a cui piace il cazzo… guarda qui ce ne sono molti, sono sicuro che li troverai di tuo gusto!”

“No.. lasciatemi stare vi prego!”  implora Mara indietreggiando di fronte all’uomo che avanza verso di lei.

Lo schiaffo la colpisce forte sul viso, piange mentre il Siciliano la strattona e la palpa.

Altri due tizi si avvicinano, tenendole le mani in modo da bloccarla, mentre lo sgherro le strappa la camicetta, i suoi seni vengono denudati, seguiti dai grugniti di ammirazione dei delinquenti che, ubriachi ed infoiati, si gettano sulla donna.

Mara sente una miriade di mani che la toccano, dita ruvide la penetrano nell’ano, nella vagina, in bocca, guaisce spaventata, gli uomini la fanno sdraiare sul rudimentale tavolo dove prima erano seduti a bisbocciare. Uno dei malviventi le allarga le gambe, un altro si precipita tra le sue cosce leccando con la sua lingua ruvida il clitoride della donna, un altro le fa girare la testa ficcandole in gola il cazzo: ”Ciuccia… Ciuccialo tutto troia, ti voglio venire negli occhi..”.

Uno dei delinquenti le lecca i capezzoli, li tira, Mara urla ma il suo grido viene strozzato da un altro uomo che le piazza in bocca il suo uccello, le girano la testa a destra, a sinistra, i cazzi degli uomini le vengono infilati tra le labbra, sbattuti sul volto.

Quello chiamato il siciliano la penetra, lei urla ancora, lui inizia a scoparla mentre gli altri le sono intorno, ognuno alla ricerca di un buco in cui infilare il proprio cazzo.

***

Roberto, legato, non può intervenire, il suo capo, l’uomo che ha commissionato la rapina, si avvicina a Beth, sua cugina. La ragazza, legata,  alza gli occhi sull’uomo, la sua voce è sofferente per la posizione innaturale che è costretta a mantenere.

”Nonno! Tu? Che fai? Liberami ti prego!”

Gustav la guarda divertito, davanti a lui sua nipote, la stronzetta che a malapena lo saluta durante le cene di famiglia, la ribelle che gli ha sempre sputato in faccia il disprezzo per la politica sua e del suo governo.

“Oh mia cara, credo che a questo punto sia impossibile! Lo vedi quel bel tizio là…” esclama indicando Roberto, legato alla croce di legno, “.. beh,  quello è tuo cugino, il figlio di Mara, un rapinatore buono a niente che ti ha coinvolto in qualcosa che non può essere più fermato!”

“Ma sono tua nipote!“, gli urla lei disperata.

“Oh si, ma sei anche un bel bocconcino, ed un problema da eliminare…” dice lui mentre si sfila i pantaloni. “Perché  sprecare un’occasione così, ho sempre ammirato il tuo corpicino, durante le riunioni di famiglia, agghindata come una puttanella non potevo che darti un’occhiata di nascosto, ho sempre voluto levarmi lo sfizio!”  

Gustav si denuda avvicinandosi alla nipote.

“Vedi…” prosegue lui avvicinando il suo cazzo duro alle labbra della ragazza, “ad un certo punto della vita non ti servono più amici, parenti. Tutto quello che conta è il potere, se non avessi racimolato la mia fortuna non avrei mai potuto occupare la carica di ministro…”

L’uomo poggia la cappella alle labbra della nipote, che si rifiuta di aprire la bocca.

“Chi pensi che abbia finanziato la mia campagna eh? Quella banda di froci del mio partito? No mia cara, il mondo è come uno se lo fa… e a me non frega un cazzo di nessuno se non di me stesso.. “

Le chiude il naso con due dita alzandole il viso a farle ingoiare il cazzo nodoso: ”Adesso, da brava,  prendi il cazzo del nonno e magari possiamo trovare una soluzione!”

Beth, stremata dalla posizione, spaventata, apre le labbra, sente il bastone di carne dell’uomo scivolarle sulla lingua.

“Ora succhia, e cerca di essere brava se vuoi salvarti…”

La ragazza si aggrappa a quel minimo di speranza, ingoia il cazzo del nonno ed inizia a succhiarlo, lo sente scivolarle in gola, le scappa un conato di vomito, l’uomo spinge più a fondo facendola rigettare.

***

Mara viene girata a pancia in sotto, il corpo poggiato sul tavolo, le gambe, divaricate, a terra; mani ruvide le allargano le natiche, altre le vengono infilate nella fica, nel culo.

“Vediamo la zoccola quanto riesce ad allargarlo…” urla uno dei delinquenti bevendo l’ultimo sorso di vino dalla bottiglia. Si avvicina al culo della donna, Mara viene tenuta ferma sul tavolo mentre a turno la scopano in bocca.  Il siciliano le inizia a leccare il culo, la fica, Mara, ormai senza il controllo del suo corpo, sente il calore avvolgerle il ventre, anche in questo frangente la sua parte sottomessa e torbida viene a galla, anche se violentata brutalmente dai suoi rapitori il suo corpo reagisce fremendo di piacere ad ogni tocco, maggiore è la violenza maggiore è il piacere.

Spaventata da quello che prova tenta di reprimersi, la lingua del siciliano le penetra nell’ano mentre mani forti le tengono ben larghe le generose natiche.

“La zoccola c’ha un bel culo largo… vieni qui vediamo di finire il lavoro..”.

L’uomo che ha la bottiglia in mano sputa nel buco del culo di Mara, con la mano libera la penetra con tre dita, Mara urla, prontamente un altro cazzo le entra in bocca ad interromperla.

***

Karl ed il suo vice scorgono la villetta di legno, spengono al macchina e si avvicinano a piedi verso lo spiazzo antistante. Gustav sente un cicalino provenire da un laptop sistemato su un tavolino, sfila il cazzo dalla bocca della nipote che tossisce con la gola rossa dal vomito e dall’atto orale che stava consumando. L’uomo si avvicina allo schermo, veloce si rimette i pantaloni ed afferra la pistola, sale le scale di legno che portano al piano terra.

Karl fa segno al suoi vice di tenere d’occhio l’entrata principale, lui si dirige sul retro della villetta.

Nessun rumore, un’auto è parcheggiata su un lato della casa, il motore è ancora caldo, prova la maniglia della porta che dà sul retro ma è chiusa, prova a sbirciare attraverso le finestre, nessuno.

Franz Heine è fermo davanti alla costruzione, gli scuri delle finestre sono tirati giù, impossibile vedere qualcosa, si avvicina alla porta principale, prova a tirarla ed è aperta, entra, le luci sono spente, avanza veloce, la pistola tenuta ferma davanti a sé, destra nessuno, sinistra nessuno, avanza nell’ingresso quando da un anfratto buio vede saettare un coltello, troppo tardi, sente un dolore lancinante al collo, un altro lampo ed il mondo si tinge di rosso, si porta le mani al petto, sente l’umido del suo sangue imbrattargli i vestiti, stramazza al suolo, morto.

Karl sente un tonfo, veloce si dirige verso la facciata principale della costruzione, gira l’angolo, un colpo secco sulla nuca, una pala, sviene sul selciato, le mani di Gustav lo afferrano da sotto le braccia e viene trascinato dentro.

***

Mara viene fatta montare sul cazzo di un altro dei suoi aguzzini, l’uomo si sdraia per terra, lei viene sistemata sul palo di carne a cavalcioni, altri cazzi tra le labbra, le hanno sborrato in viso, sente lo sperma colare sulle sue guance e sul collo.

 La donna sente che l’orgasmo sta arrivando, cerca di trattenersi, di non far capire agli uomini che quelle umiliazioni non fanno altro che aumentare la sua eccitazione, si vergogna del suo corpo, di quello che le fa provare.

La bottiglia inizia ad entrare, Mara urla, un grido disumano, sente il suo culo slabbrarsi, sente la bottiglia penetrare nel suo intestino sfondandole l’elastico fiore scuro del suo orifizio anale.

Gli uomini ridono, la troia ha il culo sfondato, la bottiglia è penetrata per metà dentro di lei, la sfilano, il buco del culo rimane orrendamente dilatato, ci infilano le dita, a turno, per poi infilarle di nuovo la bottiglia.

Mara sente lo sperma schizzarle nel ventre, si danno il cambio a scoparla, altri schizzi in faccia, è madida di sborra, il culo oscenamente sfondato dalla bottiglia, chi è già venuto osserva, ai bordi della scena, lo scempio della donna, bevendo.

***

Anche Karl si risveglia nella stessa posizione di Roberto, si guarda intorno, non può gridare quando vede suo padre infilare il cazzo tra le labbra della figlia, Gustav lo ha imbavagliato.

“Vedi brutto stronzo come mi diverto con la tua piccola Beth…” fa l’uomo mentre scopa la ragazza in gola, “sei sempre stato un perdente, una delusione, ma morirai tu, lei, tutti. quello che conta è la riuscita del piano, fra tre anni ci saranno le elezioni e questa tragedia, la vostra morte per mano di questi delinquenti, sarà il mio trampolino di lancio”.

Karl osserva orripilato la scena, si gira e vede il ragazzo alla sua destra, legato, lo sguardo concentrato nel vuoto. Gustav si sposta, Beth boccheggia con le bava che le cola dalle labbra, viene sciolta dalle catene, si accascia, il nonno le infila le dita tozze nella fica, lei geme di dolore ma non riesce a reagire.

“Ora me la scopo..”, fa l’uomo rivolto a suo figlio.

***

Alcuni degli uomini sono sdraiati per terra, Mara li vede ubriachi accasciarsi sui divani addormentati, sono rimasti il Siciliano ed il Mannaia. Le mani del siciliano armeggiano col suo culo mentre il mannaia la sta scopando selvaggiamente, Mara sta godendo, è venuta tre volte riuscendo a nasconderlo. Il siciliano le infila la mano nello sfintere, sente il polso dell’uomo slabbrarle l’orifizio ad ogni movimento, viene di nuovo, stavolta urla.

“aaaahhh siiii diooooo”.

“Ma allora ti piace veramente eh!”, esclama  l’uomo sotto di lei, che la scopa tenendola per le natiche.

“Eh si..” risponde il siciliano che continua a fotterle l’ano con l’intera mano, “… questa è una gran zoccola… guarda come è fradicia …. La mia mano le scivola dentro come se avesse una caverna … godi zoccola? Stai godendo?”

“Siii … oh diooo … daiii daiii daiii daiii”.

Mara ha perso il controllo, il suo ventre è fuso in un unico godimento, gli uomini aumentano i loro colpi, la fica della donna viene scossa dal cazzo del Mannaia che le tira le labbra della fica, violacea e gonfia, mentre la scopa. Il Siciliano inizia a slargarle il culo con entrambe le mani, il suo orifizio anale cola sperma ed umori caldi, è dilatato all’inverosimile.

“..dai, sfondamelo ancora…”, fa la donna ormai preda di un raptus inarrestabile..”, l’uomo si alza e le si piazza dietro, le infila il cazzo, ora la scopano entrambi, in entrambi i buchi. Mara viene di nuovo, strillando, urlando, anche i suoi aguzzini vengono, dentro di lei, facendole schizzare nel ventre sborra calda.

Giacciono semisvenuti, ubriachi, Mara riesce ad aprire gli occhi, è dolorante, spaventata, si alza, nessuno ci fa caso, va verso l’angolo dove hanno buttato parte dei suoi vestiti, esce dalla stanza, scalza, le cosce bagnate di sperma e umori.

Il sole è alto, stringe gli occhi, vede il furgone che l’ha portata qui, entra nell’abitacolo e mette la mano sulle chiavi di accensione, parte, il rifugio si fa sempre più lontano.

***

Gustav penetra Beth semisvenuta, muove il bacino. Le tira i capezzoli rosei e delicati, lei si sveglia.

“Ohhh piccola, come sei tenera, poi nonno ti fa anche il culo eh…”.

Beth dà un occhiata dietro di sé, vede suo nonno in ginocchio che la sta scopando, vede il giovane legato che le fa un cenno, lei annuisce impercettibilmente.

Beth inizia a gemere, il nonno si ferma: ”Mah… Godi allora… hai visto Karl che troia che è tua figlia?”

Beth si sistema meglio, si mette carponi, punta bene le ginocchia divaricando le gambe, gli occhi chiusi : ”Dai nonno scopami … mi piace.. “

L’uomo le entra dentro di nuovo, le divarica le natiche per ammirarle il buchino del culo, lo stuzzica col pollice. Karl, allibito, assiste alla scena.

“Ma guarda il tuo papà chi lo avrebbe detto….”  fa Gustav girando la nipote verso il padre legato ai pali. Karl ha un erezione, la sua mente orrendamente confusa, pieno di odio verso l’uomo che l’ha cresciuto e che ora sta scopando sua figlia, eppure la vista di lei in quella posizione ha risvegliato il suo cazzo, eretto ed eccitato come se quella fosse una normale scena di sesso, l’uomo prova vergogna, vorrebbe scusarsi con la figlia ma il bavaglio glielo impedisce.

Gustav si avvicina al figlio, trascina per i capelli Beth: ”Succhia il cazzo a tuo padre mentre io ti scopo, forza…”

Beth, in ginocchio, guarda il padre, i suoi occhi sono sereni, gli inizia a leccare il cazzo, sale, gli lecca la pancia, sale ancora fino ad arrivare di fronte al suo viso, gli lecca il lobo nell’orecchio, gli bisbiglia: ” lo so che non è colpa tua papà..”  passa all’altro lobo, “… fra poco finisce, tutto quello che faccio lo voglio fare io… e con te non sarà brutto…”

La ragazza si inginocchia di nuovo, il nonno, che assiste alla scena masturbandosi, si inginocchia dietro di lei, il cazzo di Karl viene ingoiato dalle labbra della figlia, Gustav le entra dentro con un secco colpo di reni, la ragazza arcua la schiena per riceverlo meglio.

“Mhhhh che puttanella Karl, la vuoi scopare anche tu? Se sei buono te la faccio inculare.. eh!” dice l’uomo rivolto al figlio con piglio cattivo.

Beth ingoia il cazzo del padre a fatica, è troppo grosso, la lingua scivola sull’asta di Karl rendendola lucida e tesa, gli occhi di Beth fissi nei suoi.

“Daiii ancora…”  fa lei incitando il nonno, “mettimelo nel culo ora…”

Gustav si sfila, Beth si sposta leggermente affinché il vecchio dia le spalle a Roberto.

La ragazza sente il nonno penetrarle nel culo, il cazzo del padre ha un guizzo, sente che sta per venire. Gustav tiene le chiappe della nipote ben divaricate con le mani mentre il suo bastone le scivola nell’intestino.

Roberto ha quasi finito di sfilare le mani dalle catene, le sue dita sottili sono quasi completamente libere, cerca di non far rumore, il suo sguardo perso in un punto non definito, sudato per la concentrazione.

Karl inonda la faccia di sua figlia di sborra calda, gli occhi dilatati dalla consapevolezza, ha sborrato in viso a Beth, lei sembra gradire, l’uomo è in stato confusionale.

“Ahhhh vengono ti sborroooo nel culo…”, il nonno di Beth le irrora l’intestino con una schizzo di sborra.

Roberto è libero, fa un passo, per accertarsi di poter reggersi sulle gambe, fa uno scatto verso lo sgabello dove è poggiata la pistola, Gustav si gira, sfilando il cazzo gocciolante dalla nipote, si alza e va incontro al giovane.

Roberto arma il cane della pistola, la punta verso l’uomo, un colpo, una rosa rossa si allarga sulla fronte del vecchio, fa altri due passi prima di crollare a terra, morto.

Il ragazzo si avvicina a Beth: ”Stai bene? Ho fatto più in fretta possibile, scusami, scusa per tutto, sparami se vuoi, è colpa mia!”

Beth lo guarda, la sua voce è tenue, stanca: ”Si… ma ci hai salvato la vita, grazie… aiutami a liberare mio padre..”

I due armeggiano con le catene fino a liberare Karl che toltosi il bavaglio abbraccia la figlia.

“Scusami Beth..”, fa lui piangendo, “..ero costretto..”.

Lei si avvicina al suo orecchio: ”Papà lo so… tranquillo..” fa per scostarsi quando si riavvicina: ”…e mi è piaciuto.. lo sai ?”

Karl la guarda, non sa cosa pensare, poi ritorna in se stesso, sfila la pistola dalla mano di Roberto e gliela punta addosso.

“Papà ci ha aiutati…” urla Beth.

Karl guarda la figlia, guarda il ragazzo, poi di nuovo la figlia.

“Vestiti, prendi le chiavi della macchina di Gustav ed i soldi, vai a questo indirizzo, ti aprirà mia moglie, raccontale che sei venuto non appena hai saputo del rapimento di tua madre, tu qui non sei mai stato.

“ma se prendete gli altri parleranno..”

“Sanno il tuo nome ?” chiede Karl, non aveva pensato a questa evenienza.

“No, non sappiamo i nostri nomi” risponde Roberto.

“Bene, allora vai…”, fa Karl indicandogli la porta, il ragazzo rivolge un colpevole sorriso a Beth e si dirige verso l’uscita.

Karl stringe la figlia a sé: ”Ora io e te ci inventiamo una storia.

QUATTRO MESI DOPO.

La casa è silenziosa, il salone deserto, sembra che a casa di Karl Krueger non ci sia nessuno.

Un gemito, un urlo.

“Ahhhh ancora daiii, si usalo di nuovo…”.

Chiara è chinata sul tavolino della sua camera da letto, Karl le sta infilando un grosso vibratore nel culo, Beth da sotto le lecca la fica : ”daii mamma schizzami tutto sulla faccia”

Karl porge il cazzo alle labbra di sua figlia, muove il grosso fallo nel culo di Chiara, lo vede dilatarsi e stringersi. Mara sta succhiando il cazzo di Roberto, se lo infila in gola, gli succhia le palle.

“Mhhh mamma, sei fantastica, si siii sulla punta, daiiii…”

Ora Karl è dietro a Chiara e sua figlia, le penetra a turno, mentre loro gli offrono il buco del culo aperto e caldo.

Mara avvicina la fica alle labbra della piccola Beth, lei tira fuori la lingua leccando la vulva aperta della zia, sente i suoi umori colarle in bocca.

Roberto entra nel culo di Beth: ”Siii Roby… dai scopami nel culo, allargamelo, infilaci le dita..”.

Mara e Chiara inginocchiate leccano il cazzo di Karl, le loro lingue si intrecciano tra di loro, sulla cappella rossa dell’uomo, si toccano entrambe la fica col le mani.

“Vengo… ohh vengo….”, fa Roberto tenendo con le mani le natiche della cugina.

“Vienimi dentro il culo dai Roby…. fammelo sentire”

Il ragazzo le fiotta uno schizzo di sborra nel culo, Beth si gode la sensazione di sentirla colare dentro di sé.

Karl schizza in faccia alle due donne, che ingorde si leccano il viso ed ogni goccia di sperma, Beth si avvicina al padre, gli pulisce il cazzo con la lingua, il padre la guarda: ”Brava piccola, pulisci il cazzo di papà…. Dai ora andiamo in bagno, devo pisciare.. “

Tutti si alzano, le tre donne si mettono nella grande jacuzzi della stanza personale di Karl, si baciano tra loro, Beth lecca i capezzoli della madre, Chiara masturba la sorella mentre la bacia.

I getti di piscia calda le investono all’improvviso, le donne la bevono, se la spalmano sulla fica, se la versano una dalla bocca dell’altra. I soldi della rapina sono stati ufficialmente dichiarati scomparsi, oggi è giorno di festeggiamenti.

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