di Matt
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Langley, Virginia
«Tim, non puoi farmi questo.»
«Ho le mani legate, Sam.»
«Siamo amici da più di quarant’anni. Non puoi bloccare tutto ora!»
«La Commissione ha deciso così. I consiglieri si sono divisi ma ha prevalso la maggioranza. Lo sapevamo, Sam. L’ala moderata è stata scettica fin dal principio.»
«Ci sentiamo più tardi.»
Sam chiuse bruscamente la telefonata e lanciò il cellulare verso la porta. Si alzò di scatto dalla sedia e in preda alla collera cominciò a camminare nervosamente per l’ufficio. Guardò fuori dalla finestra. Si era fatto parecchio tardi e il Sole era ormai tramontato da un pezzo. Riprese in mano il fascicolo sulla scrivania: conosceva ormai a memoria ogni dettaglio, ogni data, ogni singolo particolare.
Protocol 2621/2005 Michael H. Rodgers
Non si fidava nemmeno dei suoi più stretti collaboratori. Sam custodiva quel documento in una cassaforte nascosta dell’ufficio. Fissò compiaciuto ancora una volta la firma sull’allegato. Quella firma era la sua unica garanzia.
Premette il tasto sul telefono fisso:
«Luisa, fai venire qui il Dr. Harold e Phil, per cortesia.»
Non più di un minuto dopo, Phil e il dottore comparvero davanti al suo ufficio.
«Entrate pure. E chiudete la porta.»
I due eseguirono e, schivato il cellulare ammaccato ancora per terra, si accomodarono di fronte a lui.
«Preparate il materiale per l’operazione.»
«Ma Signore, la Commissione non…»
«Non butterò il lavoro di anni per nulla! D’ora in avanti farete capo a me e nessun’altro. Non una parola verso l’esterno, nessuna comunicazione o messaggio deve uscire da qui. Intesi?»
«E come…»
«Useremo i fondi non dichiarati del Progetto Henderson. Voi pensate solo a preparare il materiale e tenervi pronti. La fase operativa avrà inizio la prossima settimana.»
«Sissignore.»
«Procedete.»
***
Providence, Rhode Island
Michael H. Rodgers, per tutti semplicemente Mike, stava rientrando a casa dopo la consueta corsetta pomeridiana. Il tragitto era sempre quello: giro per il parco, attraversamento del ponte, e poi il viale per il ritorno.
Mike era un ex militare in congedo. Si era arruolato giovanissimo ed aveva servito il Paese in Iraq nel 2005, tornando con una frattura scomposta alla gamba rimediata in una semplice operazione di alleggerimento. 34 anni, uomo abitudinario e molto religioso, era rispettato da tutto il quartiere, e dal suo ritorno conduceva una vita regolare ed equilibrata. Mai un eccesso, mai una polemica, sempre cordiale e sorridente. Il contributo per il servizio militare gli garantiva per il momento una vita dignitosa.
Conviveva con Madeleine, 40enne divorziata, e la figlia di lei Julia, 19enne.
Giovanissima, Madeleine aveva avuto Julia da una scappatella con Andy, il bulletto del quartiere. Il matrimonio riparatore voluto dalle famiglie era durato appena un anno, il tempo necessario a Madeleine per arrivare al culmine della sopportazione per le infedeltà del marito. Così, complice l’incoscienza di gioventù, decise di lasciare Andy e trasferirsi con la bambina piccola a tremila chilometri di distanza, vicino all’adorata zia materna, pronta a farsi una nuova vita.
Madeleine aveva poi trovato lavoro come cassiera nel supermercato non distante dalla nuova abitazione, un modesto appartamento in periferia, non molto grande ma più che dignitoso per le esigenze di una giovane donna con figlia. Sostenuta economicamente anche dall’assegno del marito stabilito dal giudice, il futuro regalava speranze.
La svolta per la giovane donna avvenne diversi anni più tardi, quando ad una serata di beneficenza conobbe Mike.
Lui. Alto, moro, con gli occhi verdi. Spalle larghe e fisico da atleta. Spiritoso, divertente, i modi gentili. La dolcezza della sua voce. Le fece subito girare la testa.
E lo stesso valse per Mike. Quella donna così attraente, formosa, dai lineamenti dolci ma decisi, spiccava fra tutte le altre. Il vestito beige attillato, spezzato solo da un’elegante cintura nera in vita, lasciava poco spazio all’immaginazione.
Prima qualche battuta innocente, poi un reciproco scambio di apprezzamenti più o meno velati.
Mike non poteva fare a meno di volgere lo sguardo al seno di Madeleine e immaginare di stringerlo e accarezzarne i capezzoli per sentirli irrigidire al suo contatto. Da troppo tempo non aveva rapporti ravvicinati col gentil sesso, e quel gioco di sguardi seducenti e maliziosi con Madeleine non ci mise molto a stimolare un forte desiderio ormai mal celabile.
La donna fece scorrere soavemente la lingua tra le labbra. Si lasciò scappare una tenue risatina e si diresse velocemente verso il bancone del buffet, quasi per stimolare Mike a rincorrerla. Naturalmente lui, sempre più accecato dalla voglia, non si lasciò pregare e le si fece dietro con passo svelto, senza distogliere lo sguardo dal fondoschiena scolpito della donna, col vestito che entrava tra le forme liberando i glutei sodi alla vista.
Mike la raggiunse tentando di fingere noncuranza. Le si avvicinò e si mise di lato a lei prendendo un piattino vuoto tra le mani. Sbadatamente, o almeno così credette di far sembrare, le sfiorò col gonfiore dei pantaloni il dorso della mano.
«Oh, scusa.»
«Non è niente.» Fece lei mordendo sensualmente il labbro e scostandosi da lui per possederlo con lo sguardo.
Mike non resisteva più.
Ormai compiaciuta per l’opera di seduzione, Madeleine andò nuovamente vicino a lui, strusciando tra il tavolo e il suo petto. Afferrò con forza il membro durissimo di lui e glielo strinse per farlo sospirare di piacere.
La passione divenne ben presto amore. Soltanto due settimane più tardi, Madeleine fu pronta a trasferirsi nuovamente con Julia, per andare a vivere con Mike. Per Julia non fu facile abituarsi all’idea di abitare sotto lo stesso tetto con un’altra persona, per di più un uomo. In breve tempo, però, i modi gentili di Mike, il suo atteggiamento rispettoso, delicato ed equilibrato, e il suo carattere dolce ma deciso rappresentarono per la ragazza quella figura paterna che le era sempre mancata. Mike ebbe premura di non far mancare mai nulla alle donne della sua vita, e presto si conquistò anche l’affetto di Julia.
***
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