Capitolo [part not set] di 7 del racconto Seaside: Paola

di Carol89

Sesto capitolo del racconto. Un nuovo personaggio si aggiunge al racconto. È Roberta, un’amica di Paola. Le maglie della rete che avvolge Mario sono sempre più robuste.

Questo racconto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

***

//

Il giorno successivo, in tarda mattinata, Mario suonò alla porta della casa delle sue vicine, che ormai frequentava con una regolarità imbarazzante. Venne ad aprirgli Maria, che lo fece accomodare, con poche parole e molti silenzi. L’uomo, anch’egli poco in vena di conversazione, si addentrò nella casa fino alla cucina. Qui, senza sedere, tagliò corto:
– Paola? – chiese.
– È in giardino, prende il sole con un’amica – spiegò Maria, priva di espressione. – Una nostra ospite.

L’uomo si voltò, fece due passi fino alla porta-finestra della cucina e scrutò il giardino: da lontano, poté vedere le due sedie a sdraio distese fra gli alberi, occupate da altrettante ragazze, e due seggiole usate come tavolini. Da lì dov’era non poteva vedere granché di più.
– Cosa faccio, la chiamo? – gli chiese Maria. Mario esitò. Anche quel tono così servizievole lo metteva a disagio.
– Ma sì, chiamala… – si decise infine.

Maria si affacciò sul prato e chiamò la nipote, spiegando che c’era Mario. Paola rispose semplicemente di sì.

Dalla cucina, mentre Maria era tornata ai fornelli, Mario poté vedere entrambe le ragazze muoversi, e quindi incamminarsi verso di loro. Lui scappò verso il tavolo, mani in tasca.

Pochi istanti dopo le ragazze arrivarono alla porta della cucina. Ridevano e parlavano tra loro e intanto aprirono la porta ed entrarono in cucina.

Erano seminude. Entrambe indossavano soltanto un bikini, Paola uno nero con piccoli fiorellini colorati, la sua amica uno blu scuro con disegnini bianchi, ed erano scalze. Si tolsero gli occhiali da sole.
– Ciao Mario – gli sorrise Paola. – Questa è Roberta, una mia amica… sta qui da noi per qualche giorno.
– Buongiorno – sorrise Roberta, e Mario la salutò a sua volta, ma senza muoversi da dove si trovava.

Roberta era più bassa di Paola, osservò l’uomo con occhio scrutatore. Era altrettanto magra, leggermente più minuta nel complesso. Aveva un fisico tonico, sodo, abbronzato. Spalle magre, delicate. Aveva i capelli castani, più scuri di quelli di Paola, un po’ più corti, lisci. Un viso carino, simpatico. Soprattutto, notò, la differenza che saltava all’occhio, era il petto, ben più gonfio e florido, anche sotto quel bikini fasciante, privo di spalline.

Le due ragazze si misero a parlare con Maria, chiedendo cosa ci fosse per pranzo e proseguendo il discorso, senza che Mario si interessasse a ciò che dicevano. L’uomo era perso nei suoi pensieri. Dopo un poco, mentre Maria parlava, l’uomo tornò con lo sguardo sulle ragazze, ferme in piedi davanti ad un mobile, e vide che Paola, quasi soprappensiero, aveva portato una mano sul ventre nudo di Roberta e glielo accarezzava piano. Roberta la lasciava fare, senza apparente sorpresa. Mario osservò affascinato quella mano. Dopo alcuni secondi vide che scendeva lenta ma decisa fino al bordo degli slip, quindi scivolava sotto, dentro agli slip: vide la forma delle dita farsi strada sotto gli slip blu e sottili e muoversi al loro interno, ritmicamente. Mario alzò allora lo sguardo sul viso di Paola, che sorrideva serena ascoltando la nonna, e poi su quello di Roberta, che aveva invece chiuso gli occhi e aveva un’espressione rilassata e assorta.

Dopo un istante Paola girò il capo verso l’uomo ed incrociò il suo sguardo. Gli sorrise. Mario aveva già un’erezione difficile da dissimulare.

D’un tratto Mario interruppe il discorso di Maria, intromettendosi del tutto a sproposito, come chi non si contiene:
– Paola, mi fai vedere quei pezzi che avete in garage?
– Altri pezzi? – chiese Paola, con un velo d’ironia.

L’uomo non rispose, rimase semplicemente in attesa. Paola sfilò la mano dagli slip di Roberta e si avviò.
– Nonna, vado giù in garage con Mario. Ti dico quando abbiamo finito.

La donna non rispose.

Paola scese per prima, seguita da Mario che l’osservava, seminuda, camminare davanti a lui. Appena furono in garage e la porta si fu richiusa alle loro spalle, l’uomo le afferrò gli slip e glieli abbassò, mettendosi a palparle il sedere nudo, rotondo e pieno.

Spinse Paola verso un ammasso di scatoloni e legna, sul quale la fece piegare a novanta. Rapidamente si slacciò i calzoni e li calò fino alle ginocchia. Si prese il pene rigido in mano e lo puntò fra i glutei di Paola, allargandoli con le mani.

La ragazza si limitò a contrarre il volto in una smorfia, tendere i muscoli delle cosce e del torso e ricevere il membro di Mario nel culo. Non era molto abituata a quel tipo di sesso. Il suo buco del culo, stretto, si allargò lentamente, mentre l’uomo deciso premeva senza desistere. La cosa le procurò dolore, ma anche quel particolare piacere che solo una penetrazione anale è in grado di dare.

Era in quella posizione, e Mario era in gran parte dentro di lei, quando la porta del garage si aprì discretamente e Roberta entrò a sua volta nella stanza, silenziosa. La nuova arrivata rimase appoggiata di spalle alla porta richiusa, a guardare senza disturbare. Mario la notò e, pur senza fermarsi, la scrutò con bramosia.

Paola, dopo un po’, piegò il capo per guardare a sua volta Roberta. Con voce un po’ rotta, chiese:
– Vuoi… anche lei?…

Mario non rispose, ma il suo assenso era evidente.
– S-sono cinquecento… a testa… – spiegò Paola, continuando a ricevere la penetrazione ritmica.
– Va bene – rispose secco Mario dopo qualche istante di riflessione.

Paola allora, con una mano, fece cenno a Roberta di avvicinarsi.

La ragazza si staccò dalla porta e si avvicinò, camminando piano, in bikini. Mario la osservò. Mentre camminava, Roberta portò le mani dietro la schiena e si slacciò il fermaglio del reggiseno a fascia. Si fermò a tre passi da Mario e se lo tolse, con molta semplicità. Il suo seno nudo emerse florido e sodo, appeso al petto magro, gonfio e arrotondato, sollevato come se ignorasse la gravità, pallido, sormontato da capezzoli carnosi e scuri, circolari.

Mario, senza sfilarsi da Paola, allungò una mano verso di lei. Roberta fece un passo avanti e lasciò che l’uomo le stringesse e palpasse il seno morbido e sodo. Mario, senza accorgersene, sorrideva.

L’uomo prese la ragazza per un fianco e la spinse accanto a Paola. La fece chinare avanti come l’amica, fianco a fianco. Si sfilò dal culo di Paola e senza perdere tempo abbassò piuttosto rudemente gli slip del costume di Roberta, che scivolarono alle caviglie. La nuova arrivata era così già del tutto nuda.

Mario osservò i due culi nudi a confronto. Quello di Paola era decisamente più pieno e rotondo, quello di Roberta era più piccolo e magro. Mario preferiva senz’altro il primo. Ma questo non lo frenò dall’allargare con le mani il culo di Roberta, afferrandole i glutei muscolosi, e infilarvi il membro ancora duro. Violò anche il suo buchetto, penetrando lentamente perché era anch’esso molto stretto.

Roberta non disse niente, non fece versi. Rimase a occhi chiusi e volto contratto, mentre l’uomo avanzava dentro di lei.

Paola intanto si limitò a riprendere fiato e osservare l’amica.

Dopo alcuni minuti che Mario pompava tra i glutei di Roberta, Paola si raddrizzò, rialzandosi in piedi. Intervenne con delicatezza ma decisione, spingendo indietro Mario e facendolo uscire, liberando l’amica. Poi prese Roberta per le spalle, facendola rialzare, e tenendola per un braccio l’accompagnò verso una sedia di plastica, da giardino.

Sotto lo sguardo dell’uomo, che intanto si massaggiava il cazzo, Paola sedette sulla sedia, si slacciò e tolse a sua volta il reggiseno, quindi fece cenno a Roberta, con un sorriso, di avvicinarsi.

Roberta le sedette in grembo, sovrapponendo una coscia alla sua, mentre Paola sollevava l’altra sopra a quella di Roberta. In questo modo si incrociarono e sedettero una contro l’altra, con i petti che si toccavano. Il seno florido e morbido di Roberta si schiacciò contro quello piccolo e puntuto di Paola, sovrastandolo. I loro bacini si avvicinarono fino a entrare in contatto: i due inguini nudi, entrambi accuratamente depilati salvo che per striscioline di peluria rasa, premettero uno contro l’altro. Le ragazze si abbracciarono, Paola accarezzò la schiena di Roberta e le accarezzò e afferrò i glutei, aiutandola a premere l’inguine contro il proprio. Le loro vagine si incontrarono, baciandosi morbidamente, ed entrambe iniziarono a spingere ritmicamente con i fianchi, stimolandosi a vicenda. Ad occhi chiusi, le labbra socchiuse, respiravano forte e sospiravano, stimolandosi e provando piacere.

Mario le guardava con sempre maggiore interesse e partecipazione. Senza smettere di sfregarsi il cazzo, durissimo, si avvicinò alle due giovani lesbiche, fino a sfregarsi il cazzo proprio accanto ai loro visi. Provò ad inserirlo, duro, fra il morbido dei loro seni nudi, e gli piacque. Poi si ritrasse e furono le ragazze, senza interrompere il loro amplesso, ad allungare una mano ciascuna ad afferrarglielo e massaggiarglielo. Due mani diverse glielo sfregavano e gli accarezzavano le palle e l’uomo poté limitarsi a guardare quello spettacolo e godere del trattamento.

Le ragazze intanto aumentarono il ritmo e l’intensità delle pressioni, vagina contro vagina, e i loro gemiti e ansiti facevano capire che anche il piacere cresceva, ormai vasto e incontenibile. Le pressioni divennero scatti, quasi spasmi, contrazioni di tutti i muscoli del corpo, per premere sesso contro sesso nudo sempre più forte e ricavare il massimo piacere. Le due vagine erano bagnate, e i rispettivi fluidi bagnavano ormai entrambe le ragazze, tutto il loro inguine e le cosce nude.

Il piacere di Mario crebbe con il loro, vedendo la loro eccitazione raggiungere i massimi livelli, sentendo i loro gemiti, i lamenti, i versi. Entrambe segnalavano ormai a gran voce di essere prossime all’orgasmo, si strinsero e strinsero il pene di Mario, si diedero colpi ancora più forti. Finché, quasi in contemporanea, vennero.

I loro corpi nudi e avvinghiati tremarono violentemente, entrambe si lamentarono ad alta voce, le vagine eruttarono liquido trasparente e denso, che contribuì alla reciproca eccitazione. Vissero il violento orgasmo abbracciate, con i corpi nudi a stretto contatto, e mentre il loro orgasmo finiva e si scioglieva, sopraggiunse quello di Mario, sotto forma di una serie di contrazioni del pene rigido e dei muscoli del ventre e di una serie di fiotti di sperma caldo che piovvero sul torso e sul petto delle ragazze, con alcuni schizzi che raggiunsero anche le loro guance e i capelli.

Fu Roberta, forse perché ospite, a prendersi la briga, subito finito l’orgasmo, di voltare il capo e prendere in bocca, fra le labbra sottili, il glande ancora gonfio dell’uomo, succhiandolo e ripulendolo con cura dalle ultime tracce di sperma.

Mentre le ragazze si rialzavano e si pulivano alla bell’e meglio i corpi nudi dallo sperma, usando le mani, e lentamente si reinfilavano i bikini, una accanto all’altra, l’uomo le guardava. Intanto si rimise il cazzo nelle mutande e si risollevò e riallacciò i calzoni. Era profondamente soddisfatto, addirittura sorrideva leggermente guardando le due giovani di fronte a lui.
– Vi pago per godere voi – si lasciò scappare a un certo punto, – per fare quello che vi piace…

Paola sorrise:
– Ci paghi per quello che piace a te. Quello che piace a noi sono fatti nostri – rispose decisa.

Mario non osò replicare. Poco dopo usciva dalla porta principale, accompagnato silenziosamente da Paola, senza dire nulla, mentre Roberta andava in bagno e Maria, in cucina, iniziava a mettere in tavola il pranzo.

[prosegui al capitolo 7…]

Vai al capitolo...