Capitolo [part not set] di 4 del racconto Frankfurt Blues

di Aedon69

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Ndr: il racconto prosegue dove si arrestava il precedente Mara.

Mara arrivò a Francoforte in pieno inverno. La sorella, Chiara, aveva lasciato l’Italia venticinque anni prima, aveva sposato un poliziotto della città, Karl Krueger, un uomo biondo, burbero, brusco, alto uno e novanta tutto muscoli, di dieci anni più giovane di lei. Vivevano in un quartiere poco lontano dal centro di Francoforte. Avevano una figlia che frequentava l’università, Elisabeth, che viveva nel garage, adibito ad appartamento, attiguo alla casa.

Mara era arrivata in Germania per allontanarsi dal turbine di droga e sesso che la stava avviluppando, sperava che lo stare con la sorella, una persona stabile, l’avrebbe aiutata.

Chiara accolse la sorella con entusiasmo mentre Karl fece fede al suo carattere mostrandole sempre una certa scontrosità e diffidenza.

I mesi passarono, Mara non toccava cocaina da quando era arrivata a Francoforte, Karl, con le conoscenze dovute al suo lavoro di poliziotto, riuscì a trovarle un lavoro in un supermarket del quartiere.

Se il vizio della cocaina le era passato, Mara non perse mai il languore sordo avvertito al basso ventre, quella voglia di essere posseduta duramente, in totale balìa di qualcun altro. Uscì per un certo periodo con un certo Hans, il direttore del supermarket dove lavorava, il sesso con lui era troppo monotono, banale, le ricordava il rapporto che aveva avuto col marito

I ricordi di quanto accaduto con suo figlio, Roberto, per quanto potessero essere osceni, ancora occupavano gran parte dei suoi pensieri, con lui aveva sperimentato, aveva superato i limiti della decenza, si era completamente abbandonata ad atti che inizialmente aveva creduto essere dovuti alla cocaina ma che poi, con suo enorme stupore, aveva scoperto essere dovuti alla sua reale natura venuta finalmente a galla.

Hans fu ben presto un ricordo, le notte Mara si consolava toccandosi nel suo letto pensando a suo figlio, al bastone nodoso che le infilava in ogni orifizio del corpo, ai suoi modi rudi e violenti che la facevano sentire così puttana.

Dopo qualche tempo ricorse a degli oggetti comprati nel fornitissimo Sexy Shop del quartiere. Da sola, nella sua stanza, iniziava a guardarsi oscenamente nello specchio di fronte al letto, allargava le gambe, guardava la propria intimità oscenamente slargata dalle sue mani, poi i due grossi falli artificiali, con venature enormi e pronunciate, venivano infilati con lussuria dentro di lei, adorava essere penetrata contemporaneamente nella fica e nel culo, gemeva nel sentirsi piena, si masturbava fino allo sfinimento per poi crollare in un sonno profondo.

La domenica in casa Krueger era un incubo. Erano ormai nove mesi che Mara viveva in quella casa, odiava il rituale della domenica, andare a messa tutti insieme, come una grande famiglia. Karl e Chiara erano religiosissimi, pretendevano che tutti i componenti della famiglia si vestissero eleganti per essere presentabili davanti al Signore.

In casa il bagno era unico, Mara e la nipote, Elisabeth, avevano deciso di dividere il bagno per poter fare prima. Beth, come veniva amichevolmente chiamata, era poco più alta di un  metro e cinquanta, mora, capelli a caschetto corti con una frangia storta che le ricadeva sugli occhi color verde intenso.

Mentre la nipote era sotto la doccia Mara ammirava il suo corpo rotondetto, le sue belle cosce tornite e piene, il suo seno appena accennato. Beth le raccontava dei suoi due amici Mirko a Malik che le facevano una corte spietata. Mara era distratta, si lavava i denti guardando il proprio seno grande ed invitante, i propri fianchi pronunciati, il suo corpo non aspettava altro che essere afferrato da mani rudi, maschie, stava impazzendo in quella sorta di limbo.

“….Zia….Zia…ma mi stai a sentire?”

Si svegliò dal torpore, sentiva del liquido colarle tra le gambe, aveva voglia di essere presa e scopata, usata come era stata usata tempo prima.

“….si, si scusami!” rispose alla nipote continuando ad ascoltare le sue storie.

Quando uscirono dal bagno Karl e Chiara li stavano aspettando, Karl era in doppiopetto blu, sembrava più pronto per un colloquio che per la messa, Chiara indossava un completo scuro, attillato, scarpe lucide con un tacco vertiginoso, un corpetto che stentava a contenere la sua quinta, ritoccata in una famosa clinica svizzera.

Chiara era stata sempre gelosa di Mara. Sua sorella, essendo di una bellezza più mediterranea, quando erano entrambe in Italia, aveva sempre ricevuto più attenzioni di lei da parte degli uomini. Una volta trasferitasi in Germania si prese la rivincita, si fece ingrandire il seno di due misure, si tinse i capelli color platino e, con la sua altezza, non le fu difficile iniziare a sembrare una vera donna tedesca, poi conobbe Karl e si sposò, formando una perfetta e tipica coppia tedesca.

Quando vide come si era conciata sua nipote, Mara storse un po’ la bocca: Beth indossava un giubbetto jeans sopra una minigonna da stupro ed un paio di zatteroni, con allaccio alla schiava, da prostituta di strada, il tutto veniva bellamente rifinito con un trucco da troia di bordello.

La famigliola arrivò in chiesa in perfetto orario, durante la celebrazione Beth con una scusa uscì dalla chiesa, a destra del colonnato imboccò una porticina rossa entrando in quello che era il teatro della parrocchia. L’interno era scarsamente illuminato da un faro penzolante al centro della grande sala, file di sedie vuote, foderate di velluto rosso, sparivano nella penombra del teatro.

Beth chiamò: ”Ehi Malik dove sei ?…..”

Il ragazzo sbucò dal buio abbrancandola da dietro con affetto, lei si scostò sorridendo.

“..guarda che mica siamo fidanzati, cosa sono queste confidenze…..”

“…dai Beth, così mi fai impazzire….mi hai fatto venire qui…cosa vuoi allora?”

“…ti volevo chiedere se oggi pomeriggio mi aiuti a portare a termine quella serie di equazioni che dobbiamo consegnare, lo sai che di matematica non ci capisco niente…”

Malik si rabbuiò: ”…Beth lo sai che oggi ho la finale del torneo di scacchi….”

“Allora se proprio non vuoi….”  fece lei passandosi la lingua sul labbro superiore.

Malik guardava le labbra di Beth, erano carnose, rosse, invitanti, non poteva fare a meno di desiderarla.

“…uff, sei una stronzetta lo sai? Te ne approfitti perché sai che non ti posso dire di no…”

La ragazza gli girò intorno, sorniona, Malik le piaceva, lo abbracciò da dietro, le sue mani, smaltate di nero, scesero verso la cerniera dei jeans, la abbassò, la sua mano armeggiò nei pantaloni tirando fuori il suo uccello, già duro.

Beth iniziò a masturbarlo, la sua mano muoveva su e giù la pelle tesa del cazzo, le sue dita si soffermavano sulla cappella del ragazzo che iniziò a mugolare.

La ragazza si sedette su una poltroncina del teatro, tirò giù la sua blusa e scoprì i piccoli seni, i suoi capezzoli erano di un rosa così pallido e lieve che si perdeva sulla sua pelle chiarissima, strusciò l’uccello del ragazzo sui propri capezzoli. Avvicinava il cazzo alla bocca, senza infilarlo tra le labbra, Malik poteva sentire il respiro della ragazza sulla propria cappella, stava impazzendo.

“….Mhhh Beth….mi fai impazzire….dai continua a masturbarmi così….siii ora passatelo sulle tette…mhhhh sto per venire….”

Lei lo guardava con i suoi occhi verdi e grandi, con la mano sinistra continuava a toccargli il cazzo mentre teneva il palmo della destra aperto di fronte alla cappella turgida di Malik, il primo fiotto di sborra le imbrattò la mano, il suo palmo fu ricoperto di sperma caldo e colante, lei iniziò a leccarlo, sempre guardando il ragazzo negli occhi.

“…Santo cielo quanto sei puttana Beth….va bene…ti do una mano oggi pomeriggio…”

“Ah bene…”, rispose lei mentre si puliva con un fazzoletto di carta, “…c’è anche Mirko con noi, mi deve dare una mano ad attaccare dei quadri oggi…ti dispiace?“

Lui si rabbuiò, per un secondo, vedeva sfumare i suoi sogni di sesso selvaggio a causa della presenza dell’altro pretendente, ma avrebbe fatto tutto per quella ragazza.

“…no tranquilla… sopravvivrò..”

Si salutarono. Beth si ricongiunse alla famiglia in chiesa, il padre la guardò severo ma lei non se ne curò, era una ribelle e gli scontri con il carattere severo del padre erano frequenti.

La messa si concluse, la famiglia si diresse verso casa.

Dopo il pranzo domenicale, nel pomeriggio, Mara, scalza e con una maglietta lunga che la copriva fino alle ginocchia, girava annoiata per casa curiosando tra i libri di Karl. Nella biblioteca del cognato la maggior parte dei libri erano in tedesco, la sua scarsa conoscenza della lingua le permetteva di capire a malapena il significato dei titoli. Tutta la casa era austera, scura, con grossi mobili intarsiati, soffocanti, di un marrone nero che trasmetteva angoscia.

La camera dei coniugi Krueger era grande come un appartamento. Karl le aveva permesso di vederla solo una volta, come se fosse geloso dei suoi spazi. A Chiara faceva invece piacere mostrare alla sorella le sue cose, sempre per quel senso di rivalsa che la donna aveva nei confronti della sorella.

Mara fu attratta da un volume col titolo dorato, era nero, finemente rilegato, fece per prenderlo e sentì un clic. La parete della libreria si era scostata dal muro rivelando un passaggio. Incuriosita la donna entrò, i suoi piedi nudi toccarono un freddo parquet di mogano, era una stanza buia. Cercò l’interruttore, accese le luci, la stanza era circolare, enorme, al centro troneggiava una sedia di legno col sedile di cuoio nero. Al centro del sedile c’erano delle aperture, di fronte alla sedia un grande specchio dorato mentre intorno, attaccati alle pareti, c’erano dei mobili alti chiusi a chiave.

Si avvicinò allo specchio, alla sua destra c’era un piccolo interruttore verde, lo spinse, la superficie del vetro smise di riflettere, lo specchio era diventata una finestra che mostrava la camera di Karl e Chiara.

Vide suo cognato completamente nudo, il suo cazzo era mostruoso, arrivava a metà coscia, un diametro pazzesco già a riposo, Mara era ipnotizzata da quella  visione, si stava chiedendo cosa stesse facendo suo cognato da solo e nudo in piedi vicino al letto?

Lo vede armeggiare con un telecomando, evidentemente lo stereo. Lo sguardo dell’uomo è diretto verso la porta del bagno. Mara indietreggia sedendosi sulla poltrona di legno al centro della stanza, i buchi sul sedile lasciano liberi dalla seduta la fica ed il culo, la donna ne immagina l’uso, l’ubicazione della sedia doveva essere stata scelta proprio per poter osservare comodi quello che accadeva al di là dello specchio, o quello che rifletteva.

Dal bagno esce una donna che Mara stenta a riconoscere. È vestita con un corpetto aderente di lattice rosso, il volto completamente nascosto, tranne la bocca e gli occhi, i capelli escono a coda di cavallo dalla sommità del cappuccio, Mara riconosce la sorella, è Chiara, la vede avanzare verso il marito, lei gli accarezza l’enorme bestia tra le gambe, lui le tira i capelli e la fa mettere carponi sul letto.

Mara sente un brivido tra le cosce. Dall’armadio, posto alla destra del letto, Karl prende un frustino, accarezza una natica della moglie, il completo della donna è come una seconda pelle, le aderisce al corpo mostrandolo come se fosse nudo. La prima scudisciata sulle natiche fa gridare la sorella di Mara, il cazzo di Karl reagisce all’urlo drizzandosi in una mostruosa erezione, una seconda scudisciata la fa gemere, i colpi seguenti la fanno sbavare di piacere, ad ogni colpo inarca meglio la schiena per offrire le natiche al dolce supplizio.

Karl colpisce sua moglie, più volte, il suo cazzo ora è enormemente teso, lo porge alle labbra della moglie che lo ingoia allargando le labbra rosse, il marito le ficca in gola tutto quel bastone di carne, lei ha dei conati di vomito ma lui non le lascia la testa, anzi, gliela spinge ancora più in fondo facendola soffocare.

Chiara è paonazza in viso. Mara, muta osservatrice, a gambe larghe sulla sedia, si masturba osservando quello che la sorella sta subendo in camera da letto, le sue dita entrano nella fica, torturano il clitoride, entrano nel suo ano esplorandolo, muovendosi veloci dentro di lei.

Karl si avvicina nuovamente all’armadio, prende un tubetto bianco. Chiara rimane piegata sulle ginocchia, la testa adagiata sul letto, ansima muovendo il bacino, gustandosi il contatto del lattice sulla sua intima natura. Il marito le tira giù la zip,  che dalle natiche e scende fino all’inguine.

La pelle bianca, le carni  rosa e delicate della sua intimità  vengono esposte dall’apertura praticata nel body di pelle lucida. I suoi buchi sono oscenamente a servizio dell’uomo che la guarda, dominante, da dietro. Karl spalma con cura il liquido del tubetto sul culo della sorella di Mara ungendolo con maestria, le sue dita iniziano ad insinuarsi, lente,  dentro di lei.

***

nel frattempo Malik e Mirko stanno litigando per la posizione di un quadro:  mentre Mirko sostiene che è attaccato dritto, Malik gli grida che è cieco e che il quadro è più storto del Titanic durante il naufragio.

“….è che proprio non ci arrivi, l’avrai attaccato pure tu ma è STORTOOOO”, continua a gridare Malik.

“…Cazzo dici…”, risponde l’altro, “..guarda ho usato anche la livella, guarda appoggiala sulla cornice e dimmi se è storta….”

Malik si rivolge con un sorriso beffardo verso Beth, che nel frattempo sta rollando una canna.

“…L’hai visto Beth? Hai la casa storta allora….la tua fottutissima casa ha le pareti storte perché l’idiota qui vicino sostiene di essere il Dio delle Livelle…”

Beth sbuffa, espirando nuvolette di fumo, si è stancata di vedere i due ragazzi discutere per futili motivi solo per dimostrare chi, tra di loro, è quello dominante. La verità è che Beth è attratta da tutti e due, a loro modo si completano.

“Ora basta…..”, esclama la ragazza con piglio deciso, “ vediamo, quello più bravo uscirà con me stasera!”

“Più bravo a fare cosa?”, chiedono i due ragazzi all’unisono,  girandosi verso Beth con la faccia più idiota mai vista sulla terra.

Beth allarga le gambe, la corta gonna scopre il minuscolo perizoma che la copre, lo scosta mostrando ai  ragazzi la suo fichetta rosa ed invitante.

I due si gettano sulla loro preda, impazziti, le loro lingue si accaniscono contro la carne morbida della ragazza, le loro dita toccano e violano sempre più centimetri di pelle, sotto le loro mani la fica di Beth si unge di umori e saliva, inizia a godere, si morde le labbra, allarga le sue gambe per far entrare meglio le mani dei suoi pretendenti.

***

In camera da letto, la mano di Karl è completamente dentro il ventre di Chiara, Mara vede il polso dell’uomo penetrare nella sorella centimetro dopo centimetro, la sta sfondando. Le mani di Mara si torturano la fica, il suo liquido caldo ha ormai bagnato il sedile di cuoio, vede la sorella sventrata dal marito che, con le mani, le sta slabbrando la fica, calda e pulsante.

Chiara urla e gode, sente la sua fica allargarsi, si sente piena, della bava le cola ai lati della bocca, sta avendo un orgasmo dietro l’altro, il marito non accenna a smettere, più sua moglie urla e gode più lui insiste nel penetrarla a fondo.

Karl sfila la mano dalla fica della moglie, lentamente. Gode nel vedere le calde carni di Chiara  oscenamente dilatate, le sputa sulla fica, struscia il dorso della sua mano per umettarla meglio, la penetra nuovamente, con forza, un dito, due dita, quattro, la mano scivola dentro, le grandi labbra della donna sono madide di liquidi, rosse ed accoglienti.

Chiara urla ancora :”Mhhhh, siiiii !!!! dai ancora….fammelo anche nel culo ora !!! comincia ad allargarmi il culo …. daiii….preparami…”

Karl armeggia ancora col tubetto di lubrificante, inizia ad infilare le dita nel culo di Chiara, poi si ferma, si alza, vistosamente arrabbiato, si avvia verso la porta a passi decisi, la moglie lo segue.

***

Beth spompina i due ragazzi, li sente indurirsi sotto la sua lingua, sono davanti a lei in piedi, i loro bastoni nodosi, caldi all’altezza del suo viso. Spingono, la cercano, lei li accoglie nella sua bocca, li succhia, li lecca partendo dalla base e percorrendo con la lingua la loro asta dura.

“…sei una zoccola Beth…una fantastica zoccola…non è vero Malik?…”

“Si. “, risponde l’altro “Mai avuto un pompino come questo, ora possiamo darglielo in altre parti vero collega ?”

“Concordo.” risponde Malik sorridendo mentre la sua mano tiene per i capelli la ragazza che si fa scivolare in gola il suo uccello.

Beth affannata ed eccitata si gira mostrando loro il piccolo culetto sodo e bianco.

“Se volete usare il mio culo…prima leccatemelo bene…coraggio…”  dice Beth passandosi vogliosa un dito sul suo piccolo forellino.

Le lingue dei ragazzi guizzano intorno alle pieghe succose del suo orifizio, si insinuano con forza penetrandola, lei muove il bacino, gli occhi chiusi in attesa dell’orgasmo imminente.

Malik la penetra, la piccola fica accoglie il ragazzo allargandosi ed inghiottendolo, il cazzo esce madido di umori, Mirko le si posiziona sotto, Malik si sfila da lei permettendo all’amico di prendere il suo posto.

Beth sta impazzendo, quando Malik si sfila, per far posto a Mirko, urla per l’orgasmo sopraggiunto, il ragazzo sente sguazzare il suo cazzo nei caldi umori della ragazza. Malik avvicina la cappella al buchino delicato di Beth, lei si ferma un istante, respira profondamente, è la sua prima volta.

Il suo dolce orifizio cede, lo sente tendersi nel tentativo di ricevere la tozza cappella rosa di Malik, lo sente allargarsi lentamente, le brucia un po’, ma il dolore è affievolito dal godimento che Mirko le sta donando scopandola mentre la tiene per i fianchi stretti.

Beth urla ancora, più forte, un altro orgasmo. Malik le scivola completamente nel culo, la ragazza è piena, geme, gode, i movimenti dei due ragazzi le squassano il ventre provocandole ondate incontrollabili di piacere, perde la cognizione di se stessa.

La ragazza sente Malik sborrarle nel culo, il liquido le cola caldo tra le cosce. Mirko le vuole venire in bocca, lei apre obbediente le labbra, pronta ad accogliere il seme del ragazzo. Mirko le schizza in volto, lei ingoia tutto lo sperma, lo beve soddisfatta, viene ancora mentre con la lingua raccoglie ingorda le ultime gocce ai bordi delle labbra.

***

In casa, la porta della biblioteca viene spalancata di colpo, sulla soglia Karl e Chiara la guardano severi, adirati. Mara è sulla sedia al centro della stanza, la maglietta completamente tirata su, le sue dita ancora si muovono nella fica fradicia.

“Ora verrai punita…..”, le dice la sorella con voce severa. Sta guardando il viso cinereo del marito.

***

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