Capitolo [part not set] di 4 del racconto Una sala per due

di Nora e Sbronzolo

Quarta parte – Sabato

Un
raggio di luce lentamente arriva a colpire la palpebra chiusa di
Franco, prono sul letto disfatto, un piede pende fuori dal bordo. Quel
raggio fastidioso lo fa agitare nel sonno, strizza gli occhi e
controvoglia li apre appena. Mette a fuoco ciò che ha davanti a sé. Una
portafinestra, che non è la sua portafinestra, anche perché non ha una
portafinestra in camera da letto. Le lenzuola, il letto. Non è nel suo
letto. Solleva appena la testa per guardarsi meglio in giro. Cerca di
fare mente locale ma non riesce a capire dove si trova e perché non è
nel suo letto. – Navigli… Sidecar… Nora… Zacapa… Nora! Sono a casa di Nora! – Franco si alza di scatto sulle braccia, è da solo sul letto di Nora.

“Nora?
Nora? Dove sei?” Si alza, si sorprende ad avere addosso di nuovo i suoi
boxer. Ha rimosso completamente quello successo dopo il primo giro di
rum. Si aggira per la casa ma non vede Nora, bussa in bagno e la chiama,
ma la porta si apre e di lei non c’è traccia. Sono le 9.20 e un bel mal
di testa si sta facendo strada man mano che Franco acquista lucidità.
Sente le chiavi nella toppa della porta. La porta si apre ed ecco il volto di Nora, lo vede e gli sorride.
“Ah
buongiorno principessa! Abbiamo fatto i bagordi stanotte? Ti vedo un
po’ sbattuta. Forse la mezza bottiglia di rum non ha aiutato, vero?”
Nora ha un tono canzonatorio, è in tenuta ginnica, e ha un sacchetto in
mano.
“Mmm…
buongiorno… pensavo mi avessi abbandonato… in mezzo al tuo stuolo di
scatole, nel casino organizzato…” Franco ha la voce roca da risveglio,
ma sorride alla simpatica presa in giro mentre si stropiccia un occhio.
“Ah!
Ma no che non ti abbandono, mi sveglio sempre molto presto, sono andata
a fare la mia corsetta e visto che c’ero ho preso dei croissant…
integrali però… spero ti piacciano” Si toglie le cuffiette dalle
orecchie e si avvicina a Franco.
“Ci sei Franco? Vuoi un caffè? O ne vuoi tre?” Gli sorride con gli occhi in attesa di una sua risposta.

“…
tre andranno benissimo Nora. Dopo tre caffè riesco persino ad essere
presentabile”, in effetti stride la tua attività e la tua freschezza con
il mio spettinato deambulare.

“Va
bene, ho già acceso la macchina per il caffè prima di uscire, basta
mettere una, due o tre capsule di seguito ed è fatta… ma prima possiamo
farci una doccia, che ne dici?” Nora lo guarda da vicino, il profumo dei
croissant caldi sale prepotente alle narici di Franco, ma più forte è
la persistenza di quello sguardo interrogativo. Le sue mani la afferrano
per i fianchi e la tirano a sè. I volti si cercano, le labbra si
sfiorano e si uniscono in un bacio intenso ed eccitante. Franco tira
Nora lungo il corridoio, non vuole smettere di baciarla e di stringerla e
così uniti si dirigono verso il bagno. Nora appoggia il sacchetto e le
cuffie sulla prima scatola che incontra, si toglie la maglia e poi si
riattacca alla sua bocca. Raggiungono
il bagno e Nora fa scivolare i pantaloni e le mutandine ai suoi piedi,
Franco le slaccia il reggiseno, percorre la sua pelle ancora sudata per
la corsa, arriva al seno, lo stringe fra le mani. Nora apre l’acqua con
una mano mentre con l’altra stringe saldamente la sua erezione. Lo vuole
dentro, subito, a placare quel calore che sente espandersi veloce fra
le gambe. Franco la appoggia al muro, finiscono entrambi sotto il getto
tiepido dell’acqua, piega appena le ginocchia e si infila dentro di lei,
scivolando senza nessuna resistenza. Un gemito all’unisono li fa
tremare, le braccia di lui la stringono forte mentre inizia a scoparla,
sollevandola da terra e puntellandole le spalle al muro. Nora si
aggrappa con le braccia e solleva una gamba sui suoi fianchi per
aiutarlo nel movimento, le bocche non smettono di torturarsi finchè
quella di Franco cede per prima per correre a mordere la pelle a lato
del collo, sotto il lobo. Nora geme e si contorce per il troppo piacere,
sente di non poter più contenere l’onda di brividi che sta per
pervaderla. Si stringe più forte, le corte unghie si incastrano nelle
sue spalle, viene con un lungo gemito, l’unica gamba che la tiene in
piedi trema e vacilla, ma Franco la stringe più forte per sostenerla.

Ci
sono Nora, sono qui, ti tengo, ti prendo, ti scopo, sei mia, il tuo
corpo diventa molle si rilassa, io ti sto per raggiungere, ancora uno,
ancora uno, un altro… Ecco… dentro di te, eccomi dentro di te Nora.

Nora
stringe un asciugamano a mo’ di turbante sulla testa e si dirige verso
la cucina. Franco si è già rivestito. Entra in bagno per recuperare il
cellulare dal bordo della vasca dove lo aveva lasciato la notte prima.
Si siedono entrambi al tavolo di cucina. Nora porge una tazza extralarge a Franco.
“Ecco
il tuo triplo caffè, anche se devo dire che non mi sembri mica così giù
di tono…” Nora ride divertita mentre Franco fissa lo schermo con
espressione neutra.
“Franco ci sei?”
Si scuote come ridestato da un sogno.
“Sì Nora, ci sono… stavo leggendo una mail…”
“Qualcosa che non va?” Nora da un morso al croissant
“Mmm… no no, niente che non va, ma dovrò stare per un po’ fuori città… ”
“Ah mannaggia, e devi partire subito?”
“Sì, devo passare a casa a farmi un bagaglio al volo e partire subito…” beve il suo caffè quasi in un solo sorso.
“Ma io e te rimaniamo in contatto eh… mi faccio sentire io a brevissimo Nora.”
Nora sorride, sgrana gli occhi e annuisce con forza con la testa, masticando il suo cornetto.
“Certo che ci sentiamo! Non penserai di liberarti di me così facilmente Franco?!”
“No,
no, non ci penso proprio di liberarmi di te! A prestissimo Nora” Si
alza e con il cornetto in mano si avvicina per lasciarle un bacio sulle
labbra.
Nora si alza e lo accompagna alla porta, lo guarda scendere
le scale. Poi va alla finestra e lo osserva allontanarsi sulla sua moto,
con quel buffo sidecar attaccato.

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