Capitolo [part not set] di 2 del racconto La multa

di Valestra83

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2. Il punto di vista del poliziotto

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(Il poliziotto)

Il suo viso si blocca, gli occhi sono fissi su di me, mi sorride maliziosa, sfila la cappella dalla bocca molto lentamente formando un rivolo di saliva tra il suo mento e il mio membro, ne strofina l’apice sul labbro inferiore scoccandomi uno sguardo languido..

“Ok..” mi dice con voce suadente e facendomi l’occhiolino.

Si rituffa sul mio cazzo, leccandone per bene tutta l’asta dal basso verso l’alto, la sua lingua è calda, morbidissima e sembra poter arrivare ovunque! “che puttanella che ho beccato stasera!” penso tra me e me, “sono proprio fortunato, dovrò trarne il maggior possibile vantaggio”.

Lei continua a dedicarsi all’asta, le sue mani ritornano sui miei testicoli gonfi di sperma, li stringe un po’, ne saggia la consistenza, li accarezza. Scende un po’ con il viso ed inizia a baciarli tutti e due, prima uno e poi l’altro, guardandomi fisso negli occhi “ohhhh… si…” la mia voce è tremante e reclino il capo all’indietro socchiudendo gli occhi, lo riabbasso per vederla, adesso ha un mio testicolo in bocca e lo succhia producendo uno sciacquettìo osceno ed eccitante… Si stacca per passare all’altro con la stessa dedizione rivolta al precedente, il suo mento è intriso di saliva di cui qualche rivolo macchia il vestito all’altezza della scollatura, ma sembra non curarsene, è talmente presa dal pompino che mi sta dedicando… ne approfitto per provocarla.

“Li sai fare i pompini… eh zoccoletta? Quanti anni hai?” chiedo, scostandole i capelli dalla fronte.

“Mmmh… slurp… 22 agente…” mentre mi svela la sua età, con la lingua picchietta il frenulo e strofina la mia verga sul mento e sulle guance, imbrattandole della sua stessa saliva. Un brivido mi attraversa tutto il corpo.

“Mhhh… così giovane e così golosa di cazzo…” dico con estasi.

“Beh… devo pur guadagnarmelo questo favore, no? Nessuno fa nulla in cambio di nulla, l’hai detto anche tu” ritorna sul mio cazzo avvolgendolo completamente con la sua bocca goduriosa, il suo capo va su e giù con un ritmo costante, qualche volta se ne distacca per ritornare sui miei testicoli, altre volte tenta addirittura di farselo arrivare fino in gola, con conseguente colpetto di tosse, conato represso e occhi che lacrimano, che ingordigia.

“Mmmh… ti piace come te lo sto succhiando vero?” mi chiede mentre strofina il glande sulla guancia sinistra sporcandola ulteriormente con il trucco colante “pensaci bene, dovresti essere da qualche parte a girare e girare con la tua volante, solo soletto e invece… mhhh… hai sotto il tuo cazzo una ragazza che ti sta spompinando per benino… ti piace, porco? Eh?” mi provoca schiaffeggiandosi fortemente la guancia con la mia cappella grondante della sua saliva… non resisto più!

“Oddio… basta così! Altrimenti mi farai venire troppo presto! Alzati ora!” le ordino in tono perentorio.

“Agli ordini!” risponde prontamente con un sorriso ironico. La faccio voltare bruscamente, la tiro verso di me, facendo aderire il mio torace alla sua schiena, ma soprattutto il mio cazzo alla stoffa del vestito che ricopre il suo sedere. Mi ci struscio contro, le bacio il collo, mi inebrio con il profumo dei suoi capelli, con una mano sollevo un pò il vestito, mentre con l’altra abbasso la scollatura, notando con un po’ di stupore che è priva di reggiseno.

“Mmhhh… ma tu guarda, tettine al vento… è così conciata che avresti dovuto recarti dalla zia malata? Troia!” le dico mentre ricopro di baci a schiocco la sua spalla sinistra.

“Mhhh si… continua così… mi ecciti quando mi dai della troia…” mi sussurra vicino all’orecchio.

“Adesso avvicinati alla macchina, poggia nuovamente le mani sul cofano, piega la schiena in avanti, protendi per bene quel culetto e divarica le gambe!” lei esegue come un automa, io mi avvicino afferrandomi il cazzo, pronto a gustarmi questa puttanella. Volta il viso verso di me, ondeggiando il sedere “Avanti agente, mi punisca… ho infranto i limiti consentiti di velocità… faccia vedere a quest’incosciente che cosa si rischia”.

Queste sue parole mi accendono come un fiammifero! Sollevo il suo vestito fin sopra la vita, faccio scendere i suoi slip fino alle caviglie. Le sue rosee natiche mi sono davanti adesso, nonostante il buio della sera, la luce di un lampione ad un paio di metri mi aiuta ad ammirarne la forma rotonda e soda, perfetta. Le sferro uno schiaffo sentendola gemere.

“Preparati troietta!” le dico con una certa agitazione. Mi porto a pochi centimetri da lei, appoggio il glande alla sue labbra calde, morbide e bagnate… lo strofino un po’ dall’alto verso il basso, inzuppandolo dei suoi umori “uhhh… ti prego, non ce la faccio più… mettilo dentro!!” mi implora con voce supplichevole.

Accontento la sua richiesta, inserisco la cappella dentro la sua passerina, spingo un po’ e sento il mio cazzo scivolare per intero dentro quello stretto corridoio di carne bollente.

”Ahhh, come sei rovente… la tua fighetta è una fornace”

“Che cosa aspetti!? Scopamela, fammelo sentire fino all’utero!” mi urla.

L’afferro per i fianchi con etrambe le mani ed inizio a muovermi con un ritmo lento ma profondo, il mio addome urta contro i suoi glutei che non recedo dal colpirli con ceffoni ben assestati, lei sembra addirittura infoiarsi ancora di più per questo trattamento da cagnetta.

“Ohh si!! Così, mi punisca agente, mi sculacci a dovere!” mi incita volgarmente.

Aumento la velocità, le mie spinte sono più rapide adesso, il respiro diventa più corto, la sua passera produce sempre più succhi, le sue pareti vaginali si contraggono e stringono unitamente all’entrata del mio cazzo. Mi appoggio sulla sua schiena, in modo da stringerle i seni a piene mani, mentre ormai ho assunto un ritmo talmente forsennato che potrebbe portarmi all’orgasmo di qui a poco, la mia fronte gronda sudore e i suoi gemiti mi provocano fremiti lungo lo scroto e che si dipanano fino all’apice del glande.

“Continua così… mi stai riempiendo… sfondamela, quando ti ricapiterà un’altra troietta del genere!?” mi urla oscenamente.

“S-sei solo una puttana!!” le urlo con impeto.

“Siiiii.. sono solo una puttana, agente… una puttanella… dimmelo ancora, ti prego.. dimmi che sono la tua puttana, la tua cagna in calore!!!” mi grida con foga.

“Siiiiii, sei la mia puttana in questo momento!!! Voglio aprirtela in due questa fighetta!!! Oddioooooo!!!” le imprimo un affondo deciso, facendole sentire il mio cazzo fino all’attaccatura dei testicoli, allo stesso tempo avverto il suo orgasmo inondarmi dall’interno, che sensazione stupenda, mi irrigidisco ma tento di trattenermi, così facendo mi fermo un istante accasciandomi sulla sua schiena sudata, sospirando.

Anche lei è affannata, si avvicina con la bocca al mio orecchio.

“Che scopata… mi hai fatto venire non appena mi hai urlato di essere solo la tua puttana… ma tu non sei ancora venuto…” con la lingua mi colpisce il lobo, giocandoci “eh? Perché non me la fai pagare per bene la mia infrazione, agente? Svuotati le palle, maiale!” stavolta addenta direttamente la parte inferiore del lobo, il mio corpo è in preda a fremiti incontrollabili.

“Pensi che sia finita qui, troietta? Perché credi che mi sia trattenuto poco fa? Tu sei una puttanella, e le puttane vanno inculate” stavolta sono io a leccarle l’orecchio e parte della sua guancia destra sporca di trucco colante.

“Mhhh… lurido porco… anche quello vuoi? Prenditelo allora!” mi risponde con voce resa ancora roca dall’orgasmo, ma così suadente.

Mi rimetto in posizione eretta dietro di lei, sfilo il mio cazzo dalla sua passera fradicia, i cui umori le colano fino alle cosce, le dico di porgermi le braccia, lei esegue alzando le mani dal cofano e portandole verso di me, divarica maggiormente le gambe per ottenere miglior stabilità ed equilibrio, io afferro entrambi i suoi polsi chiudendoli dentro la morsa della mia mano sinistra, posso farlo per via della struttura esile dei suoi avambracci. Con la mano destra libera, posiziono la cappella sul suo orifizio anale, spingo, accorgendomi che è davvero stretto, sento un suo mugolìo di disapprovazione, me ne dolgo, spingo nuovamente ma con più vigore stavolta ed ecco che sono tutto dentro, le vedo appoggiare di scatto il viso sul cofano, chiudere gli occhi, cacciare un urlo di dolore e stringere i denti.

”Ahhhhhhhhhh!!! Cazzo!” mentre si contorce un po’.

“Ohhh.. ti ho fatto male?? Scusami… ma è così che vanno inculate le puttane come te! Aahahahh!” schernendola.

“A-anche più forte…” replica mentre si volta e con i capelli che le coprono parte del viso, con un tono da impudente e un sorriso malizioso a trentadue denti.

Inizio a muovermi dentro il suo sfintere, acquisendo da subito un moto rapido e deciso, accompagnato da continui schiaffi sul suo sedere.

“Ohhh si, così! Continua, spingi, ti prego non rallentare.. inculami, agente!! Sfondami questo culetto da troia!” mi incita con scurrilità.

Le sue natiche sono ormai arrossate all’inverosimile, sia per i continui ceffoni subìti, sia per le continue strette con la mano sulla sua tenera carne. Continuo a scoparle il sedere con foga, le sue parole, ma anche la situazione che si è venuta a creare mi mandano letteralmente in delirio, ad ogni affondo sento i suoi seni sobbalzare sulla fredda lamiera del cofano e il continuo urtare delle mie cosce sui suoi glutei produce un rumore ovattato quasi ipontico, la mia resistenza ha raggiunto il limite consentito, non riesco più a trattenermi, lo sento, avverto chiaramente i testicoli innalzarsi per dare il via ad una sborrata copiosa!

“S-sto per venire… preparati” l’avverto con voce intervallata a gemiti.

“Ohh siii… non aspettavo altro!!” voltandosi verso di me.

Pochi ultimi colpi decisi ed ecco che sento lo sperma salire furioso dai testicoli.

“E-ecco, ci s-sono!! Presto! In ginocchio puttana!!” le urlo mentre velocemente mi sfilo da lei, liberandole anche i polsi dalla mia stretta.

“Si! Eccomi! Vuoi sborrarmi in faccia!? Fallo, porco!!” mi incita mentre è già genuflessa con lingua in bella mostra.

Mi masturbo ferocemente, un paio di smanettate e…

“Sborrooooo!! Prendila tutta puttana!!!” il primo schizzo è potente, le colpisce la parte alta della fronte, sporcandole un po’ i capelli, un altro fiotta vicino all’occhio sinistro, un altro ancora sulla guancia sotto lo stesso occhio, gli ultimi due si depositano colanti sulla sua lingua, insieme alle restanti gocce, imbrattandole anche il mento, il suo viso è in buona parte ricoperto dal mio sperma.

“Mhhh… com’è calda e densa… era proprio da tanto che non ti scaricavi, eh? Mi hai imbrattato tutto il faccino…” mi dice mentre afferra il mio cazzo ancora gocciolante di sperma lambendone circolarmente con la lingua il glande ancora fremente per l’orgasmo.

“Te lo meritavi… puttanella…” replico con la voce ancora rotta dal fiato corto.

“Mmhh già… meno male che ho dei fazzolettini in macchina… dopo di che dovrò andare a darmi una bella pulita altrimenti la mia amica crederà che abbia battuto per strada prima di recarmi da lei, ahaha” scocca un bacio sull’orifizio della mia uretra e si rimette in piedi, tentando di togliere un po’ di sperma che le sta colando sulla palpebra sinistra.

“Si, pulisciti… a proposito, io sono Roberto” dico porgendole la mano. Conoscere il nome di questa zoccoletta potrebbe tornarmi utile…

“Chiara” risponde porgendomi l’altra mano pulita. La stringo. Mi rimetto un po’ a posto, rialzandomi mutande e pantaloni.

“Bene… Chiara… oggi te la sei cavata, ma ti avverto: la prossima volta che ti vedo sfrecciare a 130 Kmh in una stradina di campagna come questa, non sarò più così tenero, ti porterò in centrale e dovrai sdebitarti anche con altri miei colleghi…” facendole l’occhiolino.

Lei mi guarda un attimo perplessa, indugia, poi un sorriso le rischiara il bel volto d’angioletto apparentemente innocente.

“Tuoi colleghi? Beh allora vorrà dire che la prossima volta vedrò di toccare i 140… arrivederla agente” ricambiandomi l’occhiolino e sgattaiolando verso la parte laterale dell’auto. Apre la portiera, ci si ficca dentro e dopo qualche minuto la sento rombare e allontanarsi a velocità sostenuta, come un puntino rosso che si fa sempre più piccolo.

Rimango qualche altro secondo in piedi, ripensando alle sue ultime parole “Tuoi colleghi..? Beh, allora vorrà dire che la prossima volta vedrò di toccare i 140…”

“Che puttana…” mormoro in mezzo al silenzio più totale.

***

[FINE]

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