Capitolo [part not set] di 3 del racconto La gita

di Adamo Effe

Una gita scolastica. Una giovane studentessa. Una nottata fra compagni. Ed eccola, l’occasione: per andare oltre… per farsi guardare… per sentire quell’inconfondibile brivido…

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

Ti immagino qualche tempo fa, ai tempi della scuola, in una di quelle gite scolastiche che si fanno prima della maturità, quando per le prime volta si dorme fuori casa.

E alla sera, dopo cena, il momento più bello. C’è chi è uscito per andare a ballare, c’è chi si è appartato per farsi una canna, c’è chi, come te, è rimasto in albergo per passare una serata in compagnia.

Ti vedo nella camera di una tua amica ridere e scherzare con gli altri, apparentemente spensierata, ma con in testa una sola eccitante idea: trasgredire sul serio.

In un gruppetto di una decina tra ragazzi e ragazze, sei l’unica che si è già preparata per la notte e sei vestita con una corta sottoveste di seta che nasconde una canottierina leggera, le mutandine, il reggiseno ed un paio di grossi calzini.

I capelli però sono ancora sciolti ed il trucco non è stato del tutto rimosso, in modo tale da lasciare quel po’ di rossetto e di rimmel che ti fa sembrare più grande e più sexy. Una spallina della sottoveste è giù, così da far uscire spavaldamente la spalla nuda e profumata della tua fragranza preferita, quella per le grandi occasioni.

Si scherza, si ride, ci si prende in giro, vola qualche cuscino ed ogni occasione è buona per andare a gambe all’aria e mostrare le splendide cosce nude e le mutandine di pizzo, per poi tirarti su, un po’ spettinata, ma più provocante che mai.

Ed assapori l’eccitazione dei tuoi amichetti che, di fronte a tanta grazia ed in virtù della loro giovane età, ti ammirano estasiati e increduli. E ti piace.

È fin troppo scontato che, tra una bottiglia di Martini e una di Vodka alla pesca, a qualche maschietto venga l’idea di fare una partita a strip poker. La cosa, come vuole la miglior tradizione, finisce normalmente con un nulla di fatto. Ma questa volta, è il tuo momento. E non te lo puoi far sfuggire.

Ti serve però un alibi. Vista la tua giovane età ti secca un po’ rivelarti così sfacciatamente… Ma è facile: basta far credere di aver bevuto un po’ e tutto si può fare… Ecco che allora prendi in mano la situazione (e la bottiglia per fingere) e sostieni apertamente l’idea di giocare.

Il gioco inizia ancor prima di gettare le carte: il tuo amico rilancia sostenendo che tu e le tue amiche parlate tanto… ma poi non sareste disposte a togliervi nulla. Tu cogli la palla al balzo e spergiuri che la partita sarà seria, costi quel che costi, fino all’ultimo indumento. Le tue amiche ti sostengono, è diventata una questione di orgoglio… E la partita inizia.

Di tanto in tanto fai il gesto di bere un po’ e fingi di essere su di giri a causa del Martini. Parti svantaggiata, visto che gli altri sono tutti più vestiti di te, e per toglierti i calzini e la sottoveste non è servito perdere di proposito.

Dopo qualche piatto meno sfortunato, senti che è giunto il momento di divertirti. Mandi giù una sorsata di Martini, cambi appositamente le carte buone e perdi. Ora tocca alla canottierina leggera. Dopo di quella, sai benissimo che con avrai nient’altro da toglierti senza dover mostrare qualcosa.

Afferri i due lembi e delicatamente la sfili lasciando apparire la tua biancheria più intima. Non è lo stare in mutandine e reggiseno che ti eccita ma la consapevolezza che potrai toglierti anche quelli… E non passa molto tempo che perdi di nuovo. E adesso?…

Tutti ti guardano, hai un attimo di esitazione, un tuo amico borbotta che non hai il coraggio… E invece si!

Ti alzi un po’ su, pur rimanendo a ginocchioni, e porti lentamente le mani dietro la schiena, all’altezza del gancetto del reggiseno. Ma sul più bello, per prenderti gioco degli amichetti, le fai scendere lungo i fianchi ed afferri l’elastico delle mutandine. Inizi ad allargarlo facendolo ruotare sinuosamente, abbassandolo come se te le volessi togliere…

I ragazzi trattengono increduli il fiato, le amiche ti lanciano uno sguardo di stizza: piacerebbe anche a loro esibirsi in quel modo e sanno che sei eccitata e che stai godendo, ma non sono abbastanza porche. Tu, abbassi le mutandine fino a far intravvedere il primo ciuffetto di pelo. E dopo un istante di sapiente esitazione, riporti le mani dietro la schiena, ti slacci il reggiseno e, tra gli sguardi stralunati dei tuoi amici, te lo togli e lo lanci il più lontano possibile.

I capezzoli si inturgidiscono come non mai, il tuo seno splende bello sodo in tutta la sua dolce rotondità e tu non fai nulla per coprirlo, anzi… inarchi appositamente la schiena e porti indietro le spalle per meglio esibirti. Le mutandine, già mezze tolte, sono già abbondantemente bagnate e l’elastico, sceso un altro po’, lascia uscire non poca peluria e quasi metà del tuo meraviglioso sedere.

Ti riabbassi e torni a sederti sui talloni. Il tuo respiro si fa pesante e l’eccitazione di quel momento quasi ti fa tremare. Sorseggi un altro po’ di Martini, stavolta ti serve per davvero! Dubiti ora se avrai o non avrai il coraggio di buttare giù di nuovo le carte sbagliate. Ma non serve pensarci… Senza neppure avere il tempo di assaporare quei momenti di eccitazione, perdi nuovamente.

È il tuo momento.

Senza farti pregare, ti siedi per terra e ti sfili delicatamente l’ultima cosa che ti è rimasta. Ritorni diritta sulle ginocchia, con le cosce tutt’altro che strette. Le mutandine fanno la stessa fine del reggiseno, lanciate con forza nell’angolo più lontano e nascosto della camera.

E quasi per stare al gioco, le tue mani partono dolcemente dalle cosce per muoversi verso l’alto accarezzandoti delicatamente i glutei, poi i fianchi, poi il seno ed infine i capelli, quasi a volerli raccogliere come per una posa da fotomodella.

Ce l’hai fatta, si! Sei lì, tutta nuda, da testa a piedi, in quella grande camera d’albergo, in mezzo ai tuoi compagni di scuola, più porca ed eccitata che mai. Ed il piacere è talmente forte, che trattieni a fatica l’orgasmo.

Ma ad interrompere l’estasi di quell’istante… un flash! Una tua amica ti ha scattato una foto. Tu, presa alla sprovvista, soffochi sapientemente qualsiasi istintivo cenno di resistenza. Meglio così, non dire nulla! Lasciati fotografare nuda! È incredibilmente eccitante!

La tua amica, stupita e al tempo stesso pure lei eccitata per la tua mancata reazione, continua a scattare. E ad ogni flash un brivido di piacere attraversa il tuo corpo nudo facendoti godere come hai sempre sognato.

Ma il gioco ora per te è finito, ed il fuoco che arde in te rischia di spegnersi a meno di una geniale idea… Ed eccola! Proponi di poter continuare a giocare mettendo sul piatto la disponibilità a fare “penitenza”. Qualsiasi tipo di penitenza, da decidersi di volta in volta a seconda di quanto perdi.

L’idea di essere tutta nuda in balìa della fantasia dei tuoi amici e di dover acconsentire a tutto quello che ti chiederanno di fare, ti porta ad uno stato di eccitazione che supera ogni immaginazione. E ancora una volta, non vedi l’ora di perdere…

[prosegui al prossimo capitolo…]

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